Alpitronic, ok all'insediamento alla Frubona. Ma ora l'industria chiede una maggiore programmazione delle aree

Nei giorni scorsi il Comune di Bolzano ha dato il via libera all’inserimento di una nuova “zona produttiva di interesse provinciale” in via Castel Firmiano dedicata temporaneamente all’azienda hi-tech Alpitronic, modificando il Piano Comunale Territorio e Paesaggio. La modifica d’ufficio riguarda un’area di 16.300 metri quadrati attualmente destinata a “zona di verde agricolo” sulla quale insiste un ampio magazzino di frutta di proprietà della società agricola cooperativa Frubona di Terlano attualmente in disuso. Una decisione presa dopo che l’azienda altoatesina, che produce colonnine di ricarica elettrica ad alta velocità, aveva visto negarsi la possibilità di insediarsi a Terlano, dove aveva progettato di aprire una nuova sede moderna e innovativa.

Non sono mancate le reazioni del mondo economico provinciale a tale decisione. La CNA parla di una mancanza di programmazione urbanistica da parte della città capoluogo, un problema che alla lunga ricadrà sempre di più sulle esigenze d’espansione delle aziende. Per CNA SHV è arrivato il momento, non più procrastinabile, di una programmazione chiara e definita. “Partendo dall’idea che le aree agricole del territorio bolzanino vadano tutelate, siamo convinti che una programmazione nel segno della sostenibilità sia quanto mai necessaria. Non più, quindi, risposte a emergenze e minacce di trasferimenti fuori provincia, ma un piano chiaro, dettagliato, condiviso con le parti sociali, che metta nero su bianco quali aree possano essere oggetto di cambi di destinazione d’uso. L’economia e in particolare le PMI bolzanine, vera spina dorsale dell’economia cittadina, da troppo tempo attendono una risposta in termini di spazi”, afferma il presidente Corrarati.

Solo CNA-SHV ha raccolto negli ultimi mesi la richiesta di quindici imprese artigiane a caccia di aree. “L’ultima zona produttiva di interesse comunale – spiega il segretario di CNA SHV Alto Adige e urbanista Gianni Sarti –  è stata quella dei Piani dietro le caserme Rispoli-Siracusa. Erano gli anni ’90. Da allora tutte le aree produttive nel capoluogo sono state quelle di interesse provinciale (ex Aluminia, ex Magnesio, ex Iveco, Via Einstein). Insomma facendo due conti sono 20 anni che il Comune non interviene sul tema, non esiste un ufficio che se ne occupi e non viene più stilata una graduatoria delle richieste, come veniva fatto in passato. Come CNA abbiamo più volte proposto di intervenire sul costruito optando per adattamenti di strutture esistenti – continua Sarti – ma il presupposto sarebbe un serio censimento degli immobili inutilizzati, che Piazza Municipio non ha mai voluto fare”. Risultato: un’azienda in cerca di spazi deve rivolgere lo sguardo fuori del territorio comunale. “Che sia l’area Mebo Center di cui si torna a parlare in queste ore o altre aree individuabili nel territorio comunale, o sovracomunale se si iniziasse a pensare in ottica di area urbana funzionale, una cosa è certa: deve essere fatta una programmazione sulle esigenze, solo così si può ottenere una visione di sviluppo economico del e sul territorio”, conclude il presidente di CNA Trentino Alto Adige.

Assoimprenditori invece si dice soddisfatta della decisione lungimirante della giunta comunale. “Il senso dell’appello comune con le organizzazioni sindacali sul futuro dello sviluppo della nostra terra è stato compreso: viene riconosciuta l’importanza delle imprese manifatturiere e la necessità che l’Alto Adige resti una terra innovativa, ricca di posti di lavoro altamente qualificati e orientata ai bisogni delle generazioni future”, dichiara soddisfatto il Presidente di Assoimprenditori Alto Adige Heiner Oberrauch, che confida che adesso venga approvato il piano di classificazione acustica comunale tenendo conto delle necessità delle imprese produttive di Bolzano Sud. La delibera della giunta comunale di Bolzano è spunto per fare un ragionamento più ampio a livello di sviluppo territoriale. “Gli strumenti di pianificazione urbanistica a livello comunale e provinciale (piani di rischio, piani comunali di classificazione acustica, piani di sviluppo, ecc.) stanno diventando sempre più spesso documenti di programmazione strategica. In questi documenti bisogna riservare un ruolo centrale all’industria e alle aree produttive, che occupano una parte infinitesimale del nostro territorio – meno dello 0,5% della superficie complessiva –, ma dove viene realizzato il maggior valore aggiunto. Se vogliamo davvero sostenere quelle imprese che, attraverso i loro investimenti in ricerca, sviluppo ed efficienza energetica possono contribuire maggiormente alla transizione ecologica e digitale, allora dobbiamo garantire risposte certe in tempi brevi alle richieste di ampliamento e insediamento di imprese produttive orientate all’innovazione. Le aree produttive, a partire dalla zona industriale di Bolzano Sud, sono determinanti per il futuro della nostra terra”, chiude Oberrauch.

Ti potrebbe interessare