Alpi e integrazione, premio per la Casa della Solidarietà di Bressanone

Alpi, integrazione e accoglienza: una tripletta vincente. Così come l’«Alpine Pluralism Award», premio che fa parte dell’iniziativa europea che punta a promuovere l’integrazione dei migranti e lo sviluppo di una regione alpina pluralista, vinto dalla Casa della Solidarietà di Bressanone. Eurac Research è partner di ricerca del progetto, durato 3 anni e condiviso con altre 9 istituzioni, per sostenere la cultura dell’accoglienza in tutto l’arco alpino. Nei due comuni pilota di Malles e Ortisei gli studiosi del centro di ricerca bolzanino valutano come le amministrazioni possano gestire i cambiamenti demografici e, sulla base dei risultati raccolti, elaborano delle linee guida che possono aiutare anche altri comuni a promuovere una cultura dell’accoglienza.

La Casa della Solidarietà

Per il premio «Alpine Pluralism Award» si sono candidati 41 progetti da 6 paesi alpini per 4 categorie. La cerimonia di presentazione dei vincitori si è svolta a Torino e il primo premio nella categoria «Gestione del cambiamento sociale» è andato alla Casa della Solidarietà di Bressanone, che dal 2002 sostiene le persone in difficoltà. «Offrire una casa a chi affronta un momento di difficoltà, in modo che possa tornare a condurre una vita normale»: alla Casa della Solidarietà quest’idea è diventata realtà, grazie al lavoro di 3 dipendenti e 15 volontari che ogni anno accolgono circa 120 persone bisognose. In totale, da quando 16 anni fa è stato lanciato il progetto «Il sesto continente», sono più di 1000 le persone che sono passate dall’associazione: persone con problemi fisici o psicologici, ma anche disoccupati, senzatetto, rifugiati, migranti ed ex-detenuti che hanno la possibilità di ricominciare da capo, indipendentemente da età, sesso e provenienza. «”Il sesto continente” è una storia di successo. Ogni anno circa una cinquantina di gruppi vengono a farci visita. Sono classi, gruppi di giovani o di anziani, e qui si fanno un’idea di come possa funzionare una società eterogenea. Promuoviamo anche diversi progetti come catering interculturali, corsi di lingua e presentazioni. Non riceviamo fondi pubblici, ci sosteniamo grazie a donazioni di privati e al lavoro dei volontari – spiega Alexander Nitz, uno degli amministratori della struttura – Questo premio per noi ha un grande valore perché dimostra che la Casa della Solidarietà è conosciuta anche oltre i confini provinciali e che il principio su cui si basa è interessante anche per altre regioni».

Le realtà altoatesine candidate per l’«Alpine Pluralism Award» 

Oltre alla Casa della Solidarietà, sono tre le altre realtà altoatesine a essersi candidate. Una di queste è l’associazione «Donne Nissà Frauen» che si occupa delle esigenze delle donne straniere e che nel 2010 ha dato vita al progetto di orti comunitari interculturali «Semirurali» nel quartiere bolzanino di don Bosco, dove persone di madrelingua e origine diversa coltivano assieme un pezzo di terra. A Malles, invece, alcuni volontari organizzano per i richiedenti asilo corsi di lingua, passeggiate, attività per il tempo libero e li aiutano nel rapportarsi agli uffici pubblici. Infine, ha partecipato al concorso anche un’iniziativa finalizzata a gestire in maniera migliore la presenza dei mendicanti a Bressanone,  progetto che ha ricevuto una menzione da parte della giuria.

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