Blocco Euro 3 diesel, verso un rinvio di sei mesi. Ecco come sarà

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Il blocco ai mezzi diesel, previsto solo a Bolzano, é uno dei punti cardine del piano provinciale per la riduzione del biossido di azoto (NO2). L’introduzione é prevista con un’ordinanza del sindaco Renzo Caramaschi, che però sta facendo alcune valutazioni in merito, condivise con i consiglieri presenti nell’ultimo vertice di maggioranza. L’ipotesi su cui si ragiona é lo slittamento di sei mesi, dal primo gennaio al primo luglio 2019, dell’applicazione del divieto di circolazione, a fasce orarie, per gli euro 3 diesel nelle vie cittadine.

Il rinvio piace all’interno della coalizione di governo cittadina, che a quanto pare si é mostrata sensibile al parere di operatori economici e abitanti. Durante la riunione hanno chiesto approfondimenti sulla portata dei divieti e l’impatto per la popolazione i rappresentanti dei partiti: Alessandro Huber, per il Pd, Mauro Randi, di Noi per Bolzano, Judith Kofler Peintner che non ha fatto mistero ai colleghi di voler coinvolgere l’assessore Richard Theiner, ideatore del piano, e il governatore Arno Kompatscher. La proroga, si ragiona in seno alla coalizione, permette di venire incontro alle esigenze delle categorie economiche, che giá avevano manifestato criticitá verso i divieti, e sposta piú in lá una misura che secondo alcuni consiglieri potrebbe mettere in difficoltá i cittadini, specie quelli costretti ad usare l’auto per necessitá.

Ma cosa prevede nel dettaglio l’opzione sul tavolo di Caramaschi? Invece che dal primo dell’anno, si sposterebbe al primo luglio l’entrata in vigore del blocco fissato tra le 7 e le 10 e tra le 16 e le 19, esclusi sabato, domenica e festivi, per i mezzi con motori diesel euro 3. Molto probabilmente, si avrebbe un rinvio anche degli altri stop progressivi previsti dal piano provinciale, quello dal 2021 per gli euro 4 e il successivo dal 2023 per gli euro 5. Inoltre, il divieto per gli euro 3 é previsto non in tutto il territorio urbano ma solo in una parte delle vie. Potrebbero infatti essere escluse arterie come l’arginale. L’elenco dei tratti interessati é stato oggetto di discussione tra i consiglieri.

Resta da vedere, riguardo all’impatto sul piano contro il biossido di azoto, cosa ne dirà l’assessore provinciale, promotore della serie di azioni concertate con i Comuni interessati (e che si estendono all’incentivo della mobilità elettrica, del trasporto pubblico e al monitoraggio dell’A22) che hanno lo scopo di ridurre le emissioni nocive. «L’obiettivo del piano – aveva spiegato Theiner – è garantire una riduzione del 10% delle concentrazioni di biossido di azoto registrate nel 2017 già entro il 2020, e raggiungere così il rispetto del valore limite di 40 microgrammi al metro cubo. Dove questo non sia possibile, il raggiungimento del rispetto del valore limite dovrà essere raggiunto entro il 2023».

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