Più iscritti, più internazionalizzazione: così cresce l'Unibz

Iscritti in aumento: uno su sei arriva dall’estero. Così come 27 docenti su 41 assunti sono stranieri. E poi nuovi corsi dal sapore sempre più internazionale. Perché è proprio questa la cifra di un ateneo, l’Università di Bolzano, trilingue. Ogni tre anni Provincia di Bolzano e Unibz si confrontano sulle priorità accademiche e sui contenuti della convenzione programmatico-finanziaria. A maggio i vertici dell’ateneo – la presidente Ulrike Tappeiner, il rettore Paolo Lugli e il direttore Günther Mathà – hanno incontrato il presidente della Provincia Arno Kompatscher per fare il punto delle attività svolte rispetto ai contenuti della convenzione programmatico-finanziaria  esistente con la pubblica amministrazione. «Il programma concordato è ogni volta più ambizioso. La precedente dirigenza dell’Università guidata da Konrad Bergmeister ha contribuito in modo importante allo sviluppo dell’ateneo» riferisce il presidente Kompatscher in merito agli esiti dell’incontro, lodando «tutti gli sforzi compiuti per fare di Unibz un ateneo ben organizzato, dove il plurilinguismo rappresenta un valore aggiunto fondamentale». Un obiettivo importante degli accordi esistenti era quello di aumentare il numero degli iscritti, che effettivamente sono passati dai 3.588 dell’anno accademico 2016/17 ai 4.124 dell’anno in corso. Fondamentale anche l’incremento degli studenti stranieri, per rafforzare il plurilinguismo come caratteristica chiave dell’ateneo. Negli anni 2016/17 e 2017/18 gli studenti originari di uno Stato estero sono stati complessivamente il 15% sul totale, mentre circa la metà degli iscritti provengono dall’Alto Adige. Tasse universitarie più care rispetto  all’estero e una limitazione del potenziale pubblico ai parlanti una delle tre lingue utilizzate nell’ateneo sono gli ostacoli principali a una maggiore internazionalizzazione della platea studentesca, ha sottolineato la dirigenza dell’ateneo.

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Docenti dall’estero, possibilità di chiamata diretta

«Una conquista importante è stata invece l’introduzione della possibilità della chiamata diretta di docenti dall’estero. Ciò ha garantito nel periodo 2014-16 l’arrivo di 27 docenti dall’estero sul totale dei 41 assunti per chiamata diretta: sette di loro provengono da Stati anglofoni» chiarisce la presidente di Unibz Ulrike Tappeiner, secondo cui un obiettivo chiave è rappresentato «dall’incremento delle risorse economiche per la ricerca provenienti da soggetti terzi. Si tratta di una direzione che intendo percorrere con sempre maggiore determinazione». Nel 2017 infatti i fondi terzi per progetti di ricerca, ossia finanziamenti da fonti alternative, sono raddoppiati raggiungendo quota 4,7 milioni. Unibz ha inoltre proseguito ulteriormente il proprio percorso per un sempre maggiore sviluppo della ricerca e intensificato la cooperazione con le imprese e gli altri enti di ricerca. I vertici dell’ateneo hanno inoltre valutato positivamente il valore dei laboratori al NOI Techpark per i propri progetti di ricerca, ma anche per una maggiore connessione fra gli attori della ricerca. Secondo Kompatscher  i corsi di studio attivati nell’ateneo riflettono le esigenze e le eccellenze presenti nell’economia altoatesina: nell’anno accademico 2016/17 sono stati attivati un European Master in Software Engineering, un corso di laurea in Ingegneria industriale meccanica e una laurea magistrale in Viticoltura, enologia e mercati vitivinicoli. Nell’anno accademico 2018/19 verranno introdotti ad esempio un corso di laurea magistrale in Scienze degli alimenti per l’innovazione e l’autenticità e master in Accounting e Economia finanziariaAutomotive Technologies e Data Management. Per la destinazione turistica Alto Adige sarà di interesse anche il master in Hospitality Management.

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