Ospitalità altoatesina: solidità strutturale e qualità dell’offerta nel rapporto Federalberghi
Economia. Il sistema ricettivo dell’Alto Adige si conferma tra i più solidi nel panorama nazionale, mostrando indicatori di crescita e tenuta strutturale che si discostano dalla media italiana. Secondo i dati emersi dal decimo rapporto Federalberghi, la provincia di Bolzano si distingue per un modello di ospitalità caratterizzato da un’elevata internazionalizzazione e da una distribuzione dei flussi più equilibrata lungo l’intero arco dell’anno.
Il divario rispetto al resto del Paese è evidente nel dato sulla permanenza media: se a livello nazionale il soggiorno si ferma a tre giorni, in Alto Adige sale a 4,2 giorni, con una punta di 4,4 giorni per quanto riguarda la domanda estera. Questo prolungamento delle visite è legato a un’offerta che punta sulla qualità e sulla capacità di attrarre flussi anche nei mesi di transizione, come primavera e autunno, riducendo la dipendenza dai soli picchi stagionali di agosto e dicembre.
L’analisi evidenzia inoltre una distribuzione capillare del settore alberghiero, presente in quasi tutti i comuni del territorio. Tale capillarità favorisce una ricaduta economica diffusa, evitando la saturazione di pochi poli turistici e sostenendo l’occupazione locale in modo trasversale. Sebbene l’intensità turistica rimanga elevata, il rapporto indica come la creazione di valore non sia concentrata in distretti isolati ma estesa all’intera provincia.
Sull’interpretazione dei dati, il presidente dell’HGV Klaus Berger ha sottolineato come la strategia della qualità stia portando a risultati concreti nel posizionamento della destinazione. Per il direttore Raffael Mooswalder, la sfida futura resta l’integrazione tra redditività economica, gestione responsabile dei flussi e sostenibilità, al fine di garantire l’equilibrio tra le esigenze del settore e la qualità della vita sul territorio.
Nell’immagine in apertura, Klaus Berger, presidente dell’HGV (credits ufficio stampa HGV)