Bolzano: sicurezza e traffico. Cronache di disastri annunciati

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Dispiace non potersi occupare della fondamentale questione relativa all’uso del grassetto nella cartellonistica bilingue dei parchi naturali, ma la decisione di “blindare” piazza Parrocchia a Bolzano merita qualche attenzione in più. Innanzitutto, perché è il simbolo del fallimento delle politiche sulla sicurezza decise dalle Amministrazioni comunali degli ultimi undici anni.
Per chi ci legge da fuori Bolzano, si precisa che piazza Parrocchia è la piazzetta che sorge sul lato sinistro dell’ingresso del Duomo. Dista pochi passi dalla piazza Walther che ospita il mercatino e dal nuovo WaltherPark, su quella stessa piazza si affaccia il Centro episcopale .
La sua chiusura assume un carattere fortemente simbolico, non solo per la sua collocazione, ma anche perché la “Parrocchia” è, o dovrebbe essere, un luogo della solidarietà, un luogo in cui si ritrovano “persone, accomunate da affinità o interessi, che si tutelano e si appoggiano a vicenda”.
Ma Piazza Parrocchia “blindata” è innanzitutto il simbolo del fallimento delle politiche populiste sulla sicurezza basate sul consenso elettorale invece che sulla soluzione dei problemi. Nonostante i pessimi risultati, infatti, si continua a raccontare ai cittadini che i problemi relativi alla sicurezza si possano risolvere attraverso la cacciata dei “cattivi”, vi sembra che funzioni?
Ce n’eravamo già occupati qui, ma il caso specifico è emblematico. Come molti ricorderanno, per risolvere i problemi relativi al giardino della stazione, si è avviato un progetto di riqualificazione, approvato attraverso un referendum, che sta portano hotel di lusso, appartamenti di prestigio e un vasto centro commerciale a due passi dalla stazione e da piazza Walther, lo hanno chiamato WaltherPark.
Causa lavori di realizzazione, chi sostava di giorno e di notte in parco stazione, si è quindi dovuto trasferire in altre zone, dove? All’Amministrazione comunale non interessava, possibilmente in un’altra città, lo sgombero trasformato in orizzonte politico.
Come era facilmente intuibile, gli “occupanti” del giardino della stazione si sono spostati solo di qualche metro, prima dietro al Teatro comunale, dove sono stati installati i cancelli lo scorso maggio, poi verso il giardino dei Cappuccini, ora chiuso, poi in piazza Parrocchia. Ora chissà dove si sposteranno, ma la Giunta comunale ha già minacciato nuovi cancelli un po’ ovunque.

Cancello e ordinanza relativi al Giardino dei Cappuccini 

Tutto questo ha reso Bolzano più sicura? Valuteranno i cittadini, gli stessi che ora si trovano privati di importanti spazi pubblici, tutti situati nella zona “culturale” della città, quella in cui sorgono il Centro Trevi e il Teatro comunale, a due passi dall’Auditorium, dall’Haus der Kultur e da Museion.
Ennesimo segnale delle politiche fallimentari comunali, non solo relative alla sicurezza. Fino ad ora gli spettatori che uscivano da concerti e spettacoli si limitavano a trovare “tutto chiuso”, ora troveranno tutto blindato. Un significativo passo avanti.

Nel frattempo, si utilizzano politiche diametralmente opposte sul traffico automobilistico, ma con gli stessi pessimi risultati. Riguardo al traffico stradale, infatti, l’amministrazione comunale non può utilizzare gli stessi toni che usa sulla sicurezza, le code sono difficilmente imputabili ai migranti  (qualcuno ha provato a incolpare i turisti, ma il sindaco Corrarati si è già detto contrario a limitare l’arrivo dei visitatori) e quindi si è deciso di aprire le strade che erano state chiuse in curiosa coincidenza con la blindatura di piazze e giardini.  Si sono riaperte a doppio senso di marcia via Claudia Augusta e Viale Trento nella speranza di ridurre il traffico, ma, manco a dirlo, il problema è stato spostato ma non risolto.
Non solo montagne di studi, ma anche la semplice logica dovrebbe suggerire l’idea che per ridurre il traffico occorra ridurre il numero delle auto in circolazione e non spostare il problema da una zona all’altra della città.   Gli effetti sono già visibili in diverse zone di Bolzano, anche in strade che proprio non sono predisposte ad accogliere certi flussi di traffico, ma ci si ritornerà.
Intanto tra chiusure di piazza e giardini, traffico cittadino fuori controllo e situazione sociale sempre più esplosiva, ci si appresta a inaugurare il “fantasmagorico” WaltherPark. Là dove c’era il degrado, ora ci sono gli hotel di lusso. Che il presidente Trump abbia preso ispirazione da Bolzano?

Massimiliano Boschi

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