Welfare aziendale, dieci borse di studio per Markas

Determinati, ambiziosi, preparati. Dieci ragazzi sono pronti a partire per l’Inghilterra. Direzione Brighton, dove per una settimana si divideranno tra corsi d’inglese, visite culturali ed escursioni. Il gruppo si compone di nove ragazze e un ragazzo, tra i 16 e i 25 anni, con origini e percorsi diversi, ma con una caratteristica comune: sono tutti figli dei dipendenti di Markas. L’azienda altoatesina specializzata in servizi di pulizia, ristorazione e servizi complementari, ha deciso di rafforzare ulteriormente le sue strategie di welfare aziendale finanziando dieci borse di studio per favorire la formazione internazionale di ragazzi con curricola particolarmente promettenti. Così, Greta Arcolin, Martina Cannas, Alessia Cometto, Alecsandra Dragun, Federico Dutto, Belinda Hanson, Melany Francesca Ottonello, Irene Peroli, Martina Sgaria e Sara Stefanoni sono arrivati oggi a Bolzano da Verona, Padova, Brescia, Iglesias e Bergamo per ritirare il premio accompagnati dalle loro mamme, cogliendo l’occasione per visitare l’headquarter dell’azienda e trascorrere una giornata nel capoluogo altoatesino.

Nel nome di Mario Kasslatter

«Mio marito, Mario Kasslatter, ha sempre creduto molto nei giovani e ha chiesto a tutti noi di fare lo stesso. Solo così, diceva, potremo festeggiare ancora molti altri anniversari della nostra azienda. Per questo, abbiamo deciso di istituire la prima borsa di studio a suo nome, in occasione del quinto anniversario della sua scomparsa» – dichiara Haidrun Achammer Kasslatter, presidente e co-fondatrice di Markas. Ai figli dei dipendenti di tutta Italia è stato chiesto di candidarsi all’iniziativa e i primi venti finalisti sono stati selezionati sulla base del rendimento scolastico, del reddito familiare e di una lettera di presentazione. Questi ultimi hanno poi inviato un breve video e i migliori sono stati scelti dalla giuria composta dal professor Alfredo De Massis, docente e direttore del Centro per la gestione delle imprese familiari della Libera Università di Bolzano, dal food blogger Stefano Cavada e dalla consulente HR di EasyRECrue Agnese Bottaro. «Iniziative di questo tipo sono molto stimolanti per i ragazzi e rappresentano un beneficio importante per le aziende, specie per le realtà familiari che spesso sono penalizzate nell’immaginario comune perché si pensa che possano essere poco meritocratiche, ma non è così e Markas lo dimostra. – spiega De Massis. E precisa – Le imprese familiari nascono per essere tramandate di generazione in generazione, dunque hanno un orientamento di lungo periodo e tendono a creare un progetto di crescita reale per le loro risorse umane. Per queste imprese, infatti, oltre agli obiettivi familiari, contano molto gli aspetti legati al capitale socio-emotivo e mantenere un clima sano in azienda è una vera e propria mission».

Markas e il welfare

Markas, infatti, che conta 7 mila collaboratori solo in Italia, con tre sedi all’estero per un totale di 9 mila collaboratori, da tempo sperimenta diversi pacchetti di welfare: dal “Markas Family” alla “Markas Academy” a cui ora si aggiunge la borsa di studio. Una prima edizione a cui, con tutta probabilità, ne seguiranno altre che coinvolgeranno i figli dei dipendenti di tutti i Paesi in cui l’azienda opera. «È un onore sostenere questi ragazzi nel processo di crescita, consentendo loro di affiancare a una formazione didattica una più esperienziale. – commenta il direttore generale Evelyn Kirchmaier-Kasslatter –  Andare all’estero, imparare le lingue, essere intraprendenti, potenziare le soft skills è fondamentale e consentirà loro di realizzarsi al meglio nel futuro». E riconosce: «Le mamme di questi ragazzi sono la nostra immagine davanti ai clienti. Fanno un lavoro faticoso e socialmente non molto considerato: sappiamo di non poter fare molto per incidere sulle loro retribuzioni, ma possiamo adottare strumenti specifici per renderle più serene in termini di servizi offerti e di progetti dedicati. Così, se aumenta la soddisfazione, migliora il loro modo di lavorare con, di conseguenza, un beneficio per l’intero business aziendale».

Silvia Pagliuca

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