Unibz, soluzioni creative per la protezione del personale sanitario

La scarsità di maschere protettive per il personale sanitario è attualmente uno dei problemi che sta aggravando la già critica situazione degli ospedali italiani. La Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano propone due iniziative per contribuire ad affrontare questa emergenza.

“Data la situazione attuale, in cui le autorità in tutto il mondo manifestano difficoltà ad ottenere i dispositivi di protezione necessari, riteniamo che ci sia una grande disponibilità da parte della comunità internazionale del design e della produzione per sviluppare soluzioni alternative alle urgenti necessità locali”, afferma il prof. Nitzan Cohen, preside della Facoltà di Design e Arte, che descrive così due progetti nati proprio nella sua Facoltà. “Si tratta di soluzioni open source che altri possono utilizzare o migliorare”, spiega Cohen, “È questo il punto di partenza delle nostre attuali iniziative e collaborazioni. Poiché i designer sono generalmente dei professionisti che risolvono i problemi, cerchiamo di ottimizzare l’esistente”.

Il primo progetto è una maschera protettiva che può essere assemblata a partire da una semplice maschera da snorkeling e da alcuni materiali di uso comune. Il processo che la trasforma in un dispositivo di protezione, parte dalla modifica del sistema di respirazione. Dalla maschera viene staccato il boccaglio agganciato sulla parte superiore e, al suo posto, montato un filtro di un ventilatore meccanico, grazie a due pezzi di tubo in silicone, sterilizzabili e adattabili, a fungere da raccordo. Per fissare più stabilmente il ventilatore al tubo e alla maschera, si possono inoltre sfruttare delle semplici ed economiche fascette di plastica come quelle usate dagli elettricisti. In allegato troverete le istruzioni dettagliate per realizzare l’operazione. L’idea di questa maschera è venuta a Marco Benvenuti, imprenditore di Bosco Mesola (Ferrara), che l’ha ulteriormente sviluppata a Bolzano assieme al prof. Kuno Prey della Facoltà di Design e Arti e allo pneumologo dell’Ospedale San Maurizio di Bolzano, dott. Alessandro Zanforlin. “Nel mio lavoro di designer ho sempre seguito il principio di ottenere molto con mezzi semplici”, sostiene Prey, “In questo caso, grazie all’incrocio di competenze diverse, siamo riusciti a sviluppare una soluzione rapida per rispondere a un bisogno urgente del personale sanitario”. Oltre all’apporto di Marco Benvenuti ed Alessandro Zanforlin, Kuno Prey sottolinea il sostegno dell’imprenditore di Tecnomag Alfred Mitterdorfer, che ha consigliato il gruppo sui componenti da usare per il collegamento di ventola e maschera. La maschera chiaramente non è omologata perché ciò richiederebbe tempi molto lunghi, incompatibili con la situazione che stiamo vivendo negli ospedali. Tuttavia, se le aziende sanitarie ne fossero convinte, si tratta di un prodotto che nei prossimi giorni potrebbe essere realizzato in grandi quantità

Una seconda iniziativa è attualmente in corso di realizzazione da parte del prof. Nitzan Cohen, preside della Facoltà di Design e Arti, nel BITZ unibz fablab e nel Maker Space al NOI Techpark: una maschera protettiva in plexiglas – già in uso negli ospedali (foto in allegato) – e che garantisce un’ulteriore protezione a occhi e viso. Attualmente la Facoltà ne sta producendo diverse centinaia.

I due prodotti sono in corso di realizzazione grazie all’inventiva e all’impegno della seguente équipe multidisciplinare: per unibz, il prof. Nitzan Cohen, il prof. Kuno Prey, Ignacio Merino, Curzio Castellan (responsabile delle officine unibz) e Katrin Kofler (coordinatrice BITZ unibz fablab), a cui si aggiungono l’imprenditore Marco Benvenuti di Bosco Mesola (Ferrara), il dott. Alessandro Zanforlin dell’Ospedale San Maurizio di Bolzano, l’imprenditore Alfred Mitterdorfer (Tecnomag) e Walter Weissensteiner, coordinatore del Maker Space al NOI Techpark.

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