Come cambia il turismo sostenibile in Alto Adige: lo studio

Il turismo in Alto Adige sta vivendo un periodo mai sperimentato prima. Dopo stagioni da record in cui arrivi e presenze sono aumentati anno dopo anno, ora l’incertezza e le normative stringenti hanno cambiato il comportamento di turisti e locali. Questo momento di stallo può essere l’occasione per analizzare lo sviluppo recente e ragionare sulla capacità del settore di resistere e superare momenti di crisi. Con questa premessa Eurac Research con il supporto di IDM Südtirol Alto Adige e la Giunta Provinciale della Provincia di Bolzano ha promosso la creazione dell’Osservatorio sul turismo sostenibile in Alto Adige: un progetto permanente per raccogliere dati, analizzare costi e benefici del settore e supportare i decisori nella gestione dei flussi. Il primo rapporto annuale dell’Osservatorio è ora disponibile sul sito https://sustainabletourism.eurac.edu.

Dal 1970 in Alto Adige il numero dei pernottamenti annuali in tutti gli esercizi ricettivi è più che triplicato, passando da circa dieci a oltre 33 milioni. Per quanto riguarda l’impatto sull’economia locale, oggi il contributo del solo settore alberghiero e della ristorazione al PIL altoatesino supera l’11 per cento (dato Istat 2016 – ultimo disponibile). Sono numeri brillanti per l’economia, ma che sollevano alcune domande sulla sostenibilità del sistema. Cosa comporta l’arrivo di 7,5 milioni di turisti ogni anno per la vita della popolazione locale? Come fare per mantenere florido il settore turistico, limitando i suoi impatti sulla natura e sull’uomo? E cosa succede se, per cause di forza maggiore, il turismo si ferma? “Se questi numeri non lasciano dubbi sulla sostenibilità economica del settore, guardando al futuro è importante andare oltre” spiega Anna Scuttari, economista del turismo e dell’ambiente e responsabile del rapporto.

Turismo sostenibile, lo studio

L’analisi prende in considerazione gli impatti su società, ambiente ed economia. Emerge per esempio che il turismo è abbastanza diffuso e coinvolge la gran parte dei comuni, permettendo così una maggiore dispersione e minori problemi di sovraffollamento. L’Alto Adige inoltre, dipende poco dal traffico aereo; ha molti ospiti italiani e tedeschi che implicano, a livello globale, meno emissioni inquinanti da trasporto. I turisti sono tuttavia ancora troppo legati ai mezzi privati, sia per arrivare, sia per spostarsi una volta in Alto Adige. Sulla mobilità si registrano però anche segnali incoraggianti: nel 2012 sono state attivate solo 256 mila carte della mobilità, nel 2018 il numero è salito a 1,7 milioni, segnale che le politiche di incentivo al trasporto pubblico in loco hanno funzionato bene.

Per quanto riguarda le strutture ricettive, è sempre crescente l’attenzione a utilizzare prodotti alimentari sostenibili e regionali. La volontà di minimizzare l’impatto su ambiente e società è dimostrata anche dal numero crescente di certificazioni volontarie come Klima Hotel ed Ecolabel. La qualità dell’offerta continua a crescere e con essa aumenta il numero di servizi, anche di lusso, offerti agli ospiti. “I dati mostrano come nel turismo ogni fenomeno porti con sé molteplici conseguenze: la crescita dell’intensità turistica fa aumentare per esempio gli occupati del settore, ma anche i prezzi dei beni e servizi per i locali. La chiave è trovare il giusto equilibrio tra il sostegno alle imprese turistiche, le condizioni dei lavoratori e la loro formazione, tra gli ospiti e le comunità locali, tra la fruizione del territorio e la tutela dell’ambiente” così Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies di Eurac Research.

Le conseguenze della crisi

Ma quali saranno le conseguenze della crisi legata a Covid-19? “In uno studio che abbiamo condotto di recente in collaborazione con l’Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio è emerso che per il 2020 le aziende del settore alberghiero si aspettano un calo del fatturato di quasi il 50 per cento”, spiega Andreas Dibiasi, economista del Center for Advanced Studies. “La situazione attuale sta creando molta incertezza, ma raccogliere dati ci dà la possibilità di guardare alle crisi passate, per quanto diverse, e di constatare che il turismo in Alto Adige ha sempre dimostrato una grande capacità di ripresa” continua Scuttari.

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