Turismo di massa in Alto Adige, Hochgruber Kuenzer: «Serve una forte educazione ambientale»

In tre giorni 14 persone sono cadute nelle acque gelate del lago di Braies, tra queste anche un bambino di sette mesi. Il lago di Braies si conferma, suo malgrado, un osservatorio privilegiato per i fenomeni legati al turismo di massa “mordi e fuggi”. Quando succedono incidenti di questo tipo, l’opinione pubblica si aspetta dalla politica risposte immediate. Il sindaco aveva emesso ordinanze di divieto, largamente ignorate. Ci saranno probabilmente maggiori controlli nei prossimi fine settimana. Ma è davvero questa la risposta?

“Io sono convinta che la questione non può limitarsi ai controlli, anche se questi certamente sono di aiuto in una situazione di emergenza. Qui siamo di fronte ad un fenomeno sociale mai visto prima” afferma l’assessora Maria Hochgruber Kuenzer. “Migliaia di persone che anche in questa stagione scelgono di andare a Braies per un selfie da pubblicare sui social e che non hanno nessuna conoscenza dell’ambiente montano in cui si trovano. Persone che non sanno valutare il pericolo di un lago ghiacciato in primavera, con numerose chiazze di acqua già evidenti. Persone che hanno perso qualsiasi contatto con la natura e con la capacità di valutare la situazione in cui si trovano, persone che ignorano i divieti posti per la loro sicurezza. La questione di fondo rimane sempre la stessa: quale tipo di sviluppo territoriale vogliamo per la nostra provincia?”

La Rete dello Sviluppo, Turismo e Mobilità della Fondazione Dolomiti UNESCO, coordinata per tutte le Dolomiti dalla Ripartizione natura, paesaggio e sviluppo del territorio della Provincia di Bolzano, monitora costantemente i maggiori hotspot delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Nel 2018, tra giugno e settembre, hanno visitato il Lago di Braies 1.215.540 persone, con una media di 12.694 persone in agosto e una giornata picco di 17.874 il 16 agosto.

A Braies, così come nelle Tre Cime, siamo all’interno di due dei sette Parchi naturali dell’Alto Adige. I 7 Parchi naturali dell’Alto Adige, anche grazie alla rete dei 7 Centri visite e dei 5 Punti informativi diffusi su tutto il territorio, hanno un ruolo fondamentale nell’educazione ambientale, con molte iniziative rivolte anche ai più giovani, tra cui ad esempio l’iniziativa Junior Rangers che educa alla conoscenza degli habitat, della flora, della fauna e degli aspetti culturali dei Parchi. “Come coordinamento Dolomiti UNESCO in Alto Adige lavoriamo insieme ai diversi portatori di interesse, tra cui le Associazioni turistiche. Il progetto “Achtsam am Berg – Rispetta la montagna” è la dimostrazione di come si possa collaborare per incoraggiare un turismo attento e rispettoso dell’ambiente montano”.

“La gestione della mobilità è un fatto importante” – continua l’assessora – “ma occorre lavorare di più in rete, rafforzare le collaborazioni e superare una visione ancora molto settoriale per sensibilizzare e informare le persone da un lato, e dall’altro per evitare forme di promozione su larga scala di aree già molto frequentate, come il lago di Braies o le Tre Cime. Anche il marketing deve tenerne conto, altrimenti alimentiamo un circolo vizioso: più un luogo viene fotografato e condiviso, più aumenta il suo grado di attrattività e molte altre persone vi si recano per il solo fatto di poter dimostrare di averlo visitato. Come dimostrano anche le ricerche condotte dalla Rete dello Sviluppo, Turismo e Mobilità in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, la frequentazione di massa riduce fortemente la qualità percepita dell’esperienza e molti turisti tornano a casa delusi”.

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