Trenino del Renon, round giudiziario alla Provincia: sequestro dei treni confermato

Ha più di 110 anni, per la precisione 114, e probabilmente non si immaginava di trovarsi al centro di una vicenda arrivata alle «carte bollate». Stiamo parlando del trenino del Renon, al centro di uno scontro fra Sad e Provincia di Bolzano. La concessionaria di trasporto pubblico, infatti, aveva manifestato l’intenzione di vendere e trasferire all’estero i mezzi.

Trenino del Renon, la decisione del tribunale

Il tribunale civile di Bolzano ha confermato venerdì 30 aprile il sequestro conservativo dei treni per le tramvie del Renon e per gli impianti funiviari del Renon e della Mendola, gestite da SAD stessa, ma finanziati al 100% dalla Provincia di Bolzano. «La decisione del Tribunale conferma la linea seguita dalla Provincia. I beni finanziati con fondi pubblici restano in mano pubblica – afferma l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider parlando del trenino del Renon  – in tal modo possiamo continuare a garantire ai cittadini il servizio sul Renon e la Mendola».

Secondo la Provincia, il tentativo di SAD di vendere i beni del servizio pubblico avrà conseguenze legali. In questi giorni tutte le domande di sospensione della gara sugli autobus e sull’affidamento degli impianti a STA sono state respinte dal TAR di Bolzano. «Abbiamo piena fiducia nei Tribunali e ora proseguiamo con il nostro modello di trasporto pubblico sostenibile, con servizi sempre più nell’interesse delle cittadine e dei cittadini altoatesini. Un modello corretto, nel rispetto delle norme giuridiche e senza pressioni di singoli», conclude Alfreider.

Quella riguardante il trenino del Renon però pare essere una vicenda che porterà avanti ancora strascichi giudiziari. Con buona pace di un mezzo di trasporto che ormai è entrato nella storia della mobilità bolzanina. «Il trenino del Renon – diceva Arno Kompatscher in occasione dei 110 anni – rappresenta un modello di successo per la mobilità sostenibile nelle zone di montagna, nonchè un esempio da seguire per quanto riguarda la convivenza fra antico e moderno».

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