Tirocinio, utile per 9 studenti su 10. Ma scricchiola l'attrattività altoatesina

Gli studenti della Libera Università di Bolzano giudicano positivamente i tirocini obbligatori e facoltativi presso aziende e istituzioni. Dall’attuale sondaggio, il sesto dal 2013, arriva una conferma per l’IPL e l’Unibz sulla qualità dei posti per tirocinanti. Il tirocinio universitario viene considerata una valida opportunità per entrare nel mondo del lavoro. Da diversi anni gli studenti della Libera Università di Bolzano vengono intervistati sistematicamente in ordine alle loro esperienze con i tirocini aziendali. Il quesito principale del sondaggio, effettuato dal 2013 dall’IPL | Istituto Promozione Lavoratori in cooperazione con il Servizio Tirocini e Placement dell’Unibz, è ovviamente quanto i tirocinanti si sentano utili per l’azienda che li accoglie. Nel sondaggio 2017, l’87% degli intervistati risponde di aver svolto durante il tirocinio attività utili sia per loro che per l’azienda. «Tuttavia, la quota di coloro che si ritengono dei factotum ha di nuovo superato la soglia del 10%», sottolineano i due ricercatori dell’IPL, Anna Tagliabue e Werner Pramstrahler. Tra coloro che pensano di essere stati impiegati come factotum prevalgono soprattutto gli studenti con tirocinio svolto in Italia (15%). Poco meno del 2% ha ritenuto invece di essere stato un “peso” per l’azienda.

Il sondaggio dell’IPL conferma l’attenzione che le aziende e le organizzazioni ospitanti riservano ai tirocinanti. Gli studenti indicano un grado elevato di soddisfazione in ordine al tutor aziendale (6,2 su una scala da 1 a 7). Resta stabile la quota di intervistati che consiglierebbe senza alcuna limitazione anche ad altri il proprio posto di tirocinio (60%), mentre un ulteriore 37% lo consiglierebbe nel complesso. Questo quadro positivo non vale tuttavia per tutti: «Gli studenti della facoltà di economia e i tirocinanti che hanno assolto il proprio tirocinio in un’altra provincia italiana danno giudizi più negativi all’affiancamento in azienda rispetto ai colleghi delle altre quattro facoltà», spiega Anna Tagliabue.

Attività e struttura sono i criteri di scelta

Nella scelta del posto di tirocinio gli studenti danno particolare importanza all’attività (64%), al tipo di azienda (oltre 60%), al momento ideale durante il percorso di studio (38%) e alla vicinanza al luogo di residenza (16%). Il compenso rientra solo per l’8% nei due criteri principali di decisione. Due tirocinanti su tre (63%) ricevono un compenso in forma economica oppure in forma di prestazioni. Dato che oltre la metà degli intervistati (58%) svolgono anche altri piccoli lavori, i tirocini spesso non sono l’unica esperienza lavorativa e nemmeno l’unica fonte di guadagno per gli studenti. «L’alto tasso di occupabilità e la soddisfazione per il proprio lavoro dei nostri laureati ci mostrano che l’entrata nel mondo del lavoro dopo la laurea nella maggior parte dei casi avviene senza difficoltà. Le esperienze pratiche che gli studenti svolgono durante gli studi sono fondamentali per la transizione dallo studio al lavoro» spiega il rettore Paolo Lugli.  I tirocinanti confermano che il tirocinio è importante per entrare nel mercato del lavoro: quasi uno studente su cinque ritiene che il tirocinio universitario sia un trampolino di lancio abbastanza diretto verso il mercato del lavoro. Il 24% ottiene un’occupazione permanente o a progetto nell’azienda ospitante, tra gli informatici arriva addirittura al 40%. «Per l’Unibz è importante che una quota relativamente alta di studenti di master indichi di aver ottenuto, grazie al tirocinio, un’occupazione permanente (6%) o una cooperazione a progetto (12%)», dichiara Iris Tappeiner del Servizio Tirocini e Placement della Libera Università di Bolzano. Il 6% degli studenti che frequentano un master era occupato già prima dell’inizio del tirocinio nell’azienda ospitante.

Le opportunità di trovare un buon lavoro sono giudicate positive

Alla domanda di come valutino le opportunità di lavoro di un laureato nella loro materia su una scala da 1 a 7, i tirocinanti hanno risposto nel 2017 con una valutazione media di 5,1, la più alta dal 2014. Particolarmente ottimisti sono gli studenti della facoltà di informatica (valore medio: 6,1), i più pessimisti quelli della facoltà di design (3,8). Come nei precedenti sondaggi risultano particolarmente fiduciosi gli studenti altoatesini (5,2) e quelli di Paesi europei (5,5), mentre gli studenti delle altre province italiane si esprimono tradizionalmente con più cautela (4,7).

L’Alto Adige è un mercato di lavoro attraente, ma…

Nel 2017 è stato rilevata per la prima volta l’attrattività del mercato del lavoro altoatesino per i tirocinanti universitari. Mentre la valutazione complessiva è di 5,2, gli studenti di informatica esprimono con 4,7 la valutazione più bassa rispetto alle facoltà, e gli studenti Unibz con un diploma di maturità conseguito all’estero il 4,6. Vengono giudicate attrattive le molteplici opportunità professionali, ciò non vale per compensi e le possibilità di carriera, che vengono percepiti inferiori rispetto ad altri Paesi. I tirocinanti dell’università di Bolzano ritengono inoltre che l’Alto Adige sia più chiuso e concentrato su se stesso. «Visto che i futuri laureati sono caratterizzati da un’elevata mobilità, la loro valutazione sull’Alto Adige come luogo di lavoro risulta molto importante, soprattutto alla luce del crescente fabbisogno di operatori qualificati, pur trattandosi di impressioni generalizzate», sottolinea Werner Pramstrahler.

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