Competenze plurilingui eccellenti tra gli studenti dell'Alto Adige: il 45% ne parla quattro

In Adige Adige gli studenti hanno competenze plurilingui eccellenti. Lo attesta uno studio di Eurac Research che ha messo a punto strumenti per rilevare il plurilinguismo nelle scuole e ha raccolto per la prima volta repertori linguistici individuali. Felix, che frequenta le scuole medie in val Gardena, parte con i genitori per una vacanza in Francia. All’inizio è intimidito e gli è difficile giocare con gli altri ragazzi. Ma alla fine, grazie a un mix di ladino, tedesco, italiano e anche un po’ di inventiva, si sorprende a interagire. Negli ultimi giorni di vacanza va persino a fare la spesa da solo nel negozio del paese, anche se la commessa parla solo francese.

Questo è solo uno dei tanti esempi raccolti da Eurac Research e confluiti nei 240 repertori linguistici di studenti delle scuole in lingua italiana, tedesca e delle valli ladine dell’Alto Adige. Il racconto di Felix mostra come i ragazzi siano consapevoli delle loro risorse plurilingui ed è proprio questo che la ricerca voleva analizzare: non tanto le competenze in una singola lingua, ma le competenze trasversali a più lingue in situazioni autentiche. Per potersi focalizzare su questo aspetto i ricercatori hanno messo a punto strumenti di rilevazione originali.

Per tre anni i linguisti di Eurac Research hanno raccolto i repertori linguistici di 240 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado in lingua italiana, tedesca e delle valli ladine dell’Alto Adige, nella cornice dello studio RepertoirePluS. In totale, hanno incontrato 29 lingue. Il 45% degli studenti coinvolti nella ricerca ha competenze in quattro lingue standard, il 30% in tre. Il resto degli studenti parla da cinque a sei lingue, qualcuno persino sette o otto. Alle lingue standard si aggiungono 32 tra dialetti codificati e varianti locali. La ricerca non si è limitata a indagare i numeri della varietà linguistica; un altro aspetto originale è rappresentato dalle modalità di indagine del plurilinguismo individuale. Appositamente per lo studio RepertoirePlus è stato sperimentato un mix di metodi di rilevamento quantitativo e qualitativo: un questionario ampio e dettagliato, interviste in focus group e il cosiddetto “Villaggio delle lingue”.

Il Villaggio delle lingue nasce come strumento didattico per insegnare le lingue straniere e consiste nel simulare situazioni quotidiane nelle quali gli apprendenti possano mettere in campo, al di fuori della classe, le proprie competenze linguistiche. Nella cornice di RepertoirePlus il Villaggio delle lingue è stato usato per creare contesti multilingui, con la presenza anche di lingue non insegnate a scuola: in questo modo i ricercatori hanno potuto osservare, per la prima volta, come se la cavano gli studenti alla prova dei fatti. “Abbiamo osservato quanto i ragazzi siano consapevoli del proprio repertorio linguistico e come si percepiscano come persone plurilingui. Sono molto autonomi nel muoversi: per esempio hanno realizzato degli origami seguendo istruzioni in olandese o rumeno pur non avendo mai studiato quelle lingue”, spiega la linguista Dana Engel, responsabile del progetto. “Gli studenti con i quali abbiamo lavorato sono molto curiosi rispetto alle lingue nuove e si rendono conto che possono essere utili per stabilire contatti con le persone. Anche solo un paio di parole potrebbero far comodo prima o poi”. Sembrerebbe che gli studenti dell’Alto Adige siano già depositari di ricche competenze plurilingui; la ricerca in ambito linguistico può sostenerli concretamente rendendo queste competenze più visibili.

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