Sostenibilità, gli imprenditori accettano la sfida: chi inquina di più paghi di più

La sostenibilità o è a tutto tondo, o non é. Gli industriali altoatesini accettano la sfida degli anni 20: una produzione più pulita per un pianeta sostenibile. Il grido dei Friday’s for Future è arrivato chiaro ai vertici degli industriali che, nel corso del ricevimento di inizio anno, tenutosi quest’anno alla Pichler Projects, hanno accettato la sfida con orgoglio: «Gli investimenti delle nostre imprese in nuove tecnologie sempre più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale possono dare un contributo decisivo. Siamo talmente convinti di questo che sosteniamo in pieno il principio dei costi effettivi: chi inquina di più paghi di più, ma chi riduce le emissioni va premiato». Il discorso del presidente Federico Giudiceandrea è stata una rivendicazione del ruolo che l’industria e l’innovazione hanno oggi, e posso avere sempre di più, per un Alto Adige sostenibile: economicamente, logisticamente e anche ambientalmente.

Giudiceandrea: i numeri degli imprenditori

«Lo strumento principale per adattarsi al meglio al mondo che cambia è l’innovazione. Questo non vale solo per l’evoluzione genetica, ma vale anche per le società e per le imprese. E l’innovazione continua è una forma di apertura mentale che è indissolubilmente legata allo spirito imprenditoriale. Assieme alla mia squadra di Presidenza, assieme alle tante imprenditrici e imprenditori che collaborano nei diversi organi della nostra associazione, cerchiamo di proporre nuove soluzioni non solo per le nostre imprese, ma anche per la nostra società. Abbiamo a cuore lo sviluppo del nostro territorio, perché è qui che viviamo e lavoriamo. Le nostre imprese sono aperte al mondo, ma sono fortemente radicate in Alto Adige. Vogliono contribuire a portare avanti la nostra terra, a far crescere chi ci vive e chi ci lavora.

C’è un numero che vorrei sottolineare in modo particolare: 41.212. Tante sono le persone che lavorano nelle nostre imprese. Nel 2013 le imprese associate ad Assoimprenditori occupavano poco meno di 30.000 persone. Oggi il numero delle collaboratrici e dei collaboratori delle nostre imprese associate è salito a 41.212. Per darvi l’idea: se nella nostra Provincia esistesse una città popolata esclusivamente dai dipendenti delle nostre imprese associate, questa sarebbe la seconda città dell’Alto Adige dopo Bolzano. Cari ospiti, questi numeri dimostrano che non siamo “prenditori”, come ci definisce qualcuno: al contrario, le nostre imprese sono i più importanti “datori” di lavoro della nostra terra. Si tratta di posti di lavoro sicuri e ben retribuiti, in imprese che spesso sono leader mondiali nelle loro nicchie di mercato. Vedrete che in questo modo innescheremo un circolo virtuoso. Non c’è modo migliore di invogliare i nostri giovani a restare sul nostro territorio che mostrare loro le tante possibilità di sviluppo che offrono le imprese locali».

I giovani

«Per mantenere il nostro benessere, per garantire quella creazione di valore che fa dell’Alto Adige una delle venti regioni più ricche d’Europa, per produrre le risorse per finanziare i nostri servizi pubblici e il nostro welfare anche in futuro, avremo bisogno di nuovi cittadini e nuove cittadine. Senza persone non si cresce. Vale per le imprese esattamente come per le nostre famiglie. Anche per questo dobbiamo aprirci al mondo e percorrere nuove strade. Noi stiamo lavorando per dare il nostro contributo in questa direzione. Assieme ai sindacati, poche settimane fa, abbiamo presentato un pacchetto di proposte innovative per affrontare il caro-casa, sostenere i nostri giovani nell’acquisto di un alloggio, rendere più semplice l’affitto per chi vive, studia o lavora in Alto Adige. Su questo e su altri temi stiamo collaborando anche con i nostri amici delle altre associazioni economiche. Il dialogo con le parti sociali sulle sfide presenti e future è fondamentale per contribuire insieme a far crescere la nostra terra. Con l’università abbiamo messo in piedi una collaborazione molto solida. Tra poco più di un anno Bolzano avrà una sua facoltà di Ingegneria. Ne abbiamo davvero bisogno e speriamo che i nostri giovani, in particolare le ragazze, approfittino della nuova opportunità. Per percorrere nuove strade è indispensabile continuare a investire nella formazione: le nostre imprese lo fanno con grande responsabilità, anche perché l’aggiornamento continuo delle competenze è fondamentale per restare al passo con l’avanzamento della tecnologia. Con gli “Open Days per le scuole medie” le nostre imprese si stanno aprendo anche ai ragazzi e alle ragazze più giovani. Dal proficuo scambio che abbiamo con il mondo della scuola e della formazione stanno nascendo nuove idee e nuove proposte: una delle più interessanti riguarda la creazione di una English School che siamo convinti potrà diventare non solo un’opportunità in più per i figli dei nostri collaboratori provenienti da tutto il mondo, ma potrà arricchire anche la formazione dei giovani altoatesini. Ho cercato di costruire un rapporto molto diretto con i nostri giovani. L’apertura al dialogo permette di conoscersi meglio e il confronto è sempre stato molto stimolante. Questo dialogo mi ha rafforzato nella convinzione che i nostri giovani hanno un potenziale enorme di cui non possiamo fare a meno. Allo stesso modo non possiamo fare a meno del progresso, dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica che hanno migliorato e continuano a migliorare la vita di tutti noi. Questo aspetto l’ho sempre sottolineato quando ci siamo confrontati sul tema della sostenibilità».

La sostenibilità

«Si tratta di un campo in cui le nostre imprese non temono confronti. Agli occhi di molti l’industria altoatesina è spesso invisibile. Eppure l’industria è il più importante settore economico della nostra provincia in termini di occupazione di alta qualità, di export, di innovazione e di creazione di valore aggiunto. La nostra industria si evolve di continuo, non è più quella di 40 anni fa. Grazie alla sua forza innovativa da sempre dà un contributo essenziale per garantire tutela ambientale, sociale ed economica. Una spinta ulteriore arriverà grazie alla digitalizzazione che rivoluzionerà il nostro modo di vivere e di lavorare. Sono fiducioso che questo cambiamento sarà in meglio sotto tutti i profili – sociale, economico e ambientale – e sono certo che le nostre imprese faranno la loro parte con grande senso di responsabilità. Il “Patto di sostenibilità per il nostro territorio” lanciato dalla giunta provinciale ha la possibilità di diventare una vera e propria visione a lungo termine che abbia al centro l’attenzione verso le prossime generazioni. Ma anche quando parliamo di sostenibilità è necessario aprirsi. La penso esattamente come il nostro Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “La sostenibilità o è totale o non è”. “People, planet, profit”: sostenibilità sociale, ambientale ed economica sono necessariamente legate una all’altra. Se ci concentriamo su una sola di queste colonne e perdiamo di vista le altre, l’intero concetto di sostenibilità crolla. Per mantenerlo in piedi abbiamo bisogno di tutti e tre i pilastri – è un “insieme” e non un “contro”. L’approccio delle nostre imprese al tema della sostenibilità è globale. Prendiamo come esempio la mobilità. Le nostre imprese non sono il problema, ma grazie alla continua ricerca di innovazione ed efficienza sono una parte centrale della soluzione. Non è chiudendosi o introducendo inutili divieti che si risolvono i problemi. I circuiti globali non sono in concorrenza con i circuiti locali, ma al contrario li rafforzano. Pensiamo alla nostra agricoltura: solo grazie all’export riesce a vendere il milione di tonnellate di mele che produce ogni anno. Se volessimo vivere realmente a “chilometro zero”, ogni altoatesino e ogni altoatesina dovrebbero mangiare due tonnellate di mele l’anno. Lo stesso vale per il nostro turismo, che vive soprattutto degli ospiti che arrivano da fuori. E naturalmente vale anche per l’industria. In questa discussione c’è bisogno di onestà intellettuale: un Alto Adige che puntasse sulla chiusura e sui divieti, invece che sull’apertura e sul collegamento internazionale, non starebbe meglio. Al contrario: sarebbe semplicemente più povero. Anche in questo caso bisogna percorrere nuove strade, essere aperti all’innovazione. Abbiamo bisogno di infrastrutture di collegamento moderne ed efficienti per le persone e le merci, ma anche per l’energia e per i dati. Anche l’economia deve fare la propria parte.  In questo campo è stata lungimirante la scelta della Provincia di puntare su una tecnologia, l’idrogeno, su cui all’epoca avrebbero scommesso in pochi e che oggi invece sta ottenendo sempre più consensi. Quando si ha il coraggio di aprirsi al nuovo e di percorrere nuove strade i risultati arrivano, anche se forse non sono immediati. Anche la nostra più importante società di energia locale sta investendo molto sulle nuove tecnologie e spero che trovi il modo di sostenere anche lei la ricerca in questo settore specifico. Gentili ospiti del mondo della politica: anche il bilancio provinciale deve essere sostenibile! Gli investimenti che l’Alto Adige ha fatto negli anni passati sono stati alla base dello sviluppo positivo del nostro territorio e proprio nelle situazioni di emergenza che abbiamo vissuto negli ultimi mesi si sono rivelati decisivi per la sicurezza della popolazione. Allo stesso modo oggi siamo chiamati a prepararci al futuro affrontando con investimenti altrettanto strategici e lungimiranti le prossime sfide e avendo cura della manutenzione delle opere e infrastrutture già esistenti. Se vogliamo davvero orientarci ai bisogni dei nostri giovani, allora è indispensabile riportare sotto controllo la spesa corrente. Sfruttiamo questi anni in cui l’economia è in salute e i mezzi a disposizione sono ancora ingenti per prepararci per il futuro. Su tutti i capitoli di bilancio – a partire dai più importanti come sanità, personale o sociale – sono possibili economie. Dobbiamo agire con responsabilità, chiederci quali servizi sono davvero essenziali e a quali spese possiamo invece rinunciare, puntare su centri di eccellenza e sfruttare semplificazione e digitalizzazione per rendere più snella la macchina amministrativa».

Il nostro ruolo in Italia e in Europa

«È passato poco più di un mese da quando abbiamo ospitato in Alto Adige i Presidenti di Italia e Austria. È stato un momento pieno di significato, in cui il nostro “Landeshauptmann” ha rimarcato con orgoglio e a ragione che è molto più importante quello che ci unisce che non quello che ci divide. Pieno di significato è stato anche il discorso che il Presidente Mattarella ha tenuto in occasione della visita a Roma del suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier. Un discorso in cui è stato citato espressamente il Business Forum tra Confindustria e “Bundesverband der deutschen Industrie” che la nostra associazione organizza e ospita ogni anno a Bolzano dal 2010. Il Brennero oggi non è più confine, ma cerniera. Il nostro ruolo di piattaforma di incontro tra il Nord e il Sud dell’Europa ci viene riconosciuto anche ai più alti livelli istituzionali e questo è un motivo di orgoglio e ci conferma nel nostro impegno a contribuire in prima persona alla costruzione di un’Europa sempre più unita. Guardiamo con preoccupazione a quanto sta accadendo a Roma: l’Italia ha bisogno di un governo stabile, che si occupi delle reali priorità del Paese: invece di introdurre nuove tasse o nazionalizzare le imprese bisogna sbloccare gli investimenti, ridurre il cuneo fiscale, combattere la disoccupazione giovanile. Abbiamo bisogno di decisioni coraggiose. Lo stesso coraggio lo auguriamo anche alla nuova Commissione Europea: solo se anche l’Europa saprà aprirsi e percorrere nuove strade riguardo a temi come l’immigrazione, il cambiamento demografico o i rapporti con le altre potenze mondiali, saremo in grado di mantenere il nostro ruolo di leader per quanto riguarda le politiche sociali e la sostenibilità e restare l’area economica più integrata e avanzata del mondo».

L’industria, la carta vincente

«Ci sono tante sfide che in questo nuovo anno dovremo affrontare in Europa, in Italia e in Alto Adige. Sono convinto che a tutti i livelli le imprese industriali potranno dare un contributo sostanziale. Ricordiamoci ad esempio che Germania e Italia, i primi due Paesi industriali europei, messi insieme esportano più degli Stati Uniti e della Cina. E grazie al valore aggiunto che crea soprattutto l’industria, la metà dei contributi sociali che vengono versati a livello mondiale finiscono a cittadine e cittadini europei. Anche in Alto Adige sono le imprese dell’industria e dei servizi ad essa associati a creare il maggior valore aggiunto. Oltre l’80 per cento delle esportazioni provinciali e più del 70 per cento degli investimenti in innovazione sono generati dal settore manifatturiero. Le imprese innovative e più aperte ai mercati internazionali sono quelle che investono di più, garantiscono i posti di lavoro più sicuri e meglio retribuiti e creano il maggior valore sul territorio. Sono grato alla giunta provinciale, al Presidente della Provincia Kompatscher per il proficuo confronto sulle strategie per l’innovazione e all’assessore provinciale all’Economia Achammer per aver riconosciuto l’importanza dell’attività industriale, creando i presupposti affinché i Comuni nell’elaborazione dei loro piani acustici possano far cadere limitazioni controproducenti nelle zone produttive a prevalente attività industriale. Mi auguro che questa stessa importanza venga riconosciuta anche quando sarà il momento di definire le aree insediabili una volta che sarà in vigore la nuova legge urbanistica provinciale. Cari ospiti, le imprese della nostra industria sono pioniere quando si tratta di aprirsi al mondo e percorrere nuove strade. È all’interno delle imprese che si fa innovazione, sono le imprese che con i loro prodotti di alta qualità portano l’Alto Adige nel mondo: istituzioni come il NOI Techpark riusciranno a creare il maggior valore aggiunto per il nostro territorio solo cercando la collaborazione con le nostre imprese. Sono le imprese dell’industria che rappresentano al meglio la naturale vocazione ad aprirsi al mondo e a percorrere nuove strade. In questo senso ringrazio tutti voi, colleghi imprenditori e colleghe imprenditrici, per il contributo che date e che continuerete a dare allo sviluppo del nostro Alto Adige».

I premi e la Pichler

Il ricevimento di Assoimprenditori è anche il tradizionale appuntamento dell’Alto Adige a inizio anno. Non solo rappresentanti dell’economia ma anche della società civile e della politica hanno affollato il capannone della Pichler Projects in zona industriale. Walther Pichler e la figlia Tanya, nuova generazione pronta a prendere in mano le redini di un’azienda leader a livello mondiale per strutture in acciaio e facciate, hanno presentato il nuovo logo e il nuovo nome che rappresentano la naturale evoluzione della Stahlbau Pichler. «Il logo è nuovo ma la nostra passione per il lavoro è rimasta intatta», assicura la nuova generazione imprenditoriale. Davanti a loro la Dolomiten ha premiato gli imprenditori dell’anno, i fratelli Oberrauch della Finstral e i manager dell’anno, i fratelli Biasi della Microgate.

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