Settequerce, l'espansione dell'area produttiva cancella il verde agricolo: residenti e WWF si oppongono

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Capannoni e impianti al posto del verde agricolo delle campagne altoatesine. È questo lo scenario che rischia di concretizzarsi a Settequerce, frazione a metà strada tra Terlano e Chiusa. Qui l’amministrazione comunale ha deciso lo scorso settembre di ampliare l’area produttiva Enzenberg andando così a cancellare ben undici ettari di vigneto biodinamico (115mila metri quadrati). L’areale produttivo raggiungerebbe così una grandezza di 20 ettari totali, che verrebbe però sottratto a diverse attività agricole. Una decisione che rischia di avere ripercussioni negative sotto diversi punti di vista e che ha fatto infuriare i residenti della zona che sperano in un naufragio del progetto.

Il residence Rubatsch

Già, perché l’ampliamento previsto andrebbe a coinvolgere anche il residence Rubatsch, costruito circa 10 anni fa e popolato da ventisei famiglie divise in quattro condomini. Da loro è nata una raccolta firme e una campagna di sensibilizzazione rivolta anche ai cittadini delle frazioni vicine, per dire no a questo progetto e sostenuta dal consigliere comunale Alexander Höller. Il residence si sviluppa infatti su via Rubatsch che corre al confine con l’area di proprietà̀ del Conte Enzenberg. L’ampliamento della zona circonderebbe quindi gli edifici su tre lati.

Molte di queste famiglie hanno deciso consapevolmente anni fa di acquistare un appartamento in questo residence proprio per vivere a contatto con la natura e il verde, lontano da smog e impianti produttivi, e ancora oggi hanno il mutuo sulle spalle. L’ampliamento della zona provocherebbe un cambiamento drastico per loro, cancellando la vita di campagna promessa al momento dell’acquisto, e rimpiazzandola con l’inquinamento dato dal volume di traffico spropositato che si verrebbe a creare. Una scelta di difficile comprensione, se si conta che a soli pochi chilometri si estende la zona produttiva di Bolzano dove molte imprese potrebbero trovare spazio per le proprie attività. “Oltre alla distruzione della flora e della fauna presenti, i lavori si svolgerebbero anche vicino alle zone di protezione dell’acqua potabile. È un progetto assurdo e speculativo”, spiegano i promotori della raccolta firme.

Il terreno per la costruzione del residence è stato venduto oltre 12 anni fa per un importo di vendita finale di circa 8 milioni di euro. “Oggi chi ha venduto a e guadagnato alla grande per la costruzione del residence, vuole venir meno alla promessa di una casa nel verde – proseguono i residenti -. Questo progetto oltre che rovinare l’ambiente, va contro il valore e il rispetto della proprietà altrui. Non è un progetto indispensabile e notiamo una grande arroganza politica, dove i soldi vogliono sempre schiacciare il più debole”.

“Sul territorio provinciale ci sono molte aree produttive non utilizzate che potrebbero essere messe a disposizione delle imprese. Ma ovviamente è più facile e veloce quando si vende una grande area agricola. Ma semplice e veloce non significa sempre orientato al futuro e sostenibile. Se venissero individuati nuovi terreni per aree commerciali, questi dovrebbero almeno essere posizionati strategicamente e collegati ai principali assi di traffico. Ne è un esempio la zona di via Einstein a Bolzano”, precisa il consigliere Höller in una nota.

Stand per la raccolta firme

La denuncia del WWF

E in campo, al fianco dei residenti, è sceso anche il WWF di Bolzano che si è detto preoccupato per le diverse specie animali che vivono nel vigneto. “Ci sono lepri, alcune specie di uccelli, piccoli mammiferi, insetti. Lo scorso anno ha nidificato addirittura l’upupa, una specie rarissima in Alto Adige. La trasformazione da area agricola coltivata con il metodo biodinamico, ad area artigianale, causerebbe la cementificazione e perdita di un terreno attualmente utilizzato per una forma di viticoltura sostenibile”, si legge in una nota.

Terreni che sono ormai rari in Alto Adige. Come riportato dall’Assessora provinciale Hochgruber Kuenzer, solo il 3,7% della superficie totale dell’intera Provincia è ancora potenzialmente utilizzabile. Proprio a Palazzo Widmann è rivolto l’appello: “Il consumo di suolo sta cancellando gran parte delle aree naturali e seminaturali delle valli dell’Alto Adige – prosegue il WWF -. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici, per la tutela del paesaggio e delle specie animali e vegetali. Evitare di cementificare il suolo è di fondamentale importanza anche per la sicurezza alimentare. Mai come oggi è necessario tutelare il vigneto, il paesaggio e la biodiversità, e raggiunga al più presto l’obiettivo di consumo di suolo zero come viene richiesto dall’Unione Europea”.

Alexander Ginestous

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