Self service, il lato oscuro dell'energia

Il parlamento italiano sta approvando la riforma del Senato, che accentra il potere del Governo rispetto alle Regioni, accentuando per contro l’autonomia degli enti a statuto speciale. Da sempre al centro di polemiche che ne mettono in dubbio efficienza e trasparenza, le autonomie speciali si sono sempre dipinte come modello di buone pratiche nell’amministrazione della cosa pubblica. “Sono le altre Regioni che devono diventare come noi” aveva detto nell’arena televisiva dell’altoatesina Lilli Gruber il neo governatore Arno Kompatscher.

SELf service, libro inchiesta di Christoph Franceschini

self-service-uno-scandalo-altoatesino_XL“SELf service” di Christoph Franceschini (Raetia Verlag, 392 pagine, 17,90 euro), giornalista d’inchiesta altoatesino che mercoledì 3 dicembre presenterà “Bankomat”, il suo nuovo libro sulla Sparkasse (ore 18.00, Parkhotel Laurin), svela invece “il lato oscuro” dell’autonomia speciale, dove pressioni di partito e interessi personali condizionano e limitano il libero mercato, la concorrenza e lo sviluppo di un’economia sana. A Bolzano ciò ha significato il monopolio sull’oro bianco, l’energia idroelettrica: poco meno di un migliaio di centrali gestite da una società quasi interamente provinciale, SEL Spa, garantiscono 621 milioni di fatturato annuo consolidato (dato 2013).

La coincidenza fra l’ente banditore delle gare per le concessioni idroelettriche (Provincia) e il principale soggetto economico candidato ad aggiudicarsele (SEL Spa) ha determinato un vero e proprio incesto che, scoperchiato nel 2009 dalle inchieste giornalistiche di Christoph Franceschini e sanzionato dalla magistratura con le condanne penali (già passate in giudicato) dell’assessore provinciale all’Energia e dei vertici della società SEL, ha sconvolto la politica e l’economia locali, facendo piazza pulita degli equilibri di potere dell’era Durnwalder durata un quarto di secolo, aprendo la breccia al rinnovamento targato Kompatscher e decretando la morte di SEL Spa e la nascita dalle sue ceneri di una nuova società non più nelle sole mani provinciali.

“Hanno agito con una pervicacia, una determinazione ed una disinvoltura davvero impressionanti per raggiungere il fine prefisso, mettendo da parte ogni e qualsiasi scrupolo o riserva, e manifestando con la loro condotta di ritenersi onnipotenti, ossia di avere il potere di gestire e manipolare tutto e tutti.” Giudice Carla Scheidle nelle motivazioni della sentenza del processo Sant’Antonio (aprile 2013)

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