Sconto in fattura, dietrofront del Governo. «Ma le Pmi ancora penalizzate»

Colpo di scena a Palazzo Madama. La Commissione Bilancio del Senato ha reintrodotto, dopo averlo abrogato qualche ora prima, lo sconto in fattura per i lavori condominiali di valore superiore a 200mila euro che beneficiano di ecobonus per la ristrutturazione e risanamento energetico, approvando il subemendamento 8.2000/11 presentato dal senatore Pirro (M5S).

«Il principale effetto dell’emendamento – spiega Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige – sarà la costituzione di due mercati: uno per i grandi lavori, che con lo sconto in fattura da applicare ai clienti saranno preclusi alle piccole imprese anche se si dovessero consorziare o riunire in raggruppamenti temporanei in quanto non potranno mai avere, neanche in consorzio o in ATI, la capienza fiscale necessaria a concedere lo sconto ai propri clienti per recuperare le somme come credito d’imposta in cinque anni; l’altro mercato aperto a tutti, con il bonus fiscale in carico ai clienti che potranno beneficiarne tramite detrazione annuale in dieci anni».

«E non deve ingannare l’illusione – aggiunge Gianni Sarti, referente della CNA Installazione e Impianti regionale – che il mercato dei lavori di importo inferiore ai 200.000 euro possa essere ad esclusivo appannaggio delle piccole imprese e degli artigiani. L’emendamento del Governo impedisce nei fatti alle piccole imprese di crescere e continua a lasciare campo libero ai grandi player energetici. Continuiamo la battaglia affinché si arrivi all’abrogazione totale dello sconto in fattura: 64 nostre imprese hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione europea ed all’Autorità Garante della concorrenza ed il Mercato affinché venga accertata l’illegittimità dello sconto in fattura per violazione del diritto comunitario e nazionale della concorrenza e che al TAR è stato depositato un ricorso per impugnare la circolare dell’Agenzia delle Entrate con le modalità attuative dell’art. 10. E questi ricorsi non si fermano con un emendamento».

CNA regionale è fortemente contraria alla nuova misura anche se è applicabile ad un perimetro apparentemente circoscritto: «E’ intollerabile – afferma Corrarati – il principio che un privato sia chiamato a farsi carico di anticipare un beneficio fiscale erogato dall’amministrazione pubblica. Il voto in Senato rappresenta una clamorosa retromarcia da parte del Governo e della maggioranza parlamentare che reintroducono uno strumento discriminatorio che penalizza le vere imprese dell’edilizia, dell’impiantistica e dei serramenti ed è un regalo ingiustificato ai grandi operatori. Come ha riconosciuto in più occasioni l’Autorità Antitrust altera la concorrenza danneggiando il mercato e quindi i consumatori. E’ evidente che è stata compiuta una scelta di campo per favorire i colossi dell’energia e le grandi multiutility, tutti soggetti che non svolgono direttamente i lavori di riqualificazione energetica, mettendo nelle loro mani un grande mercato rappresentato da oltre un milione di condomini. Lo sconto in fattura è uno schiaffo alle piccole imprese che non possono permettersi di rinviare l’incasso di fatture senza pregiudicare la sana gestione. Il Governo e le forze di maggioranza dovranno spiegare le ragioni di una inversione di rotta a 180 gradi dopo che avevano riconosciuto la fondatezza delle ragioni esposte dalla CNA per l’abrogazione di uno strumento iniquo».

 

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