
Safer Internet Day, nelle scuole 160 incontri in un anno
Il 7 febbraio è il Safer Internet Day, la giornata istituita dall’Unione Europea per promuovere un uso consapevole e sicuro di internet e dei social media che protegga i più piccoli. «Per un uso sicuro di internet serve una collaborazione tra istituzioni pubbliche, mondo della scuola e genitori» hanno dettol’assessora alla famiglia Waltraud Deeg, dall’assessore alla scuola Christian Tommasini e dal responsabile della Polizia Postale, Ivl Plotegher, in occasione della conferenza stampa. «I social media – ha detto Deeg – non sono né buoni né cattivi, dipende tutto da come vengono usati». Per un uso corretto occorre un’opera di sensibilizzazione «perché attraverso chatroom e social media i bambini e i ragazzi possono entrare in contatto con mondi pericolosi, e non parliamo delle cosiddette darkroom, ma di pagine pubbliche visibili a tutti. La cosa importante – ha aggiunto – è affrontare queste tematiche all’interno delle famiglie». Secondo gli ultimi studi i social media sono, con la Tv e ben prima delle edizioni on line dei quotidiani, la fonte di informazioni più importante per i giovani, che ormai comunicano perlopiù digitalmente.
«L’uso consapevole di Internet, la conoscenza delle grandi opportunità che regala ma anche dei rischi cui vanno incontro i ragazzi usandolo – ha aggiunto Tommasini – sono per noi molto importanti». L’assessore ha riferito del buon livello di collaborazione tra le Sovrintendenze scolastiche, la consulta per la famiglia e la Polizia postale. «E’ solo con una collaborazione a più livelli – ha detto – che si può davvero fare prevenzione. Tra i nostri obiettivi vi è quello di mettere i ragazzi nelle condizioni di attuare un consumo critico, di renderli capaci di decodificare ed elaborare le informazioni che arrivano dalla Rete». Da tempo la Polizia postale svolge un’intensa attività nelle scuole e nelle sedi di varie associazioni. «Si parla di privacy, di sexting, pedopornografia, truffe, dell’uso di Facebook», ha spiegato Plotegher. Nell’anno 2015/2016 si sono tenuti 160 incontri durante i quali erano presenti circa 13 mila persone. «La nostra opera di informazione – ha aggiunto – comincia già nelle classi quarte e quinte delle scuole primarie visto che molti bambini dispongono già di smartphone a quell’età». Plotegher ha infine sottolineato il fondamentale ruolo dei genitori invitati ad “avere con i propri figli un dialogo a 360 gradi”.