RoBee, il robot umanoide made in Italy che esegue i lavori alienanti o pericolosi

La robotica italiana si posiziona ai vertici mondiali, un settore in rapida crescita che promette innovazioni tecnologiche significative. Prima l’America, secondo il Giappone e terza l’Italia: è questa la classifica degli sviluppi della robotica nel mondo che ci ha presentato Paolo Denti, CEO di Oversonic e founder di RoBee, un robot umanoide che mostra con successo l’avanzamento della robotica e dell’intelligenza artificiale nel panorama italiano. L’Italia rappresenta una forza trainante nella crescita di questo settore e il successo dimostrato non solo testimonia l’abilità tecnologica del paese, ma garantisce anche importanti innovazioni che avranno impatti duraturi sulla società e sull’industria globale.
“Nel nostro paese abbiamo veri e propri centri di eccellenza di robotica come ad esempio l’Istituto Italiano di Tecnologia o l’Università Sant’Anna di BioRobotica. E pochi sanno che l’International Handbook of Robotics, nonché il manuale della robotica internazionale dal quale studiano tutte le università del mondo, è stato scritto dal professor Bruno Siciliano dell’Istituto Napoli Federico II. Credo dunque, che come italiani abbiamo pieno diritto di parlare concretamente del tema della robotica” – spiega Denti.
Se da una parte lo sviluppo tecnologico avanza con successo, dall’altra sono da tener in considerazione le componenti normative e istituzionali. Mentre Italia, America e Giappone condividono in linea di massima le regole del gioco, la Cina, guidata da un approccio innovativo più flessibile, avanza con meno restrizioni e con normative differenti rispetto a quelle europee, lavorando così in modo diverso. “Siamo di fronte a un’evoluzione tecnologica importante e impattante. Non è sufficiente solo il progresso scientifico, ma si tratta di un percorso che deve essere accompagnato anche da tutti gli altri stakeholder: la finanza da una parte e le istituzioni dall’altra” – afferma il CEO di Oversonic. Si tratta dunque di un lavoro di squadra che tutti si augurano che si avvii in maniera positiva, soprattutto in vista degli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e in particolar modo per l’Industria 5.0, in cui i pilastri fondamentali si basano sull’automazione avanzata e sulla collaborazione uomo – macchina, con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro che armonizzi le competenze umane con le capacità delle macchine, promuovendo innovazione, efficienza e sostenibilità.

Il robot cognitivo umanoide RoBee 
L’esempio più concreto di impegno verso questa idea del futuro è incarnato da RoBee di Oversonic, un robot cognitivo umanoide volto ad affiancare le persone e supportarle nei lavori che non meritano di fare: quelli più ripetitivi, faticosi e pericolosi. È una macchina dotata di intelligenza artificiale che trasferisce le proprie capacità cognitive nell’ambiente reale attraverso una struttura corporea che replica quella del corpo umano: 185cm di altezza e  40 giunti mobili che gli consentono di eseguire diversi task, oltre che a dialogare tramite voicebot. RoBee vuole essere protagonista del nuovo modello B2S (Business to Social), in cui la tecnologia opera a servizio delle imprese e delle persone, svolgendo un ruolo fondamentale nel generare benessere per la comunità in termini ambientali, economici e sociali. I settori in cui oggi RoBee viene già utilizzato sono molteplici: dalla manifatturiera meccanica a quella plastica, nell’industria chimica, nell’automazione e nella logistica industriale. RoBee interviene in tutte quelle operazioni in cui viene messa a rischio la salute del lavoratore. “Se una volta non c’erano alternative di fronte a determinati pericoli, oggi con le tecnologie siamo in grado di fare cose incredibili e quindi bisogna iniziare a pensare di risolvere queste problematiche” – afferma Denti e continua – “mi riferisco dunque a quei lavori che hanno tipicamente due elementi di riconoscibilità: l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e il lavoro alienante. Nel primo caso la salute del lavoratore è evidentemente esposta, soprattutto in ambienti chimici, reparti di verniciatura, fonderie o produzioni plastiche. Nel secondo caso il ruolo della persona viene azzerato in quanto asservita a una macchina, eseguendo azioni ripetitive dettate dai ritmi meccanici: un lavoro senza scelte e responsabilità.” Oversonic vuole dunque coadiuvare l’uomo nei lavori più usuranti e faticosi dal punto di vista psicologico e fisico, permettendo così alle persone di dedicarsi a mansioni che valorizzino più efficacemente l’intelligenza. L’obiettivo è quello di restituire benessere con un sguardo rivolto anche all’empatia e alla cultura del nostro paese.  “Siamo fortemente convinti che la fortuna di essere nati in Italia si trasferisca anche nei nostri valori. L’empatia e la calorosità italiana si contraddistinguono in tutto il mondo e sono caratteristiche fondamentali che teniamo in considerazione nell’evoluzione delle nostre tecnologie, portando sul mercato prodotti che hanno un certo tipo di attenzione in termini di sostenibilità nel rapporto uomo – macchina” – spiega Denti.
Chiaramente i timori e le paure di fronte a queste tecnologie sono ancora presenti nel pensiero collettivo, ma i progressi innovativi sono sempre avvenuti e oggi nessuno penserebbe che sarebbe meglio girare a cavallo piuttosto che con altri mezzi di trasporto. Tutte le trasformazioni tecnologiche richiedono delle sfide e convincere le persone sull’utilità delle nuove tecnologie è una di queste. “Il tema secondo me è come questi strumenti vengono utilizzati. Se si ha paura dei robot, bisogna aver paura anche di una Ferrari che va a 300km/h quando in realtà c’è il limite dei 130km/h in autostrada” – conclude Denti.

Chiara Caobelli

Immagine in apertura: Paolo Denti e Fabio Puglia, CEO e Presidente di Oversonic con RoBee. Foto courtesy Oversonic

 

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