Ritrovata la sorgente radioattiva scomparsa, nessuna emissione

Sospiro di sollievo per i tecnici dell’Agenzia provinciale per l’ambiente. La sorgente radioattiva smarrita nelle scorse settimane, infatti, è stata ritrovata all’interno dell’areale delle Acciaierie di Bolzano, “e la cosa più importante – sottolinea il direttore dell’Appa, Flavio Ruffini – è che l’involucro che la conteneva non presenta alcun tipo di danneggiamento. Ciò significa che nel tempo in cui è rimasta incustodita non vi è stata alcuna emissione di sostanze inquinanti”. L’episodio, come si ricorderà, risale agli inizi di settembre, quando fu denunciato lo smarrimento di un misuratore di livello utilizzato per monitorare i processi all’interno delle lingottiere. La sostanza radioattiva contenuta all’interno del misuratore era il cobalto 60,  una sostanza chimica presente in tracce nel terreno. L’isotopo cobalto 60 ha un tempo di dimezzamento di circa 5 anni e trova diverse applicazioni, dalla sterilizzazione degli alimenti per la conservazione, alle prove (non distruttive) sui materiali, alla terapia contro il cancro.

Immediatamente dopo l’accaduto, le Acciaierie di Bolzano, in collaborazione con l’Agenzia per la protezione civile e l’Agenzia per l’ambiente, hanno messo in campo una serie di interventi per mettere in sicurezza non solo i lavoratori dello stabilimento, ma anche la popolazione civile. Sono stati utilizzati tutti i più sofisticati mezzi a disposizione, tra cui un apposito portale dotato di due detector molto sensibili con collimatori per ottimizzare il rapporto segnale/rumore. Il direttore dell’Agenzia per l’ambiente, Flavio Ruffini, oltre a sottolineare la “soddisfazione per essere riusciti a ritrovare la sorgente radioattiva”, ribadisce “l’importanza della positiva collaborazione instaurata fra le autorità e l’azienda, un fatto che deve preso come esempio da seguire per casi simili”.

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