Riapertura dei negozi dall'8 maggio, bar e ristoranti dall'11: ecco le date decise dalla Provincia

Dall’8 maggio l’Alto Adige riapre. E’ questo il senso del disegno di legge approvato dalla giunta provinciale questa mattina che fissa le tappe per la «ripresa graduale delle libertà di movimento delle cittadine e dei cittadini, delle attività economiche e delle relazioni sociali», una ripresa che dovrà essere «condizionata all’osservanza rigorosa e responsabile delle misure fino alla cessazione totale dello stato di emergenza dichiarato». All’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione in consiglio provinciale e quindi presumibilmente dall’8 maggio, possono riaprire le attività commerciali e le attività produttive nei settori industria e artigianato. Ecco le date:

aall’11 maggio possono riaprire le attività inerenti servizi alla persona, fra cui parrucchieri, barbieri ed estetisti ed anche i servizi di ristorazione e i bar. Dalla stessa data possono riaprire anche le attività culturali, compresi musei e biblioteche. Il 25 maggio è invece la data fissata per la riapertura delle strutture ricettive turistiche presenti sul territorio provinciale e per gli impianti a fune.

Per tutte le attività commerciali e produttive è previsto che si attengano scrupolosamente alle direttive a salvaguardia dei dipendenti e dei cittadini. Una grande sfida è rappresentata anche dall’introduzione di misure per la conciliabilità tra lavoro e famiglia. «A questo riguardo sosterremo il più possibile le imprese e le famiglie, ma una soluzione che vada bene a tutti non sarà facile da trovare», spiega il Landeshauptmann.

Il disegno di legge, come detto, dovrà passare al vaglio del consiglio provinciale. Nella proposta è prevista anche l’istituzione di una commissione di esperti che effettuerà il monitoraggio costante dell’andamento della curva del contagio e, in caso di ripresa del numero dei contagi, potrà proporre al Presidente della Provincia, l’adozione di provvedimenti.

Ora si attende di vedere che atteggiamento avrà Roma di fronte alla decisione altoatesina. La settimana che intercorrerà prima dell’approvazione da parte del consiglio servirà probabilmente a proseguire la trattativa per evitare l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale.

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