Rassegna stampa estera/ Sinner, la Val Senales e il Lagrein in giro per il mondo

Sono particolarmente “leggere” le notizie che nel mese di ottobre hanno attirato l’attenzione dei media sull’Alto Adige. Riguardano soprattutto, lo sport, il cinema, l’arte e il vino e, visti i tempi che ci attendono, va benissimo così. Partiamo da sua maestà il “New York Times” che dedica un ampio articolo a Jannik Sinner, il 19enne pusterese, astro nascente del tennis mondiale. Il pezzo è uscito alla vigilia dell’incontro tra Sinner e Rafa Nadal all’Open di Francia è si è concentrato sulle precedenti esperienze sportive del tennista sudtirolese: “Prima che Jannik Sinner facesse i suoi primi passi per scalare la classifica Atp, scendeva le piste delle Alpi italiane. Ha imparato a sciare prima di giocare a tennis e il tedesco prima dell’italiano mentre cresceva in Sud Tirolo, un territorio che è appartenuto all’Austria fino alla prima guerra mondiale”.
L’articolo prosegue con l’elenco degli elogi degli avversari che lo hanno incontrato per chiudersi con quello dell’allenatore di Sinner, Riccardo Piatti: “Jannik sa che per ogni punto c’è una soluzione e ha un gioco che gli permette di trovarla. Per lui risultata abbastanza facile tutto quello che fa”.

 

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Il magazine digitale in lingua inglese, “Designboom” con sede a Milano, New York e Pechino, dedica, invece, ampio spazio all’installazione di Olafur Eliasson “”Our glacial perspectives”  collocata sull’Hochjochferner a 3200 metri di altezza in Val Senales. Un’installazione formata da nove porte posizionate secondo intervalli che corrispondono alla durata delle ere glaciali della Terra. Porte che conducono a un padiglione composto da anelli in acciaio e vetro concepito come una sorta di meridiana. Come spiega Designboom: “Olafur Eliasson dirige il visitatore verso una prospettiva planetaria più ampia sui cambiamenti climatici che stanno influenzando direttamente l’Hochjochferner. Le lastre di vetro dell’installazione sono tinteggiate di varie tonalità di blu in riferimento al cianometro, una scala sviluppata nell’Ottocento per misurare l’azzurro del cielo. Il vetro colorato filtra e riflette la luce e la radiazione solare, comportandosi come una mini-atmosfera”.

Dal blu di Oliasson, passiamo al rosso del Lagrein, celebrato da Frederick Turber nella rubrica “The Wine Observer” su “South Coast Today” edito in Massachusetts (Usa): “Sospetto che non ci siano regioni al mondo belle come il Trentino-Alto Adige / Südtirol nel nord Italia. Sullo sfondo scenografico delle guglie calcaree delle Dolomiti, c’è una valle verde e fertile famosa per la sua produzione agricola, compresi i vini. Di tutte le regioni vinicole del mondo, questa è tra le prime che mi sono ripromesso di visitare. E’ qui che cresce un rosso vitigno autoctono noto come Lagrein”.

Nell’attesa di accogliere Turber, torniamo in Europa per occuparci di cinema per un articolo del portoghese “O Mirante” settimanale regionale del Ribatejo (Riva del Tago). Il pezzo celebra Nuno Escudeiro, 34enne regista portoghese vincitore del premio “Emerging International Director”, all’Hot Docs Festival, in Canada, il più grande festival di documentari al mondo. Come si ricorda nel pezzo. “Il grande salto di qualità di Escudeiro è avvenuto dopo aver studiato per tre anni alla Zelig Film School, a Bolzano, nel nord Italia, dove si è diplomato in regia”. Una conferma più che una sorpresa. Chiudiamo con la storia di Silvina Begleiter che ha lasciato l’Argentina per trasferirsi a La Villa in Alta Badia. I motivi li ha spiegati in una lunga intervista a Infobae che trovate qui.

Massimiliano Boschi

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