Qualità della vita, per la Provincia «altri parametri» da considerare

Il dubbio era venuto anche a noi di AltoAdige Innovazione. Riguardo all’ultima indagine del Sole24Ore sulla qualità della vita in Italia e al ranking della provincia di Bolzano, che scivola dalla vetta al settimo posto, va detto che la realtà locale in diversi punti non è paragonabile a quella di altre province italiane, fa notare il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Per poterla monitorare in modo adeguato in una rilevazione complessiva, si rendono quindi necessari parametri e indicatori specifici, che modificano il risultato. Qualche esempio.

Secondo l’indagine del giornale, la spesa sociale pro capite 2015 dei Comuni (a favore di minori, anziani, poveri) colloca l’Alto Adige addirittura al 102.mo posto in Italia. Ma in sede locale non può essere presa come riferimento la spesa pro capite dei Comuni. Infatti in Alto Adige – ricorda l’assessora Martha Stocker – le prestazioni sociali sono quasi interamente finanziate dal bilancio provinciale: le spese nel 2015 ammontavano a oltre 410 milioni di euro, pari a una quota pro capite di oltre 786 euro a livello provinciale, al netto della spesa per la previdenza integrativa.

Mentre nel resto d’Italia la gestione dei servizi sociali è competenza dei Comuni, in materia di assistenza la Provincia di Bolzano ha competenza primaria esercitata attraverso l’affidamento dei servizi alle Comunità comprensoriali e ASSB per Bolzano. La copertura della spesa avviene attraverso il fondo sociale provinciale e di conseguenza non risulta a carico dei Comuni se non in misura residuale. Da qui il dato dell’indagine nazionale con la spesa sostenuta direttamente dai Comuni. Va inoltre ricordato che la Provincia di Bolzano ha istituito l’assegno di cura per le persone non autosufficienti (spesa annua di círca 200 milioni di euro) e ha finanziato con 56 milioni nel 2015 l’assistenza economica sociale e il contributo al canone di locazione, interventi che non hanno uguali in questa misura nel resto d’Italia.

In tema di volontariato, cultura e tempo libero, altro esempio, non è stato considerata la rete capillare di associazioni e organizzazioni onlus che – spiega ancora Kompatscher – non è possibile censire attraverso il solo criterio della registrazione nell’Agenzia delle entrate: la maggioranza delle 2130 associazioni altoatesine, infatti, è iscritta nel Registro provinciale e una doppia iscrizione non è ammessa. Pertanto numerose organizzazioni di volontariato attive in ogni Comune non sono state evidenziate nel rapporto. Lo stesso vale, alla voce ingressi a manifestazioni culturali, per la partecipazione a rappresentazioni di compagnie teatrali amatoriali o a esibizioni di bande musicali. Riguardo alla lettura – sottolinea l’assessore Philipp Achammer – si tiene conto delle librerie ma non della capillare rete di biblioteche pubbliche presente in ogni Comune altoatesino e che registra un elevato numero di prestiti. E infine, quanto al numero dei laureati, andrebbe ricordato che accanto ai titoli accademici il settore dell’istruzione in Alto Adige vanta un sistema di formazione professionale che è esemplare per il resto d’Italia.

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