Pmi, cresce l'occupazione. Cna: «Meno contributi ma tagliateci le tasse»

Tra agosto 2017 e agosto 2016 l’occupazione nelle piccole imprese è cresciuta del 3,7%. Ben più del 3,1% accumulato nei dodici mesi precedenti. E a un ritmo oltre che doppio rispetto all’incremento del prodotto interno lordo registrato nello stesso periodo. Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione. Claudio Corrarati, presidente regionale della CNA-SHV, chiede alla Provincia di sostenere il trend positivo «seguendo il ragionamento meno contributi ma anche meno tasse, perché la riduzione della pressione fiscale è l’unica misura che garantisce la creazione e il mantenimento di nuovi posti di lavoro».

Quest’anno – rileva il Centro Studi CNA – le piccole imprese sono riuscite anche a scavalcare l’ostacolo estate, un periodo che tradizionalmente vede contrarsi l’occupazione. Il trimestre estivo vede un calo nell’occupazione a tempo indeterminato (-2% tra maggio e agosto) e la crescita del tempo determinato (+4,5%), dell’apprendistato (+4,7%) e del lavoro intermittente (+7%), in coerenza con le necessità stagionali delle piccole imprese. Un dato che ha contribuito a ricomporre l’universo occupazionale delle piccole imprese.

Ad agosto gli occupati a tempo indeterminato rappresentavano il 69,6% del totale (contro l’85,4% a dicembre 2014), un calo che ha favorito il tempo determinato (salito nello stesso periodo del 12,6% al 19,1%), dell’apprendistato (8,6% rispetto al 5,5%) e del lavoro intermittente (2,7% contro il 2,5%). Nonostante gli interventi mirati a favorire l’adozione dei contratti a tempo indeterminato, gli imprenditori preferiscono contratti che assicurino maggiore flessibilità. Il dato positivo è che tutti i contratti applicati dalle piccole imprese monitorate garantiscono trasparenza e rispetto delle leggi. E, molto probabilmente, proprio la possibilità di ricorrere a contratti di lavoro più flessibili ha permesso alle piccole imprese di trasformare una ripresa ancora gracile in buona occupazione, permettendo una ripartenza dei consumi interni e un effettopositivo sull’intera economia italiana.

«I dati – commenta il presidente Corrarati – dimostrano che le PMI continuano a credere nel valore aggiunto del personale, ma è anche vero che in Italia non ci sono politiche attive per rendere le assunzioni stabili. Questo fenomeno non è legato alle crisi internazionali, ma alla mancanza di una politica che defiscalizzi a tempo indeterminato il lavoro anziché procedere con incentivi fiscali a termine. In ogni caso i contratti a tempo determinato rimangono una buona occasione per non lasciare a casa nessuno. Anziché proporre il reddito di cittadinanza, è meglio dare dignità alle persone con un lavoro, mettendo le PMI in condizione di offrire posti e di mantenerli. Anche la Provincia di Bolzano può fare la sua parte, ragionando in termini di meno contributi, che peraltro arrivano parecchio tempo dopo l’istanza, e parallelamente una riduzione fiscale duratura che agevoli le PMI nella creazione e nel mantenimento dell’occupazione».

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