Pm10, a Bolzano solo 9 sforamenti in un anno

Pm10, buone notizie per l’Alto Adige: la concentrazione di polveri sottili è infatti molto più bassa che nel resto d’Italia. In provincia di Bolzano, infatti, la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo è stata oltrepassata solo 20 volte. A Bolzano città gli sforamenti sono stati 9, di cui 6 in via Claudia Augusta e 3 in piazza Adriano. Questo non vuol dire certo che l’aria sia pulita come in montagna ma tutto sommato, tenendo conto dell’impatto dell’A22, la situazione non è così male.

A guidare la classifica provinciale è sempre Laces con una ventina di superamenti e picchi di 70 microgrammi al metro cubo nella classifica ci sono poi anche Laives (4), Merano (1), Brunico (2), Vipiteno (1), Bressanone (3), Cortina sulla Strada del Vino (5), Chiusa (3) ed Egna (3), queste ultime due all’altezza dell’autostrada. Il dato risalta ancor di più se confrontato con la classifica stilata da Legambiente che vede Torino, Frosinone, Milano, Venezia, Vicenza, Padova, Treviso in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato la soglia limite di polveri sottili nel 2016, presentata oggi da Legambiente ed elaborata su dati Arpa. Il numero di superamenti si riferisce al valore registrato dalla centralina urbana peggiore. A fronte di un numero massimo di 35 giorni all’anno previsti dalla legge con concentrazioni superiori ai 50 microgrammi al metro cubo, Torino si attesta su 86 giorni, Frosinone su 85, Milano e Venezia su 73, Vicenza su 71, Padova e Treviso su 68. E la classifica prosegue, per un totale di 32 città in allarme smog.

«Molte città italiane sono costantemente in allarme smog sia per le ricorrenti condizioni climatiche che favoriscono l’accumulo, giorno dopo giorno, degli inquinanti, che per la mancanza di misure adeguate a risolvere il problema – commenta Rossella Muroni, presidente di Legambiente -. Sono necessari interventi strutturali, di lunga programmazione, i cui tempi di messa in opera superano quelli del mandato elettorale di un sindaco. Serve un piano nazionale che aiuti i primi cittadini a prendere e sostenere le decisioni giuste: misure strutturali e permanenti, anche radicali e a volte impopolari, per la cui realizzazione occorrono, per altro, investimenti largamente al di sopra della portata dei Comuni, stretti dal patto di stabilità. Troppo spesso i sindaci sono lasciati soli di fronte all’emergenza e improvvisano cure inadeguate e scarsamente efficaci – prosegue Muroni – Per questo Legambiente ha preparato un elenco di proposte sugli interventi necessari a migliorare davvero la qualità dell’aria. Bisogna, da un lato, trasformare strutturalmente le città, le modalità di trasporto e di spostamento, i suoi servizi e le infrastrutture, dall’altro riqualificare il patrimonio edilizio pubblico e privato rendendolo energeticamente sostenibile».

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