Piazza Erbe, la movida (di nuovo) al centro del mirino. Ma serve pensare a nuovi spazi e coinvolgere i ragazzi

Ci risiamo. Piazza Erbe è tornata a far parlare di sé riaprendo l’eterno scontro della movida tra residenti e giovani. Quella che di giorno è una delle piazze più fotografate dai turisti e fulcro nevralgico del commercio con le sue tipiche bancarelle della frutta e verdura, di notte cambia volto trasformandosi nell’epicentro della movida bolzanina fatta di alcool, musica ad alto volume, risse e spazzatura. Ne parlavamo già un anno fa, subito dopo la fine del primo lockdown a maggio 2020, quando la voglia di uscire di casa e di lasciarsi alle spalle le settimane di reclusione aveva riversato sotto la statua di Nettuno centinaia di ragazzi desiderosi di tornare a vivere uno spazio in cui divertirsi nei fine settimana. Uno spazio che da sempre ‘straborda’ a causa della sua ristrettezza e nella quale il degrado è amplificato – complici anche i pochi controlli delle forze dell’ordine -, e che porta inevitabilmente a riflettere su nuove aree dedicate al divertimento dei ragazzi alla sera.

Ad un anno di distanza è desolante constatare come la situazione non sia affatto cambiata, anzi. La guerra tra residenti insonni e gioventù danzante continua imperterrita. Da una parte ci sono i membri del “Comitato Piazza Erbe vivibile” che da settimane ormai denunciano l’aumento di inciviltà e casino che si protrae fino a tarda notte: “La festa ormai continua fino alle quattro o cinque di mattina, ben oltre l’orario di chiusura dei locali, con musica ad alto volume, urla e situazioni moleste. Credo che una soluzione possa essere quella di chiudere il centro storico dopo una certa ora ai non residente”, aveva tuonato Sylvia Hofer, presidente della circoscrizione Centro-Piani-Rencio di Bolzano. “La situazione ormai è fuori controllo, è una vera e propria anarchia – sottolineava Christoph von Ach, membro del comitato -. Una soluzione che noi proponiamo è quella di vietare il consumo d’alcool nei spazi pubblici della piazza da un certo orario in poi”. Sull’altro fronte ci sono i ragazzi che rivendicano i loro spazi e la possibilità di divertirsi, esattamente come accade in tutte le altre grandi città, senza sminuire la possibilità di disporre di aree adeguate lontano dalle zone residenziali.

 

Il popolo della notte in piazza Erbe (Frame video Comitato)

 

Una diatriba che il sindaco Caramaschi ha deciso spazzare via come polvere sotto al tappeto attraverso una nuova ordinanza, che lui stesso ha definito nelle scorse settimane “non punitiva” e che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo fine settimana. Un tentativo per non passare come il bacchettone di turno, e che vieterà di usare gli amplificatori per la musica e di consumare alcol o altre bevande per strada tra le 22 e le 5. Inoltre, dovrebbe essere potenziato il servizio della polizia municipale verrà prolungato fino alle 3 di notte. Le multe potranno toccare i 200 euro per chi sgarra. Un’ordinanza che forse calmerà le acque nel breve periodo, ma che sul lungo non andrà a risolvere il problema dei tanti ragazzi ammassati nella piazza. Innanzitutto servono i controlli, quelli che – per chi vive la piazza lo sa – non ci sono mai stati, e che si spera ora possano attivarsi per sequestrare casse e bloccare sul nascere eventuali situazioni di microcriminalità. Ma servono controlli anche nei locali, dato che molti – come durante le ordinanze emanate per gli europei di calcio – potrebbero continuare comunque a servire da bere anche a chi non rimane seduto dentro o fuori al bar.

“La piazza è vissuta da una maggioranza di giovani responsabili, che conoscono e rispettano le regole. Per via di una parte minoritaria di maleducati e irrispettosi, si sta colpevolizzando e buttando fango su un’intera generazione. Compito delle Istituzioni è far rispettare le regole a tutela del riposo dei residenti, ma anche e soprattutto a tutela di quei giovani che hanno il diritto di poter vivere in maniera spontanea e responsabile i luoghi e gli spazi della propria città”, ha puntualizzato Angelo Gennaccaro, assessore ai Giovani del Comune di Bolzano.

 

La spazzatura del giorno dopo

 

Divertimento anche fuori dal centro

Resta però forse inopportuno semplificare il tutto ad una semplice questione di ordine pubblico da far rispettare. Per questo la vera domanda da porsi rimane il dove si possano incontrare i giovani la sera. Ad oggi mancano punti di ritrovo alternativi. Le istituzioni devono, di buon auspicio con i gestori e le associazioni di categoria, ascoltare i ragazzi e capire che sia arrivato il momento di agire con un piano “d’urgenza” che possa far defluire chi si vuole divertire anche fuori dal centro storico (senza desertificarlo, certo, ma dando il sacrosanto diritto al riposo ai residenti), sfruttando in maniera definitiva la zona del Talvera, la zona industriale – Salewa, NOI – e dando concreta attrattività ai quartieri, ancora troppo snobbati e dimenticati.

“Sul Talvera, ad esempio, si può ricreare un ambiente sicuro con una illuminazione adeguata con degli stand stile mercatini di natale dove ci si può incontrare e consumare da mangiare e da bere. Creando un offerta ed un giro di persone si può iniziare sia ad aumentare la sicurezza in luoghi che oggi non sono frequentati nelle ore notturne sia diminuire la concentrazione delle persone nelle vie del centro storico. Anche il parco Cappuccini potrebbe diventare un luogo di aggregazione per i giovani nelle ore serali. Il progetto di valorizzazione del parco già in atto sicuramente aiuterà ad adempiere questa esigenza”, spiegano i Verdi di Bolzano.

 

L’area del Talvera

 

È inutile negarlo: Bolzano non è una città a misura di giovani anzi, è modellata per anziani e molto ricchi, ma oggi è necessario un discorso in prospettiva. Non è pensabile, e soprattutto credibile, voler costruire la nuova facoltà d’ingegneria della LUB per attrarre talenti e giovani menti dinamiche da tutta Europa se poi non li si fornisce degne valvole di svago extra studio come accade in tutte le grandi città italiane e non. Gli stessi giovani che ancora prima di mettere piede a Bolzano non riescono a trovare affitti e studentati a cifre ragionevoli, e che un giorno, si spera, rimarranno stabilmente nel capoluogo rappresentando un valore aggiunto per il territorio e per realtà concrete come NOI Techpark o altri enti. L’innovazione scientifica e tecnologica deve andare a braccetto con quella sociale, e pensare il contrario è sbagliato e pericoloso.

Le istituzioni sono chiamate a reagire per aprire le maglie di una società bolzanina troppo radicata che penalizza i giovani in maniera estrema.  Servono dialogo e ascolto di tutti i protagonisti, responsabilizzando i ragazzi e includendoli in progetti di vita sociale alternativi alla solita e chiacchierata Piazza Erbe. La vergognosa narrazione di queste settimane è quella di una generazione di ragazzi perdigiorno che pensano solo a ubriacarsi e fare casino, quando la stragrande maggioranza di coloro che frequentano la piazza al venerdì e sabato sera sono ragazzi con la testa sulle spalle, studenti e lavoratori seri che appaiono ormai come un peso sulle spalle di una città che pensa esclusivamente al turista e a tutti i suoi bisogni.

Alexander Ginestous

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