Parsifal, il generatore di energia pulita di Iridenergy premiato all’Euregio Award 2023

Produrre energia pulita a partire dagli scarti agricoli e generare biochar di qualità, da immettere nel terreno come ammendante ovvero quella sostanza che aiuta a migliorare la struttura del terreno fungendo, tra l’altro,  da serbatoio di sostanze nutritive per le coltivazioni. È con questo duplice obiettivo che Iridenergy, la start-up incubata al NOI Techpark e parte del Gruppo Sauber, ha installato il suo impianto nel Bioenergy & Biofuels Lab della Libera Università di Bolzano.

Questo innovativo impianto porta il nome di un cavaliere della Tavola Rotonda, Parsifal, ed ha conquistato il terzo posto nell’aera “Innovazione” all’Euregio Award 2023, grazie alla sua capacità di convertire i rifiuti organici in biocombustibile di alta qualità. La transizione energetica e il cambiamento climatico sono infatti state le sfide a cui candidate e candidati hanno dovuto rispondere, proponendo soluzioni all’avanguardia. “La diffusione di impianti come questo porterebbe ad una migliore gestione degli scarti, a un notevole vantaggio economico e ambientale e allo sviluppo di economie competitive e sostenibili per l’ambiente e per il mercato” commenta Nicola Baraldi, amministratore delegato della Sauber e amministratore unico di Iridenergy.

Nicola Baraldi alla consegna dell’Euregio Award 2023

Parsifal nasce con uno scopo ben preciso: generare biochar di alta qualità. Il biochar è un materiale carbonioso ottenuto per degradazione termica che, a differenza dei concimi chimici, ha la caratteristica di arricchire di carbonio i terreni. “Nello specifico, il nostro ha un’importante caratteristica di porosità e quindi trattiene l’acqua permettendo di farne un uso più razionale – spiega Baraldi – Ma non solo: la configurazione poli-generativa dell’impianto rende il processo di produzione di questo biochar carbon negative, ossia sostenibile da un punto di vista ambientale e ideale per la valorizzazione delle biomasse di scarto su piccola scala.” Chiaramente, la matrice di ingresso determina anche la qualità del biochar in uscita, quindi nel momento in cui si utilizzano biomasse di origine vegetale si produce di conseguenza un biocombustibile dal grande valore di mercato. Inoltre, l’impianto ha anche una componente energetica non indifferente ed è quindi in grado di produrre grandi quantità di energia pulita, proprio a partire dagli scarti. Ma in che modo?

Il materiale da trattare viene caricato in maniera automatica nell’impianto, alimentando il reattore di gassificazione. Qui, attraverso le elevate temperature, la presenza dell’aria come agente gassificante e la pressione, avviene la degradazione termochimica della biomassa e la produzione di un gas di sintesi (detto syngas). Quest’ultimo viene poi utilizzato per la generazione di energia termica ed elettrica. Inoltre, il processo è autosufficiente da un punto di vista energetico e non necessita di combustibili fossili ausiliari. “Teoricamente – continua Baraldi – ci sarebbe anche un quarto utilizzo, che potrebbe essere quello di ricavare l’idrogeno direttamente dal processo senza utilizzo di energia viste le particolari caratteristiche del syngas che otteniamo.”

Gli ambiti di applicazione di un impianto come Parsifal sono infiniti: a partire da un’azienda agroalimentare oppure un’azienda che tratta rifiuti organici, fino a chi ha fanghi di depurazione o industriali. “A differenza di quasi tutti gli impianti che ci sono sul mercato, Parsifal funziona con biomasse che non necessitano di pretrattamenti o attrezzature particolarmente avanzate, e soprattutto non ha bisogno di essere alimentato da legna secca con un massimo di umidità del 15%, come avviene invece per la concorrenza”.

Iridenergy, start-up che fa parte del Gruppo Sauber e creatrice di Parsifal, è nata da un’idea di Nicola Baraldi e del suo socio Marco Errani, agronomo e ricercatore. Mentre il primo si occupa della parte ingegneristica, il secondo è specializzato nell’utilizzo del biochar in agronomia e nella creazione di circular economy. “Siamo partiti dal presupposto che in Europa, come nel resto del mondo, ci sono enormi quantità di biomasse di scarto e residuali che potrebbero essere utilizzate per creare altro materiale ed energia pulita. Volevamo costruire un impianto in grado di valorizzare e riutilizzare i rifiuti agricoli e i solidi urbani (il cosiddetto umido), fanghi, digestati e tutte le biomasse legnose come sfalci o altro per produrre energia.”

Parsifal esisteva in una prima versione presso l’Università di Parma, ma necessitava di un upgrade che ha trovato proprio al NOI. “Il progetto ha avuto fin da subito una buona visibilità e per questo siamo stati contattati dall’incubatore del NOI Techpark – conclude Baraldi – Da lì sono nati l’interesse reciproco, la collaborazione con UniBz e l’apertura di una nuova sede a Bolzano, che attualmente è la nostra sede principale. Personalmente ritengo che la presenza al NOI sia molto qualificante in termini di persone, competenze e risorse, e trovo il territorio altoatesino molto sensibile ai temi ambientali e di innovazione”. Stefano Dal Savio, responsabile Tech Transfer Green al NOI Techpark, ha accompagnato la start-up in tutte le fasi dell’insediamento nell’innovation district di Bolzano, dall’avvio della cooperazione con il team di ricerca del professor Marco Baratieri di UniBz, allo sviluppo del progetto per la costruzione del prototipo, fino alla stessa segnalazione del contest dell’Euregio.

Vittoria Battaiola

 

Immagine in apertura: foto di Nicola Baraldi davanti all’impianto Parsifal

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