Open Hardware, una soluzione per abbattere i costi e creare progetti “aperti” e condivisi

Monitorare frane, catturare insetti nocivi, creare reti territoriali aperte ed efficienti. Sono solo alcuni dei progetti realizzabili con un approccio fatto di Open Hardware e Open Software. «È il modo più efficiente per condividere conoscenza» – spiega Giovanni Giannotta, Site Manager del Gruppo FOS, a pochi giorni dall’avvio della 22esima edizione della SFScon, la conferenza internazionale sul free software attesa al NOI Techpark di Bolzano i prossimi 11 e 12 novembre.

L’evento – il cui programma è consultabile qui – avrà tra i suoi focus proprio l’Open Hardware. Un concetto che si riferisce ad hardware elettronici e di computer che sono stati progettati con la stessa politica del software libero e open source (FOSS) espandendo la cultura dell’open source al di fuori dell’ambito del software. Il termine “Open Hardware” viene infatti principalmente usato per esprimere la libera divulgazione di informazioni riguardanti il progetto stesso dell’hardware, comprendente gli schemi, la lista dei materiali, il layout dei dati del circuito stampato, solitamente insieme al software per far girare l’hardware.

Parliamo di una realtà diffusa che non riguarda solo prodotti alla portata di tutti – come Arduino o Raspberry Pi – ma anche piattaforme di prototipazione rapida. I vantaggi dell’Open Hardware sono soprattutto quelli di non dipendere da chi offre prodotti standardizzati e di risparmiare grazie alla progettazione di hardware composti solo dalle parti realmente necessarie. Vantaggi che, nell’attuale situazione geopolitica, si fanno sentire ancora di più. «Con la guerra in Ucraina c’è stata una ricaduta commerciale su molti prodotti che va a sommarsi alle conseguenze del biennio Covid che ha colpito pesantemente la produttività cinese, creando un problema generalizzato di mancanza di prodotti elettronici. Sicuramente i progetti aperti e condivisi all’insegna dell’Open Hardware possono aiutare a superare queste criticità» – assicura l’ing. Giannotta, responsabile della sede di Bolzano del Gruppo FOS, azienda nata a Genova ma presente con un proprio centro di ricerca all’interno del NOI Techpark.

Proprio il Gruppo FOS, attivo nella progettazione e nello sviluppo di servizi e prodotti digitali per grandi gruppi industriali e per la pubblica amministrazione, sta investendo molto su sistemi Open Hardware. «Lo usiamo moltissimo a livello di prototipazione, lasciando poi in molti casi l’industrializzazione a start-up che si occupano di temi specifici. In questo modo manteniamo lo spirito open ma guardiamo anche al mercato» aggiunge Giannotta. «Come nel caso di un progetto nel territorio altoatesino che riguarda trappole per la cattura di insetti nocivi in agricoltura, un progetto che aveva bisogno di competenze specifiche: per questo abbiamo creato una start-up di ambito agritech che si occupa dello sviluppo del progetto per il mercato».

Anche il Gruppo FOS sarà presente a SFScon, dove saranno presentati i risultati di un progetto di ricerca chiamato BluesLemon, finanziato grazie a fondi della Provincia Autonoma di Bolzano. Si tratta di un’applicazione innovativa e ad alta affidabilità per il monitoraggio automatico di aree franose, basato su tecnologie Bluetooth (BT) BEACON, RFID e su un Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto (SAPR) multiruolo/multi-obiettivo. «Creiamo dei fari che si possono posizionare sulle frane e attraverso dei droni, dotati di piattaforme Open Hardware, si possono analizzare gli spostamenti del terreno» spiega Giannotta. «Anche lo stesso sistema beacon nasce da un progetto Open, cosa che ci permette di superare la limitazione della tecnologia chiusa».

Un modello, quindi, che avrà sempre più da dire anche in futuro. Per creare prodotti e servizi di maggiore qualità, più flessibili e al tempo stesso sicuri.

Immagine di apertura: Giovanni Giannotta, Site Manager del Gruppo FOS.

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