Ex Telefoni di Stato, ok al piano di recupero che porterà cohousing e coworking

Già a maggio aveva dato il via libera, ma oggi 26 luglio la Giunta ha approvato il piano planivolumetrico per il progetto di recupero dell’ex sede Telefoni di Stato in Corso Italia 34 a Bolzano, su proposta dell’assessore Christian Tommasini. La Giunta ha anche incaricato la Ripartizione edilizia e servizio tecnico di progettare ed eseguire i lavori. Nei criteri da fissare nel bando di gara saranno coinvolte anche le Consulte giovanili. Questo è il primo passo per concretizzare SmartUp, un progetto di cohousing e coworking.

L’edificio di proprietà della Provincia, in stato di abbandono da circa trent’anni, sarà utilizzato per attuare il primo progetto di cohousing e coworking (casa e lavoro) destinato ai giovani. Si tratta di un progetto pilota con ricadute sociali su un intero quartiere. «Abitare insieme e lavorare insieme, quindi condividere. Non solo dare servizi, ma anche qualità della vita intesa come qualità delle relazioni», ha ricordato Tommasini. Il piano di recupero prevede ai piani superiori dell’edificio in Corso Italia la realizzazione di una ventina di moduli abitativi per i giovani, moduli che saranno inseriti in un contesto di spazi condivisi (cucina e sala da pranzo comune, lavanderia, caffetteria). Al piano terra saranno ricavati i locali e laboratori per progetti di coworking.

Per l’ex Telefoni di Stato 6 milioni di euro

I costi per gli interventi nella struttura ammontano a 6 milioni di euro che la Provincia può stanziare in un triennio. Nella palazzina vengono ricavati spazi per nuove forme dell’abitare come il cohousing, spazi da affittare a canone calmierato per giovani single e per giovani coppie che possono rendersi autonomi dalla famiglia e avviare attività in proprio. Abbinati agli spazi abitativi, infatti, si pensa ad aree di coworking che permettono di condividere luoghi per il lavoro abbattendo notevolmente i costi di avvio d’impresa e creando opportunità di sviluppo di nuove forme di lavoro. «I giovani che aderiranno a tale progetto saranno chiamati a dedicare parte del loro tempo a fini sociali e attività culturali, con ricadute positive per gli abitanti dello stesso edificio e del quartiere», spiega Tommasini.

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