Nuove regole per gli alloggi temporanei per i lavoratori nelle zone produttive

Creare alloggi temporanei per i lavoratori nei pressi delle aree produttive in Alto Adige sarà un po’ più semplice. La legge provinciale sul Territorio e il paesaggio (L.P. 9/2018) prevede all’articolo 27 che nelle zone produttive possano essere costruite, a determinate condizioni, abitazioni di servizio e locali per l’alloggio temporaneo del personale. La Giunta provinciale, su queste condizioni, su proposta dell’assessore Philipp Achammer, ha approvato due delibere che entreranno in vigore dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale.

«Era importante adattare i regolamenti per gli appartamenti di servizio, ma soprattutto trovare o creare opzioni di alloggio per il personale, un problema per molte aziende», sottolinea l’assessore. L’approvazione della delibera sull’alloggio temporaneo del personale nelle zone produttive apre nuove possibilità in questo senso, spiega Achammer: «Questi alloggi sono importanti ed essenziali, soprattutto in tempi di carenza di lavoratori qualificati e di formazione. Il lavoro sulle due delibere è in corso da tempo con il coinvolgimento degli assessori e degli uffici provinciali interessati, nonché del Consorzio dei Comuni e dei gruppi d’interesse».

La delibera approvata stabilisce che gli appartamenti di servizio nella zona produttiva possono essere utilizzati solo dai proprietari di imprese, dai dipendenti e dai loro rispettivi familiari. Tuttavia sono previste tre eccezioni: la prima si applica in caso di separazione coniugale o di scioglimento del matrimonio, quando l’appartamento di servizio è intitolato o assegnato al coniuge con cui vivono i figli, fino a quando non sono economicamente indipendenti. Una seconda eccezione è fatta se la prosecuzione dell’attività è impossibile per motivi di forza maggiore e se ci sono figli economicamente dipendenti nel nucleo familiare del titolare. Infine, gli imprenditori e i loro familiari sono autorizzati a utilizzare un appartamento di servizio se hanno terminato il loro lavoro per motivi validi e, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, anche dopo il pensionamento.

Per quanto riguarda la dimensione dell’abitazione, il rapporto tra la superficie destinata all’esercizio dell’attività economica e la superficie abitabile approvata deve essere di almeno 1,5. La novità, tuttavia, è che il Comune competente deve annotare nel catasto che l’appartamento è inseparabile dalla proprietà commerciale. La creazione di appartamenti aziendali nel contesto dei consorzi è stata nuovamente e più chiaramente regolamentata. Così, in futuro, il vincolo d’inseparabilità tra l’immobile commerciale e l’appartamento può essere cancellato per l’impresa interessata e rilevato a scapito della quota materiale di un’altra impresa all’interno dello stesso terreno edificabile.

L’ordinanza sui locali per l’alloggio temporaneo del personale nelle zone produttive, invece, crea il prerequisito per la costruzione di tali alloggi, principalmente per contrastare la carenza di lavoratori qualificati. L’ordinanza approvata oggi prevede che il rispettivo Comune decida sulla costruzione di alloggi nelle zone produttive attraverso il piano di attuazione. Ogni impresa può ospitare in questi locali fino alla metà dei suoi dipendenti e un massimo di dieci persone. Se più imprese sono alloggiate in un edificio o se le imprese lavorano insieme, si potrà ospitare un massimo di 30 persone.

L’ordinanza definisce anche le caratteristiche tecniche che questi alloggi devono soddisfare. Per esempio, le stanze devono essere progettate come camere singole con servizi igienici e una superficie da 15 a 20 metri quadrati e devono essere protette dal rumore e dalle emissioni. Almeno ogni cinque posti letto deve essere previsto un locale comune con una cucina di minimo quattro metri quadrati per persona. L’uso delle camere è riservato esclusivamente alle persone che possono comprovare un rapporto di lavoro regolare con l’impresa che ha costruito o dispone delle camere. Le stanze possono essere utilizzate per un periodo non superiore alla durata del rapporto di lavoro, con le seguenti restrizioni: se una persona occupa la stanza in modo continuo, può farlo per un periodo massimo di sei mesi. Tuttavia i dipendenti con un contratto di apprendistato possono occupare le stanze per tutta la durata del contratto.

Questa ordinanza non si applica alla costruzione di locali per l’alloggio temporaneo dei lavoratori agricoli stagionali e per l’avvio di cantieri per grandi progetti infrastrutturali.

Le categorie produttive

«Sono state accolte le proposte formulate da CNA-SHV», sottolinea Gianni Sarti, direttore di CNA-SHV, architetto urbanista e responsabile degli insediamenti produttivi CNA. Uno dei principali problemi che le aziende stanno affrontando è la carenza di manodopera qualificata. In questo senso il costo degli alloggi in Alto Adige, sia in acquisto che in affitto, non aiuta certamente a favorire la ricerca di lavoratori da fuori provincia. «Per questo motivo – aggiunge Sarti – il nuovo regolamento provinciale sui locali per l’alloggio temporaneo del personale apre per le imprese una possibilità praticabile per contribuire almeno in parte a risolvere il problema».

«Come CNA-SHV – conclude il presidente regionale Claudio Corrarati – auspichiamo che i Comuni si facciano parte attiva nell’introdurre questa possibilità nei piani di attuazione delle diverse zone produttive, in modo che tale positiva apertura resa possibile dalla nuova norma non venga vanificata rimanendo in moti casi solo sulla carta».

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