Museion, la ricerca del nuovo direttore va ancora a vuoto: resta (per un anno) Ragaglia

Il “vento del cambiamento”, presunto o reale che sia, sembra non soffiare in zona Museion. Come dieci anni fa, dopo una lunga e infruttuosa ricerca, il Collegio della Fondazione ha chiesto a Letizia Ragaglia, direttrice non più uscente, di restare in carica. Come prima, più di prima.

La comunicazione ufficiale è stata pubblicata giovedì 7 febbraio nel pomeriggio sul sito del museo d’arte contemporanea bolzanino: «Dalla procedura di selezione per la ricerca di un nuovo direttore/una nuova direttrice è emerso il forte interesse per Museion e il riconoscimento di cui gode sulla scena artistica internazionale. Ci sono pervenute, infatti, oltre 50 candidature, tra cui abbiamo selezionato una rosa di tre candidati/e ideali. Tuttavia, per diverse cause, non siamo giunti all´assegnazione di un nuovo incarico. Alla luce quindi del lavoro di questi mesi, il Collegio della Fondazione ha stabilito  di proseguire la ricerca con la procedura per chiamata diretta. Il bando per la ricerca della nuova direzione era stato pubblicato nel giugno scorso. Per garantire l’efficiente programmazione della stagione 2020, è stato concordato con l’attuale direttrice Letizia Ragaglia un prolungamento del suo incarico per i prossimi 12 mesi, fino a maggio 2020».

Comunque la si pensi rispetto al lavoro svolto dalla direttrice Letizia Ragaglia, un dato risulta incontrovertibile: sostituirla non è e non sarà facile. Così come appare evidente che, al di là delle comunicazioni ufficiali, le candidature accettabili non fossero tante. I motivi di quello che è un evidente fallimento, non sono stati resi noti, tutte le supposizioni restano quindi valide. Dalla difficoltà di trovare direttori capaci di esprimersi correttamente in italiano, tedesco e ovviamente inglese, all’offerta economica non ritenuta all’altezza, fino alla scarsa attrattiva che può offrire un museo di arte contemporanea collocato in una provincia che ama crogiolarsi nelle proprie tradizioni e mal sopporta le provocazione tipiche dell’arte contemporanea.

A questo punto, non resta che attendere un altro anno, il passaggio alla chiamata diretta dovrebbe semplificare le cose, ma il rinvio della decisione non sarà di aiuto. Nei fatti, è stata tirata un’altra bordata all’immagine e alle ambizioni di Museion, la rosa dei candidati rischia di perdere altri petali mentre il compito di chi resta al timone si fa sempre più complicato.

(foto dal sito museion.it)

Massimiliano Boschi

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