Misure meno rigide in Alto Adige: ok a riaperture domenicali, sport di squadra ed eventi pubblici

Sono state approvate quest’oggi dalla Giunta Provinciale una serie di misure di alleggerimento per contenere la diffusione del virus in Alto Adige. La principale novità rispetto al testo precedente in merito alle misure specifiche per le attività economiche è la riduzione del rapporto tra la superficie e il numero massimo di persone da 1 persona ogni 10 m² ad 1 persona ogni 5 m² consentendo quindi il raddoppio delle persone presenti in una struttura economica. La regola 1/10 rimane in vigore per quanto riguarda le piscine, le fiere ed i centri benessere. Viene inoltre abolito l’obbligo per gli addetti nelle attività economiche, dove durante l’attività si concretizza una distanza ravvicinata per un prolungato periodo di tempo al di sotto di un metro (cura del corpo, personale di servizio) di indossare una visiera protettiva, resta invece l’obbligo della mascherina chirurgica.

Nel settore del trasporto pubblico locale stradale, lacuale e ferrovie nonché per i servizi di trasporto non di linea resta l’obbligo di portare la protezione di naso e bocca. Sugli autobus potranno essere occupati tutti i posti a sedere con utilizzo della mascherina. Dal 15 luglio sono consentiti eventi pubblici e manifestazioni pubbliche con la somministrazione di cibi e bevande a condizione che vengano osservate le misure specifiche per la ristorazione (un numero di ospiti pari ai posti a sedere, un metro di distanza tra le persone, servizio ai tavoli ecc.). Dal 15 luglio è sarà consentita anche l’apertura delle discoteche e delle sale giochi. Nelle attività sportive vengono nuovamente consentiti i giochi di quadra sia all’aperto che in strutture indoor e le attività sportive di contatto possono essere praticate in base ai relativi protocolli di sicurezza.

Misure Alto Adige, Aperture domenicali

Inoltre, con la recente delibera della Giunta provinciale, sono state revocate le chiusure domenicali obbligatorie per tutte le aziende commerciali in tutte le località dell’Alto Adige. In tal modo, a partire dal 5 luglio, sarà ripristinata la liberalizzazione degli orari di apertura introdotta dal governo italiano guidato da Mario Monti nel 2012 e in vigore fino all’inizio dell’emergenza sanitaria.

L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige aveva richiesto esclusivamente una riapertura per i negozi delle 24 località altamente turistiche in Alto Adige, cioè quelle che superano i 120 pernottamenti per abitante per anno. Il motivo: con i confini aperti e la libertà di movimento in ambito italiano i primi ospiti stanno tornando in Alto Adige. “La ricerca di un’offerta adeguata anche in ambito commerciale nelle località turistiche è una parte fondamentale della nostra cultura dell’accoglienza”, spiega in proposito il presidente dell’Unione Philipp Moser. “Alla fine, però, è purtroppo emerso che, a livello giuridico, mantenere questa specifica regolamentazione solo per alcune località, non sarebbe stato sostenibile”.

Azzeramento Imi per settore alberghiero

Infine è stato deciso di non far pagare del tutto l’Imi al settore alberghiero e della ristorazione, mentre gli altri settori economici riceveranno uno sconto del 50% se potranno provare un calo del fatturato di almeno il 20%. “Per alleggerire il carico che grava sulle aziende in questo periodo difficile, la riduzione di tasse, imposte e oneri vari è la strada giusta”: questo il primo commento dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige.

“Questo aiuto concreto comporta anche un ulteriore effetto positivo, ovvero il fatto che, per le aziende, non si viene a creare ulteriore burocrazia”, sottolinea il presidente dell’Unione Philipp Moser, che accoglie con favore la decisione della Giunta provinciale. Specialmente nel settore del commercio, dei servizi e della gastronomia, molti titolari di azienda sono anche proprietari dell’immobile aziendale. “A causa della chiusura obbligatoria di molte settimane il fatturato è venuto meno, e ora molti imprenditori fanno i conti con una ripresa degli affari ancora troppo debole. Ciò vuol dire che manca anche liquidità per i costi correnti e che, per un numero sempre maggiore di aziende, non è facile sopravvivere”, conclude il presidente Moser.

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