Giudiceandrea: «La ripresa verrà dall'industria»

La ripresa? Dall’industria, come nel dopoguerra. Questo il senso del messaggio di fine anno del presidente di Assoimprenditori Federico Giudiceandrea.

«Care colleghe Imprenditrici, cari colleghi Imprenditori,

nel 2020 la nostra Associazione ha compiuto 75 anni. Avevamo pensato a numerose iniziative per celebrare questa ricorrenza, ma gli eventi di questo 2020 ci hanno richiesto di lavorare assiduamente su altri fronti, per rispondere al meglio all’emergenza nella quale ci siamo trovati in tutto il mondo.

A causa della pandemia stiamo vivendo la crisi peggiore dal Dopoguerra. All’epoca, quella crisi la superammo puntando sulle imprese. L’Alto Adige rurale del Dopoguerra era una regione povera. Ma grazie ai pionieri di allora, alla voglia di fare e all’impegno della popolazione, alla capacità di programmazione della politica che puntò su infrastrutture di collegamento moderne, favorì l’insediamento di imprese innovative e ad alto valore aggiunto e aiutò lo sviluppo di piccole e medie realtà artigianali che nel tempo sono diventate imprese strutturate e presenti sui mercati internazionali, oggi siamo una delle regioni più benestanti d’Europa.

Oggi come allora, per uscire dalla crisi dovremo puntare sull’industria e sui servizi ad essa associati.

Industria significa occupazione di alta qualità, posti sicuri e ben retribuiti. Significa ricerca e innovazione. Significa formazione continua sul lavoro e dialogo sempre aperto con la scuola e l’università.

Significa garantire le necessarie prospettive di sviluppo ai nostri figli.

Significa andare alla conquista di mercati internazionali e investire sul territorio.

Sarà l’industria – proprio come negli anni del Dopoguerra – a essere il motore della ripresa. A garantire – oggi come allora – la creazione di valore aggiunto e di risorse da ridistribuire per finanziare sanità, istruzione, servizi sociali.

Non sarà facile e ci vorrà il contributo di tutti. Quello di noi imprenditrici e imprenditori, quello delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori, quello delle parti sociali e naturalmente quello delle istituzioni politiche.

Oggi come allora siamo chiamati a pensare al domani, ai nostri giovani.

In questi giorni è stato presentato il bilancio provinciale per il 2021. Gran parte del bilancio sarà assorbito dalle spese correnti e la previsione delle entrate è molto ottimistica. Sarà assolutamente necessario avviare seriamente una Spending review e molto probabilmente sarà inevitabile il ricorso al debito.

Anche i soldi che verranno dall’Europa dovranno in gran parte essere restituiti.

Questi mezzi che oggi prendiamo a prestito, non vanno sprecati, devono dare un ritorno, un ritorno con il quale i nostri figli e nipoti potranno ripagare il debito.

È per questo che vanno investiti bene: nella preservazione delle filiere essenziali, in infrastrutture, in formazione, in digitalizzazione, in ricerca e innovazione.

Oggi, proprio come 75 anni fa, dobbiamo cercare di pensare a come vorremmo il nostro Alto Adige tra 10, 20, 30 anni.

Dobbiamo recuperare quella visione che negli anni Cinquanta e Sessanta portò la politica altoatesina a puntare

sull’industria.

Care colleghe Imprenditrici, cari colleghi Imprenditori. In questo 2020 segnato dalla pandemia ho avuto modo di confrontarmi con voi tutti i giorni.

Di condividere le vostre paure e preoccupazioni, ma anche i vostri piani e progetti per uscire da questa crisi.

“Chiediamo solo di lavorare, sempre e comunque nel rigido rispetto dei protocolli di sicurezza” – è stata questa la frase più ricorrente durante questi mesi in cui le nostre imprese, così come molte altri componenti della nostra società, hanno fatto grandissimi sacrifici e superato ostacoli inimmaginabili.

Chiediamo solo di lavorare! È quello che torniamo a ribadire con forza oggi.

Fateci lavorare senza il freno di tasse troppo alte, di una burocrazia fine a sé stessa, di regole poco chiare, di decisioni e riforme troppe volte rinviate.

Fateci lavorare senza tutti questi inutili lacci e lacciuoli, così come poterono lavorare i pionieri della nostra industria, che partendo dalle loro botteghe artigianali hanno sviluppato imprese capaci di conquistare i mercati di tutto il mondo.

In occasione del nostro anniversario, per rivivere con voi una parte di questo nostro percorso, abbiamo voluto raccontare attraverso un documentario l’industrializzazione dell’Alto Adige in questi 75 anni di esistenza della nostra Associazione.

Attraverso le voci di alcuni dei protagonisti diretti di questa storia, abbiamo cercato di narrare come la nostra provincia ha saputo svilupparsi e diventare una delle aree più benestanti d’Europa.

Il segreto di questa trasformazione sono state le imprese manifatturiere!

Vi auguro una buona visione, ma soprattutto mi auguro che noi imprenditrici e imprenditori sapremo dare lo stesso contributo che riuscirono a dare i pionieri della nostra industria.

Sono convinto che se le nostre imprese saranno messe in condizione di correre, se potranno competere con le stesse condizioni e le stesse regole dei loro concorrenti all’estero, nessuno si tirerà indietro e riusciremo presto a superare questo periodo di difficoltà.

È il momento di rimboccarsi le maniche, di unire le nostre forze e di scegliere su cosa puntare, di pensare a cosa vogliamo costruire per i nostri figli e i nostri nipoti. Le scelte che faremo oggi – come parti sociali, come istituzioni politiche, come componenti della società civile – saranno decisive per il loro futuro!

Nell’Alto Adige del Dopoguerra non era scontato puntare sull’industria. Non lo è nemmeno oggi.

Ma solo con il contributo delle imprese più competitive del nostro territorio potremo affrontare in maniera vincente le sfide della transizione digitale, della trasformazione ambientale, della competizione globale.

In questo senso auguro a tutti noi un 2021 ricco di decisioni lungimiranti. E auguro alla nostra Associazione di trovare ancora molti imprenditori e imprenditrici che continuino a dare il loro contributo per il bene delle nostre imprese e per lo sviluppo della nostra società.

Buone feste a tutti, stay safe!»

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