Merano, quasi 6mila tonnellate di CO2 in meno grazie al nuovo impianto a biomassa

I membri della Giunta comunale di Merano hanno visitato la nuova centrale di teleriscaldamento a biomassa realizzata e gestita da Alperia Ecoplus. Il forno della centrale alimentata a biomassa, testato a dicembre dello scorso anno, ha operato in esercizio provvisorio fino alla fine di gennaio, a febbraio è entrato in funzione a pieno regime. La nuova centrale consente di allacciare alla rete del teleriscaldamento altri edifici privati e pubblici e di dismettere impianti di riscaldamento obsoleti che rilasciano nell’aria una notevole quantità di biossido di carbonio e di biossido di azoto.

La nuova centrale con una potenza di 8 megawatt copre circa il 30% del fabbisogno di energia termica della rete di teleriscaldamento Merano-Lagundo, permettendo così di risparmiare ogni anno tre milioni di metri cubi di gas metano ed evitando emissioni di biossido di carbonio pari a 5.800 tonnellate. Nella centrale viene bruciata legna vergine, proveniente dai boschi. In tal modo, grazie all’impiego di una fonte rinnovabile, l’impianto riduce la dipendenza del sistema di teleriscaldamento di Merano da combustili di origine fossile e contribuisce alla riduzione di gas climaalteranti. Infatti, nel processo di combustione della biomassa legnosa viene emessa la medesima quantità di CO2 che le piante hanno assorbito durante il loco ciclo di vita. La legna proveniente da boschi coltivati in modo sostenibile non aumenta quindi la quantità di biossido di carbonio nell’atmosfera. Attualmente sono allacciate alla rete del teleriscaldamento di Merano 5.000 famiglie (27% dei nuclei famigliari). A queste si aggiungono 400 strutture produttive e ricettive (ad esempio hotel) e strutture pubbliche (scuole).

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