L'Istituto Rosmini e l'invito che ha indignato Unibz

Aleksandr Gel’evič Dugin in realtà a Bolzano non è mai arrivato. Ma è bastato il suo nome per scatenare una battaglia con inevitabili risvolti politici. Chi è Dugin? Il teorico del neoimperialismo eurasiatico, si dice molto amico di Putin, figura di riferimento dell’estrema destra europea. Invitato al 58° convegno dell’Istituto “Rosmini” sul tema «L’idea di Europa nelle culture politiche non egemoni: proposte, progetti, problemi», che si è svolto a Bolzano dal 3 al 5 ottobre. Un convegno che si svolgeva negli spazi dell’Università di Bolzano, che però una volta scoperto il nome (anzi, i nomi come vedremo) ha deciso di ritirare la propria relazione e il patrocinio. Nel giro di poche ore, infatti, la protesta è montata in Ateneo. Dugic e Christophe Réveillard (figura meno conosciuta) non dovevano sedere, secondo molti studenti, negli spazi dell’Unibz. Dugic, fra l’altro, incontra le pagine della cronaca anche per la vicenda dell’hotel Metropol di Mosca e i contatti con Savoini, emissario della Lega ed ex portavoce di Matteo Salvini.

«La Libera Università di Bolzano – recita una nota dell’Ateneo – fedele alla sua impostazione favorevole all’integrazione europea e rispettosa dei diritti democratici fondamentali prende nettamente le distanze dal pensiero e dalla figura del filosofo russo Aleksandr Gel’evič Dugin e del docente francese Christophe Réveillard invitati dall’Istituto Rosmini come relatori al suo convegno annuale. Riteniamo che le posizioni sostenute dai due invitati non rispecchino i principi di libertà, tolleranza e scientificità a cui ci ispiriamo nel nostro lavoro quotidiano di scienziati e docenti e, seppur consapevoli che le idee non debbano preventivamente essere sottoposte a censura, non riteniamo opportuno e accettabile che questo pensiero trovi accoglienza nel nostro Ateneo. L’Università rammarica di non aver ravvisato con tempestività la presenza di Dugin e Réveillard nel programma del convegno e si vede costrette a ritirare il patrocinio alla manifestazione nonché la disponibilità delle aule concesse per lo svolgimento del convegno nella giornata di domani (sabato ndr)».

La risposta del Rosmini

«Nel pomeriggio di ieri (venerdì, 4 ottobre 2019) è pervenuta dalla Presidente della LUB una e-mail indirizzata al presidente e al direttore dell’Istituto “Rosmini” rappresentando le difficoltà della LUB ad accogliere alcuni dei relatori del 58° convegno internazionale dal titolo “L’idea di Europa nelle culture politiche non egemoni: proposte, progetti, problemi”. Il tema del convegno è stato scelto dalla LUB fra le proposte offerte dall’Istituto ed il programma inviato previamente alla LUB. L’Istituto ricorda di essere presente ininterrottamente a Bolzano dal 1954, di avere organizzato decine di incontri nazionali e internazionali con ospiti provenienti dalle maggiori università del mondo, su temi centrali per il dibattito culturale.

Solo negli ultimi quindici anni si ricordano: Europa: definizioni e confini, Potere legislativo ed esecutivo nell’Europa, Quale lingua per l’Europa?, con ospiti di altissimo riguardo: giudici costituzionali spagnoli ungherese e della Corte Europea dei diritti dell’uomo, del Consiglio di Stato spagnolo e italiano, giudici della corte amministrativa di Monaco, alti esponenti delle istituzioni, solo per citarne alcuni. L’Istituto ha ricevuto il premio della Cultura da parte della Presidenza del Consiglio e molti dei suoi incontri si sono svolti sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica. Il confronto è sempre stato libero, aperto e democratico, gli atti sempre pubblicati e messi a disposizione della cittadinanza e di tutti gli interessati.

I soci dell’Istituto sono tutti o alti magistrati o professori universitari di ruolo in prestigiose università europee e americane, Cracovia, Salisburgo, Udine, Pavia, Padova, Roma, Parigi/Sorbona, Calabria, Torino, Madrid, Lisbona, Buenos Aires. In quanto professori di ruolo, i soci istituzionalmente sono tenuti ad esprimere il proprio pensiero e a portare il loro contributo su questioni rilevanti secondo principi di alta moralità, scientificità e ricerca della verità nel pieno rispetto dei principi fondamentali. Il tema di quest’anno si innesta nello stile dell’Istituto dando parola a “culture politiche non egemoni”. Spiace annotare che siano state diffuse notizie non adeguatamente approfondite. L’Istituto “Rosmini” continuerà a svolgere il suo compito con libertà e con metodo rigoroso. L’assemblea dei soci dell’Istituto Internazionale di Studi Europei “Antonio Rosmini”».

Le parole dell’Anpi

Dura la presa di posizione anche dell’Anpi, con le parole del presidente Guido Margheri. «L’Anpi Alto Adige esprime il suo sdegno e la sua ferma protesta per la presenza all’Università di Bolzano di Aleksandr Dugin all’Università nell’ambito dell’annuale Convegno sostenuto da Regione, Provincia, Comune, Università e Eurac, dell’Istituto Internazionale Rosmini. È nessario che qualsiasi sostegno pubblico ad una simile presenza sia revocato.A chi considera Dugin un normale “filosofo” è il caso di ricordare che si tratta di un personaggio inquietante, punto di riferimento delle destre neofasciste di tutta Europa. Le istituzioni pubbliche, in particolare quelle finalizzate all’istruzione non possono e non devono, infatti, sostenere iniziative in palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione, peraltro in aperto contrasto con la storia di convivenza e di rifiuto dei nazionalismi che ha caratterizzato la costruzione dell’autonomia nella nostra terra e la stessa istituzione della Libera Università di Bolzano. Le istituzioni, in particolare, quelle scientifiche non possono e non devono legittimare l’azione e il pensiero del capo di un movimento politico come Euroasia di tendenze ultranazionaliste, razziste e omofobe punto di riferimento esplicito per l’ estrema destra europea neofascista, xenofoba e razzista»

 

 

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