Lavoro, in un anno occupati altoatesini in calo del 6%

All’inizio di marzo dell’anno scorso la stagione invernale 2019/2020 è stata bruscamente interrotta in Alto Adige dall’arrivo della pandemia da Covid-19. Il successivo lockdown regionale, nazionale e internazionale ha causato turbolenze non abituali sul mercato del lavoro altoatesino. Dall’8 febbraio di quest’anno, l’Alto Adige è di nuovo soggetto a un lockdown “duro”. L’occasione è sata colta dall’Osservatorio mercato del lavoro della Ripartizione lavoro per presentare lo sviluppo del settore negli ultimi 12 mesi. “Nell’ultimo anno c’è da registrare un calo del 6% nel numero di occupati, con gennaio e febbraio di quest’anno che sono stati i mesi peggiori con un -10%” riassume il direttore di Ripartizione Stefan Luther. “La maggior parte dei posti di lavoro sono stati persi nella ristorazione e negli alberghi, nelle attività connesse e nei settori ad alta intensità di contatto. Tuttavia, e questo è di particolare importanza per il futuro, il mercato del lavoro altoatesino è stato molto reattivo negli ultimi mesi. I valori medi nascondono sviluppi notevolmente dinamici che danno certamente motivo di speranza” spiega Luther.

L’occupazione cresce: il manifatturiero è il settore più stabile

I dati aggiornati dell’Osservatorio del mercato del lavoro mostrano la stabilità del settore manifatturiero, il quale impiega attualmente circa 250 dipendenti in più rispetto a un anno fa. Uno sviluppo comparabile si sta verificando anche nell’edilizia, l’occupazione nell’agricoltura è anche solida, e c’è un leggero aumento nel settore socio-sanitario. Notevole è l’aumento numerico dei contratti a tempo indeterminato e il dimezzamento della forza lavoro senza residenza in Alto Adige nelle prime settimane dell’anno in corso. “Naturalmente, la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione, così come i settori di filiera che dipendono da esso, è impressionante” commenta Stefan Luther. Dal punto di vista della politica del lavoro, secondo Luther, “il cambiamento può essere gestito se in Alto Adige vengono rafforzati gli strumenti collaudati come la consulenza, il sostegno alle aziende nel reclutamento, la mediazione e l’accompagnamento alla formazione continua. È molto probabile che si possa assistere a spostamenti tra settori e un mutamento nella scelta dell’occupazione. Sono convinto – aggiunge il direttore della Ripartizione lavoro – che il turismo continuerà a svolgere un ruolo centrale in futuro e ad offrire posti di lavoro interessanti”.

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