Crolla la fiducia dei lavoratori altoatesini: prospettive tornate ai livelli del primo lockdown

Dopo un 3° trimestre positivo, la seconda ondata ha notevolmente compromesso la ripresa economica nell’area Euro. Nonostante questa ripresa supererà l’ostacolo, il quadro di riferimento rimane ancora caratterizzato da forte incertezza per tutto il 1° semestre 2021. Con l’avanzare della copertura vaccinale della popolazione e la crescente immunità naturale, ci si attende che nel secondo semestre si possa finalmente parlare di una situazione “normalizzata”.

Nel 2020 tutte le principali economie mondiali hanno subito un forte calo del proprio prodotto interno lordo. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si tratta comunque di riduzioni ad una cifra (Stati Uniti: -3,6%; area Euro -7,8%; Germania -5,0%; Italia – 9,8%). Per il 2021 l’istituto filo-sindacale IMK (Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung di Berlino) vede le stesse in netta ripresa (Stati Uniti: + 3,2%; area Euro +5,7%; Germania +4,9%; Italia +5,2%). È probabile che vi siano delle differenze territoriali, nell’intensità e nella velocità della ripresa, dando vita a cicli congiunturali asimmetrici.

Al pari di altre macroeconomie, l’Alto Adige realizza nel 2020 verosimilmente il suo peggior bilancio economico dal dopoguerra. Quanto meno è stato possibile evitare una vera e propria catastrofe economica. Nel complesso, il numero di lavoratori dipendenti risulta in calo (-3,5%), con forti differenze per tipologia di contratto, cittadinanza e settore economico (il rischio di una segmentazione del mercato del lavoro è stato segnalato dall’IPL già in occasioni precedenti). Grazie al blocco dei licenziamenti e ad ammortizzatori del mercato del lavoro come cassa integrazione e fondi di solidarietà è stato possibile mantenere il tasso di disoccupazione a livelli moderati (3,3%). Il 2020 è stato particolarmente negativo per il settore turistico, con una riduzione dei pernottamenti pari ad un terzo. Le perdite del commercio estero rimangono invece contenute (esportazioni: -6,3%; importazioni: -11,8%). L’inflazione a Bolzano rimane a livello modesto (0,8%). Il volume dei crediti erogati continua ad espandersi (+4,6%), soprattutto per quanto concerne il credito ai privati (+7,6%).

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Le prospettive economiche si affievoliscono

Rimangono senz’altro contenute le aspettative espresse dalle lavoratrici e dai lavoratori altoatesini nell’edizione invernale del Barometro IPL. L’indicatore che riflette lo sviluppo previsto dell’economia nei prossimi 12 mesi è crollato e tornato ai livelli del primo lockdown. Nei due trimestri precedenti aveva mostrato segni di miglioramento. Tra le altre cose attese, una disoccupazione in aumento e maggiori difficoltà nella ricerca di un posto di lavoro equivalente. Tuttavia, i singoli intervistati non sentono ancora concretamente a rischio il proprio posto di lavoro. La capacità di arrivare a fine mese con lo stipendio migliora ancora (la causa: mancano le occasioni di consumo). Ma attenzione: il Barometro IPL tiene conto solo di persone in stato di occupazione, quindi non include chi ha perso il lavoro da poco o è disoccupato da molto tempo.

Le previsioni del PIL dell’IPL: -6,5% per il 2020, +5,6% per il 2021

Gli ultimi dati disponibili portano l’IPL a concludere che l’economia altoatesina sia stata capace di limitare i danni nel 2020, circoscrivendo il calo ad una percentuale ad una cifra. Con un -6,5% la stima dell’IPL risulta più contenuta rispetto a quelle di IRE (-10,0%) e ASTAT (tra -6,8% e -11,3%). Allo stesso tempo l’IPL rimane però cauto sulla velocità della ripresa nel 2021. Con un +5,6% rimane più ottimista rispetto alle stime dell’IRE (dal +1,0% al +5,0%), ma sotto al di sotto di quelle dell’ASTAT (dal +6,0% al +8,3%).

Attenzione a togliere blocco di licenziamenti e cassa integrazione anzitempo!

L’IPL mette in guarda dal togliere il blocco ai licenziamenti e gli ammortizzatori prima che la ripresa economica si sia rafforzata sufficientemente. Il desiderio delle imprese di migliorare la propria posizione competitiva sul mercato è lecito, ma questo deve essere possibile anche indipendentemente dal divieto di licenziare, ossia utilizzando altre leve. Proprio in questo la crisi del coronavirus è stato un vero e proprio volano per l’innovazione. Molte imprese hanno rivalutato il proprio business model, hanno cercato nuove attività, cercato nuovi sbocchi di mercato, sperimentato nuovi modelli di lavoro e trovato nuovi canali di distribuzione.

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