La proposta di Caramaschi: chiamare Monumento alla Pace l'arco di Piacentini

Il dibattito è formalmente iniziato. Grazie a poche semplici parole del nuovo sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi: «Chiamarla Piazza della Pace, già Piazza della Vittoria, non mi dispiacerebbe». Non un punto del suo programma, come ha subito specificato il sindaco, conscio della difficoltà della proposta. Ma la voglia di mettere un punto definitivo ad un lungo periodo storico, ad una storia di divisione c’è: cambiare nome alla Piazza e probabilmente anche all’Arco di Piacentini. Monumento e Piazza della Pace.

L’uscita del sindaco è arrivata a due anni dall’apertura del percorso espositivo all’interno del monumento.  Il Comune di Bolzano ha presentato  la pubblicazione dedicata a BZ ’18‒’45: un monumento, una città, due dittature, il percorso espositivo allestito sotto il Monumento alla Vittoria, inaugurato il 21 luglio 2014.  Il volume intende essere una sorta di guida del percorso espositivo che ripercorre puntualmente i contenuti progettuali della mostra.
L’esposizione inaugurata due anni fa è stata visitata ad oggi da 85.286 persone (dati luglio 2016). La media mensile di pubblico si aggira attorno a 1.500 visitatori, 177 le classi delle scuole, altoatesine per lo più ma non solo, che lo hanno visitato, contando la presenza di oltre 4.000 studenti. Un’indagine di gradimento condotta sul pubblico a dicembre 2015 testimonia di quanto l’operazione culturale sia stata accolta con successo dalla comunità locale, nonché dai numerosi turisti che lo frequentano (circa la metà dei visitatori). Il percorso nel Monumento alla Vittoria affronta i problemi di un’eredità scomoda, con l’obiettivo di restituire un monumento alla città trasformandolo con spirito europeo in luogo della storia: l’83 % degli intervistati lo ritiene di fatto un’opera riuscita, collocandolo tra memoriale e monumento storico.

Nel suo intervento di saluto il Sindaco Caramaschi ha sottolineato che: “Proprio in questi giorni di violenza folle e di fanatismo, tornare qui per ricordare i caduti e per dare un senso alla storia, serve per guardare al futuro con un senso di pace e di convinzione”. Il Sindaco ha quindi ringraziato tutti coloro che  hanno collaborato al recupero di un luogo che in passato ha sempre diviso, ma ora non più: dall’amministrazione comunale precedente, al Commissariato del Governo, allo Stato, alla Provinicia, “Si tratta -ha concluso Caramaschi- di un’ apertura culturale della città, una scoperta oltre Talvera e credo che per tutti i cittadini, ma per i giovani in particolare,  questo luogo debba sempre rappresentare  un monito e un momento di conoscenza e coscienza della nostra storia”.  I testi del volume presentato quest’oggi, sono stati  predisposti per il percorso espositivo collegialmente dai membri della commissione in collaborazione con Jeffrey T. Schnapp, sono stati rivisti, adattati e integrati.
Il testo che corrisponde al perimetro esterno del percorso espositivo e che presenta le principali tematiche della storia di Bolzano dal 1918 al 1945, contestualizzate nelle più ampie vicende nazionali e internazionali, è stato curato da Andrea Di Michele. Il percorso che corrisponde al perimetro interno dell’esposizione si ritrova nelle sezioni curate da Silvia Spada e Hannes Obermair: l’una riporta la storia progettuale del Monumento e si sofferma sugli artisti che vi hanno lavorato, l’altro racconta la difficile relazione del Monumento con la città e il territorio, soprattutto dal dopoguerra ai giorni nostri.

Dalla sua apertura il percorso espositivo ha partecipato agli appuntamenti di rilievo per la vita culturale e sociale della Città di Bolzano, come la Giornata Internazionale dei Musei, le giornate FAI, BolzanoinBici e ancora la Lunga Notte dei Musei e infine l’iniziativa Battisti Reloaded.
Nell’aprile 2016 BZ ’18‒’45: un monumento, una città, due dittature ha ricevuto una menzione speciale in occasione dell’EMYA 2016, ovvero il Premio per il migliore museo europeo 2016: un importante riconoscimento del valore del percorso di storicizzazione intrapreso insieme da Stato, ovvero Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige e Comune di Bolzano.
Il percorso espositivo può ambire a diventare un punto di riferimento importante per la memoria anche a livello internazionale, entrando nella rete europea dedicata a tutti quei luoghi che mantengono viva la memoria critica del secolo passato.

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