Aumento dell'Irap in Alto Adige, commercialisti contrari

Nella giornata di lunedì 15 novembre, la terza commissione legislativa provinciale ha dato il via libera ai tre disegni di legge che compongono la manovra di bilancio 2022, e che contengono l’aumento dell’aliquota IRAP per l’anno prossimo che passa così dal 2,68 al 3,9%. La Provincia Autonoma di Bolzano andrà così a raccogliere oltre 60 milioni di euro dalle aziende altoatesine, con una previsione di bilancio che tocca i 6,31 miliardi di euro. Una decisione che trova in disaccordo l’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Bolzano, che si mette a disposizione della Giunta Provinciale per un confronto.

«Il vantaggio che la Provincia ottiene attraverso questo aumento della tassazione è comunque irrisorio di fronte alla previsione del prossimo bilancio. Al contrario, non può essere indifferente per le moltissime aziende del territorio che vivono ancora oggi un momento difficile e privo di certezze per il futuro – commenta Claudio Zago, presidente dell’Ordine -. L’aumento dell’aliquota IRAP rappresenta un segnale sbagliato in un periodo storico in cui le istituzioni dovrebbero continuare a supportare le imprese locali per cercare di uscire insieme dalla crisi. Il mercato del lavoro necessita quanto prima di un rilancio concreto ed effettivo, con una riduzione degli oneri sul costo del lavoro e non un aumento della tassazione sull’occupazione».

In passato le imprese altoatesine avevano concordato un “patto” con la politica provinciale, per cui decisero di rinunciare a svariati contributi in cambio di una riduzione della tassazione IRAP. Un patto che è stato ora infranto e che rischia di far sprofondare di nuovo molte imprese nel baratro della crisi: «Come professionisti vicini a contribuenti e imprese siamo assolutamente contrari a questa scelta che ci lascia molto perplessi. Per questo chiediamo un confronto diretto e una maggiore collaborazione con le forze politiche di vertice per intervenire su questa tematica che non può passare inosservata e che anzi, deve essere affrontata ascoltando la voce di tutti gli enti coinvolti. Ed è questo il momento in cui tutti insieme riprogrammiamo il futuro, senza mettere di nuovo a rischio gli ottimi segnali di ripresa che l’economia ci ha fornito in questi ultimi mesi», conclude Zago.

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