Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso contro la Provincia sul cosiddetto "distanziometro" per le sale da gioco

Roma. Il Consiglio di Stato (Sezione VI) ha considerato legittima la norma provinciale che prevede almeno 300 metri di distanza tra le sale gioco e luoghi sensibili come le scuole. Il Consiglio di Stato ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso proposto da alcune attività di gioco per la revocazione della sentenza del 2019  negando l'”effetto espulsivo” della legge provinciale.
Secondo la sentenza  :”L’obbligo di osservare determinate distanze dai siti sensibili individuati dall’art. 5 bis della L.P. n. 13/92 non determina, in nessuno dei comuni presi in considerazione, l’interdizione/espulsione assoluta degli esercizi gestiti dalle imprese appellanti dal territorio dei singoli comuni interessati, e tanto meno dal territorio dell’intero territorio provinciale”.
Il Consiglio di Stato ha quindi escluso “che la disciplina provinciale possa determinare una espulsione dal mercato delle imprese appellanti, sia sotto il profilo dell’interdizione assoluta dai singoli territori comunali, sia sotto il profilo dell’abbattimento delle raccolte e dei ricavi, e che, conseguentemente, la questione di legittimità costituzionale della disciplina provinciale rispetto all’art. 41 della Costituzione sia connotata da manifesta infondatezza”.

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