Il Festival Bolzano Danza presenta il programma 2023 e il suo sconfinato "Microcosmo"

È tutto pronto per “Microcosmo” l’edizione 2023 del Festival Bolzano Danza: due intense settimane – dal 14 al 28 luglio- per 27 appuntamenti all’insegna della danza internazionale, che, come di consuetudine, non rimarranno confinati nelle mura del Teatro Comunale di Bolzano, ma coinvolgeranno anche piazze, parchi e luoghi dell’arte e della cultura.

Il programma dell’edizione 2023, presentata oggi (26 maggio) in conferenza stampa dal direttore artistico Emanuele Masi, è sotto il segno del “Microcosmo” inteso come un universo in miniatura, un piccolo mondo ma non certo mondo piccolo, anzi piuttosto sconfinato, e felicemente contaminato da temi, suggestioni, visioni di compagnie che portano stili di danza e accenti da tutto il mondo. È un immaginario, quello del Microcosmo evocato da Masi, che gioca con la metafora del sottobosco, quell’ecosistema di funghi, muschi e licheni e del micelio, “una fitta rete di filamenti capace di fornire nutrienti ma anche rigenerare elementi tossici” spiega il direttore, e quindi capace di insegnarci “un’idea antropologica di collaborazione, connessione e interdipendenza”. Antropologica e non antropocentrica insomma, e nelle sue parole si sente l’eco del pensiero della filosofa Donna Haraway che tanto ha influenzato negli ultimi anni il panorama artistico.

Emanuele Masi, direttore artistico del Festival Bolzano Danza. Foto Andrea Macchia

Se è vero che la bellezza del cosmo non è data solo “dall’unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità,” (Eco),  in questo “sottobosco” il programma di Bolzano Danza non teme di far convivere e ondeggiare gli opposti e le contraddizioni: “ci muoveremo in ordine sparso nell’eterna polarizzazione tra amore e violenza, mascolinità tossica, affermazione femminile, dialogo interculturale, trasmissione di saperi, scambio intergenerazionale, inclusione”. Dal balletto contemporaneo ad una danza urbana di protesta come il krump, dall’hip hop  alla danza africana, fino alle commistioni con la letteratura, l’arte e il design, è un programma, quello di Bolzano Danza 2023, che darà spazio a molte prime italiane e non e soprattutto a molti volti nuovi – mentre si vedranno sul palco anche giovanissimi.

Un Festival che si preannuncia come degna “vigilia” per l’anniversario dei 40 anni dalla fondazione, che ricorreranno nel 2024. Last but not least: il costo dei biglietti non ha subito ritocchi rispetto alle precedenti edizioni.

 

Il programma

A proposito di nuovi ospiti, il Festival si apre il 14 luglio con la prima italiana di King, un mix di danza e musica live dell’australiana Shaun Parker & Company. Lavoro più recente del coreografo australiano Shaun Parker, King indaga come il potere patriarcale si riverberi nelle strutture sociali, sessuali, politiche. In scena con i dieci danzatori il famoso cantante queer bulgaro Ivo Dimchev, autore della colonna sonora dello spettacolo. “Parker riesce a toccare temi importanti ma sempre con bellezza e leggerezza” sottolinea Emanuele Masi.

King, Shaun Parker. Foto Prudence Upton

La stessa compagnia presenterà anche Trolleys, una danza per carrelli della spesa (!) che “si incontrano e si innamorano, altri intraprendono lotte solitarie per poi dare vita a una danza anarchica. Ad animarli cinque danzatori il cui fisico sembra non conoscere limiti tanto l’acrobazia, il parkour, la street dance, la danza contemporanea si fondono in essi” recita il programma del Festival (in piazza Walther il 15 luglio, ore 12 e 18).

Trolleys, Shaun Parker Foto Irven Lewis

Il Festival continua con le prime nazionali, come Silent Legacy (19 luglio) di Maud Le Pladec, direttrice del Centro Coreografico Nazionale di Orléans. Per l’occasione salirà sul palco  la giovanissima canadese Adeline Kerry Cruz di appena 10 anni, prodigio del krump: una forma di street dance a cui lei si è appassionata coltivando un sogno, ma che le è decisamente lontana perché questa danza è nata nei sobborghi di Los Angeles nei primi anni 2000 come espressione di rabbia e rivolta delle comunità afroamericane.

A proposito di giovani, il francese Groupe Grenade di Josette Baïz, composto da bambini e adolescenti, racconta la rivolta e la non rassegnazione giovanile di fronte alla situazione attuale del mondo in Demain, c’est loin! (24 luglio). Con Metamorphosis Dance Prisma presenta invece uno spettacolo costruito a partire dalle testimonianze delle vittime di terrorismo (21 luglio).

È una Alice nel Paese delle Meraviglie digitale e ipercontemporanea quella di Robbit Hole, pezzo per sei interpreti di Moritz Ostruschnjak che immerge lo spettatore nel tunnel infinito dei link digitali ri-ambientando il Bianconiglio di Alice in un mondo stravolto, un paese delle meraviglie rovesciato dove l’impossibile diventa possibile e la morale completamente annullata, come descrive la scheda sullo spettacolo “il Bianconiglio nel XXI secolo non può che essere un insieme di bit e byte e il suo vagabondare nella rete una infinita catena di contenuti e proposte. Un mondo dove tutto si mischia, niente si incastra, non c’è più un inizio né una fine. Una situazione bellissima e terribile allo stesso tempo, come dichiara il coreografo” (in prima italiana il 15 luglio)

La pirotecnica Gauthier Dance di Stoccarda, “compagnia ospite principale” del Festival, festeggia i quindici anni di vita e di collaborazione con Bolzano Danza con un programma di brani cult e novità a firma Mauro Bigonzetti, Eric Gauthier, Alejandro Cerrudo, Ohad Naharin, Marco Goecke, Hofesh Shechter, Dunia Jocić, Itzik Galili (26 luglio). Il tema dell’inclusione è proposto da due nuove creazioni: Updraft di Annie Hanauer alla Cantina Kettmeir (16 luglio) e da Lo specchio della regina di Eleonora Chiocchini e Antonio Viganò per Teatro La Ribalta – Accademia della diversità, coprodotto dal festival e destinato all’infanzia (prima assoluta 21 e 22 luglio). Al Parco delle Semirurali l’appuntamento è con l’hip hop degli austriaci Hungry Sharks e il loro recente Hidden in Plain Sight: un puzzle di incontri umani e relazioni (27 luglio).

Due grandi interpreti dell’Hamburg Ballet  quali Silvia Azzoni e Oleksandr Ryabko saranno Constanze e Amadeus Mozart nel nuovissimo lavoro della coreografa slovacca Kristina Paulin, intitolato Reflections of the mind con la compagnia Cantiere Danza Montepulciano e la musica dal vivo dei  Solisti della Haydn (25 luglio).

Il dialogo con l’arte visiva troverà espressione, nel programma del Festival, con progetti che si generano dalle opere e dalle mostre, che non saranno quindi fondali per la danza.  In questo senso, Annamaria Ajmone e Laura Agnus hanno sviluppato un lavoro guardando all’arte di Lucia Marcucci (Firenze, 1933) esponente del Gruppo 70 e a cui Museion e Ar/Ge Kunst dedicano una personale in occasione dei 90 anni. La performance Bleah!!!, presentata in prima assoluta, prende infatti il nome da un’opera di poesia visiva dell’artista fiorentina e, ispirandosi alla sua pratica del cut-up e delle sovrapposizioni, gioca a contrapporre gesto e suono (20 e 21 luglio parco dei Cappuccini). Si lega invece alla mostra interdisciplinare di Asad Raza, Plot, la performance – pure in prima assoluta – della coreografa statunitense Moriah Evans, Out of and Into: Plot (27 e 28 luglio, Museion).

 

Koffi Koko, foto Arnaldo J.G. Torres

“Una biblioteca di saperi” così definisce il corpo Koffi Kôkô, figura chiave per lo sviluppo della danza africana contemporanea. Kôkô si esibirà alla Fondazione Antonio Dalle Nogare nella performance The Third Body. Realizzata con il compositore e percussionista tedesco Manos Tsangaris e lo scrittore Johannes Odent, la performance si configura come una sorta di rito di passaggio, tra movimento e suono, tra dentro e fuori (22 luglio). Segue la presentazione del libro “Passage. Koffi Kôkô tra danza contemporanea e filosofia del Vodoun” e un incontro con gli artisti moderato da Marie Glassl. Chiude il Festival il Rijeka Ballet, per la prima volta in Italia, con i suoi ventidue danzatori impegnati nel recentissimo Tchaikovsky dello spagnolo Cayetano Soto, un lavoro incentrato sulla vita del grande compositore russo e i suoi lati più oscuri (28 luglio).

Per il programma completo e il programma dei corsi consultare il sito del Festival Bolzano Danza 

Caterina Longo

Immagine in apertura: Wassily B3 Effetto Lazarus. Foto Francesco Sciolti

 

 

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