SFScon, NOI Techpark, Huawei e Oniro Project insieme per l’internet delle cose del futuro

«L’Alto Adige è una zona davvero tecnologica. Ricca di incubatori e di aziende. NOI Techpark e Huawei collaborano da tempo e proprio questa collaborazione ha portato entrambe a far parte dell’Eclipse Foundation working group Oniro. Oniro incarna un modello open source a 360° che si indirizza al mondo dell’Internet of Things con l’obiettivo di rendere veramente efficace la collaborazione tra dispositivi di marca, fattura, modello diverso». Chi parla è Davide Ricci, direttore dell’Open Source Technology Center (OSTC) di CBG Huawei, esperto di tecnologia e relatore all’ultima SFScon, South Tyrol Free Software Conference, tenutasi all’hub dell’innovazione di Bolzano. Il progetto Oniro si rivolge ad oggetti di uso comune, come i device domestici quali smart tv, condizionatori, elettrodomestici da cucina, smart speakers, che sempre più devono parlare tra di loro e dare all’utente finale una nuova user experience partendo da una forta connotazione di intelligenza artificiale. Ad oggi il problema principale è legato al fatto che ogni azienda che realizza questi prodotti mette sul mercato tecnologie che non comunicano con quelle dei competitor, rispondendo a licenze e protocolli diversi tra di loro e baseline tecnologiche private o non open source. «L’obiettivo di Oniro – ha spiegato Ricci – è appunto creare compatibilità affinché aziende e multinazionali si siedano attorno a un tavolo open source equo e meritocratico facendosi portatore di una tecnologia altrettanto equalitaria che possa dare medesime opportunità per chiunque voglia contribuire a far cresce la community?».

Davide Ricci

L’iniziativa è gestita dalla Eclipse Foundation che lo scorso 26 Ottobre 2021 ha ufficialmente rilasciato il progetto Oniro per il community uptake. Quando si parla di open source bisogna anche parlare di regolamentazioni e regole precise che servono a garantire la neutralità e il corretto svolgimento delle attività all’interno del progetto e da questo presupposto si inserisce la forte esperienza del NOI Techpark:  «La collaborazione con il NOI Techpark si incentra sulla policy per la gestione della proprietà intellettuale – ha commentato Ricci – grazie alla creazione di un vero e proprio manifesto (Software Bill of Materials – SBOM) che spieghi come vengono gestite le licenze open source, le componenti, e sottocoponenti che stanno alla base di Oniro».

Ad oggi il working group Oniro, conta cinque membri attivi e l’obiettivo è coinvolgerne altri, soprattutto sfruttando il ruolo strategico del NOI Techpark verso il contesto austro-tedesco e diffondere la prospettiva di un ecosistema cross-device e totalmente aperto, trasparente e sicuro. La questione della sicurezza è un altro elemento fortemente sentito all’interno di Oniro e si inserisce in un lungo dibattito sul futuro della tecnologia, sul quale l’esperto di Huawei ha un’opinione da condividere: «Oggi tutto passa dal cloud, anche per via della monetizzazione dei dati. Ma così si è creato un IoT frammentato e non equo perchè si presuppone che la collaborazione tra dispositivi possa avvenire solo tramite il Cloud, non considerando invece la forte prospettiva data dall’Edge».

Tanta carne al fuoco per questo progetto, la questione è ora capire e far capire qual è il vantaggio di fondo di un’iniziativa open source di questo tipo. «Chi partecipa a un tavolo simile gestito dalla Eclipse Foundation ha la sicurezza che i propri investimenti siano custoditi da un’entità neutrale. Possono dunque coesistere competitor anche nello stesso progetto e ciò porta le imprese a sentirsi tutelate. È senz’altro un processo di sviluppo più lento rispetto a quanto potrebbe fare da solo un unico vendor, ma è più stabile nel tempo». Il successo del progetto Oniro dipenderà da quanti partner attivi decideranno di partecipare. Il loro numero determinerà quanti dispositivi arriveranno sugli scaffali nel giro di qualche anno.

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