Hofer: "Dalla Cina agli Stati Uniti, così IDM apre mercati e centri di ricerca alle aziende altoatesine"

“Quarantasei nuovi prodotti immessi sul mercato in un anno, oltre 100 accordi di cooperazione stipulati tra imprese altoatesine e centri di ricerca di tutto il mondo, seicento aziende coinvolte in progetti europei”. Le metriche sono importanti. E questi sono i numeri dell’attività di Technology Transfer curata dal Tis nel 2015: come a dire che si è stretto un accordo ogni tre giorni, contribuito a lanciare un nuovo prodotto a settimana, coinvolte due aziende al giorno in progetti finanziati dalla Ue. Basi più che solide per un’attività che ora passa sotto le insegne di Idm, la nuova super-agenzia che ha fuso Tis, Bls, Eos e Smg. Nella nuova struttura, Hubert Hofer, che prima dirigeva il Tis, è alla guida del reparto Development. E’ lui la persona giusta per provare a capire come, in un contesto che mette i territori sempre più in competizione tra loro, l’Alto Adige operi sul mercato della conoscenza per aiutare le proprie imprese a crescere e internazionalizzarsi. “E il modo giusto per capire la nostra strategia è proprio partire dai numeri”.

Hofer, proviamo a delineare la filiera che vi porta a sviluppare e lanciare sul mercato nuovi prodotti.
“I 46 nuovi prodotti sono il frutto di una catena di lavoro che, su input delle imprese, parte da un esame attento delle esigenze delle aziende, delle loro competenze e delle potenzialità e che, al temine di una serie di azioni di Technology scouting e matching con i partner scientifici, riesce a produrre innovazione a vantaggio di tutto il sistema. E’ un ciclo continuo di attività, gran parte della quale si basa su settori chiave per lo sviluppo della nostra Provincia: sport e winter tech; alimentare; edilizia; legno; salute e benessere; protezione civile. Sono oltre 100 i prodotti sui quali stiamo lavorando attualmente in questi campi”.

Come vi rapportate con le aziende?
“Tutto parte dalla conoscenza diretta con loro: i nostri esperti mappano di continuo le loro competenze, le coinvolgono in gruppi di lavoro. Uno di questi, ad esempio, è dedicato alle facciate: si tratta di un mercato di nicchia nel quale le nostre imprese, una quindicina, si posizionano su un segmento alto e si caratterizzano per la capacità di customizzare l’offerta. Noi li aiutiamo ad entrare in contatto con il meglio della ricerca che riguarda l’efficienza energetica e con le nuove tendenze, come le facciate verdi. Capiamo le esigenze, troviamo gli esperti, aiutiamo a sviluppare nuovi prodotti e nuove strategie sui mercati”.

Dove “acquisite” ricerca?
“Il primo sguardo, immediato, va ovviamente alle istituzioni dell’Alto Adige e dell’Euregio, con le quali abbiamo accordi di collaborazione: Eurac, Fraunhofer, Lub, Università di Trento, etc. Ma siamo in grado di fare technology scouting ovunque: nelle università europee, in California, in Oriente”.

Oltre all’accompagnamento nell’acquisizione di tecnologia aiutate le imprese ad aprire nuovi mercati. Quali sono le nuove frontiere?
“La Cina innanzitutto. Stiamo accompagnando un pool di imprese altoatesine attive nel risanamento ambientale in una grandissima operazione. Il partner finale dell’operazione è Nisco, gruppo cinese che opera nell’acciaio, che è interessato a testare il nostro know how: un pool di dieci imprese altoatesine si stanno mettendo in gioco e, se l’operazione avrà successo, le prospettive sono molto interessanti. Il nostro ruolo continua con l’accompagnamento sugli accordi legali, tema delicatissimo nei mercati del Far East. Un’altra opportunità interessante arriva dalla Russia e riguarda il turismo”.

Il turismo?
“La regione del Caucaso sta studiando il sistema turistico altoatesino, dal marchio ombrello alla ricettività: stanno mettendo in competizione alcune zone turistiche europee, tra cui noi, per acquisirne il know how nella costruzione della propria offerta di ospitalità. Ma prospettive interessanti ci saranno anche nel campo dalle energie rinnovabili, settore nel quale l’Alto Adige sviluppa eccellenza e innovazione”.

Ad esempio?
“Le parlo di un’eccellenza poco conosciuta: l’Alto Adige in questi anni è diventato leader a livello europeo nel processo di gassificazione del legno, una tecnologia che ha fatto enormi passi avanti nel giro di pochi anni, e per la quale l’Alto Adige è diventato il laboratorio sperimentale dell’Europa con 15 impianti approvati. Ora in tutto ci sono otto prototipi di gassificatori in Alto Adige, che producono energia da una risorsa che per noi è centrale”.

Tanti fronti aperti, e ora un nuovo marchio unico, quello di Idm. Quali sono le potenzialità?
“Non si tratta solo di avere un nuovo marchio, siamo finalmente una struttura unica che tiene unite competenze diverse e qualificate al servizio dell’economia sudtirolese. Idm è l’agente dell’innovazione altoatesina, il punto di riferimento per tutte le aziende che vogliono innovare ed entrare in relazione con la ricerca. E presto, con il Parco tecnologico, il Noi, avremo anche un luogo unico: una struttura che mette a disposizione laboratori all’avanguardia e darà riconoscibilità alla ricerca altoatesina. Fino ad adesso, e i numeri lo dimostrano, ci siamo occupati più di fare che di far sapere. Ora si passa a una fase nuova, ricca di sostanza e qualità”.

Luca Barbieri

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