Gli otto «Impulsi Vivi» che innovano la cultura altoatesina

Bistrò creativi, vetrine ambulanti per mettere in vendita oggetti di artigianato, ma anche atelier multifunzionali, musica che si abbina al movimento e alle performance live, giochi da tavolo per far capire l’importanza del rispetto dell’ambiente anche ai più giovani, una piattaforma per vendere fumetti indipendenti. Ambiti diversi che si intrecciano in progetti che fanno della contaminazione e della creatività due punti di forza. Otto idee pronte per approdare sul mercato: tante sono quelle arrivate alla fine di Impulsi Vivi, il percorso di incubazione dell’Ufficio Politiche Giovanili della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano realizzato da Irecoop Alto Adige – Südtirol.

Otto progetti che hanno fatto molta strada. Erano idee, spunti ancora da fissare. Ora, grazie ai workshop e al tutoraggio personalizzato, sono pronti ad affrontare la sfida più importante: quella della messa in pratica. Le otto idee di innovazione culturale sono state presentate nella finale di Impulsi Vivi tenutasi al NOI Techpark, luogo dove innovazione e impresa si fondono. Un centinaio le persone che hanno riempito il Noise per ascoltare testimonianza e storie di innovazione culturale. Visto il successo anche della seconda edizione, Impulsi Vivi non si ferma: l’appuntamento è quindi per il prossimo anno.

«Anche il luogo in cui siamo è significativo – ha ricordato il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini –, il NOI Techpark è un posto recuperato, a cui è stata data una nuova funzione. La cultura, la creatività, sono strumenti che creano anticorpi alla paura e mettono in moto le energie, gli Impulsi Vivi utili a creare benessere e sviluppo per la crescita economica. Dietro ad ognuna delle idee arrivate fino qui non c’è solo un percorso personale o collettivo, ma un’idea diversa di società che mira alla coesione e alla solidarietà».

Una serata aperta da una testimonianza significativa, quella di Monica Lanaro, la project manager che ha ripercorso l’esperienza di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione, fondato nel 1994 a Treviso da un’idea di Luciano Benetton e Oliviero Toscani, il vulcanico fotografo che è appena tornato alla sua direzione. Uno sguardo più che sul passato, sul futuro: perché il laboratorio culturale di Fabrica, che vede al proprio interno creativi di tutto il mondo, è terreno fertile per la nascita e l’analisi di trend fondamentali per chi fa industria culturale.

«Fabrica è un centro di sovversione culturale – ha ricordato Lanaro durante il suo intervento –. Sovversione non nel senso che si dà spesso al termine, con un’accezione negativa, ma come modo per dare spazio alla creatività, fare da microfono per le voci fuori dal coro. Culturale perché gli strumenti attraverso cui si realizza sono quelli tipici della creatività: audio, video, design, musica, illustrazione, fotografia e tutti gli altri. Fabrica è un luogo dove convergono idee e talenti: elementi necessari per battere il conformismo».

I PROGETTI

Ecco il dettaglio dei progetti. Per ognuno di essi un link dove trovare maggiori informazioni.

LeMuRe, di Federico Campana e David Torri, è un collettivo per la produzione e distribuzione di eventi musicali e multimediali che nascono dalla collaborazione tra compositori, artisti, musicisti, tecnici audio con alto contenuto tecnologico. «Quello che noi produciamo sono performance live – spiega Campana – in cui diversi impulsi sensoriali che trasmettono movimento, specificamente suoni e luci, interagiscono creando una drammaturgia, una narrazione, che può infatti essere seguita anche su libretto, come si fa in ambito melodrammatico».

Artikult pop-up store, di Biljana Stefanoska e Katrin Unterhofer, si rivolge ai creativi (artisti, designer, artigiani) e dà loro la possibilità di esporre e vendere i propri prodotti artistici fatti a mano, affittando un piccolo spazio all’interno di un mobile modulare che verrà posizionato in luoghi di fruizione culturale. «Non importa se è un vaso fatto di Lego, una collana di sughero, una gonna upcycled, o giocattoli in legno – ricordano le due ideatrici –. Proprio questa varietà di prodotti garantisce un vasto pubblico, che altrimenti non si riuscirebbe a raggiungere».

Emberfly, di Luca Bresadola, è uno spazio che già esiste, in piazza Vittoria a Bolzano. L’idea di Luca è gestire un atelier-galleria, che sia «un luogo d’incontro, un laboratorio, uno spazio per corsi e uno studio fotografico». «Per me Impulsi Vivi è stata un’opportunità presentatasi al momento giusto – racconta Luca – proprio quando ormai era chiaro il mio desiderio di creare qualcosa d’innovativo nell’ambito della fotografia, tuttavia non altrettanto il modo in cui avrei dovuto procedere».

Energy Revolution. Carte da gioco sull’ambiente di Matteo Giacomo Prina, punta alla progettazione, realizzazione e diffusione di giochi da tavolo per scolari attraverso i quali questi ultimi possano sviluppare così una sensibilità ecologica. «La supervisione da parte di qualcuno per cui “startup” e “innovazione” siano concetti chiave della propria quotidianità professionale – conclude Prina – è di fondamentale rilevanza per chi come me proviene da contesti lavorativi che niente hanno a che fare col business, quale è tradizionalmente quello della ricerca scientifica in ambito ambientale».

Maku, di Nicola Kulbaka, è un progetto che punta a creare gallerie d’arte «nomadi» all’interno di spazi sfitti. «L’accrescimento della visibilità è obiettivo centrale all’interno del nostro progetto, valido per ciascuno degli attori che prendono parte a questo processo di messa in comune dei beni mobili e immobili – spiega Nicola – In particolare, grazie alla futura creazione di una piattaforma online specificamente dedicata al progetto, disporremo di uno strumento evoluto d’interazione con tutti coloro interessati a visitare i nostri spazi o addirittura a coinvolgersi attivamente nella trattazione, nel nostro gira di affari».

Piattaforma del fumetto indipendente di Elena Forcato e Jean-Pierre Mourey è uno strumento digitale di promozione e vendita per gli autori, gli artisti e gli editori indipendenti nell’ambito dell’immagine grafica (fumetto, illustrazione, cinema d’animazione). «Siamo molto soddisfatti di quanto appreso grazie a Impulsi vivi: imparare come si possa far partire un’attività aziendale è stato per noi un vero arricchimento, poiché si tratta di una disciplina che la nostra – sia pur solida – formazione artistica non comprende affatto» spiega Elena.

Creative Bistrò di Francesco Ippolito, punta a unire fotografia e gastronomia in uno spazio unico che coinvolga il visitatore in un’esperienza multisensoriale. Due ambiti uniti dal suo spirito creativo: l’obiettivo è offrire alle persone la possibilità di fare esperienze di un qualcosa che sia frutto di un processo umano, di un lavoro di ricerca artistica, o forse di un’intuizione. «Nel mio bistrò mi piacerebbe allestire non soltanto mostre fotografiche, bensì anche esposizioni di manufatti artigianali – afferma Francesco – Vorrei inoltre valorizzare la bellezza di saper produrre opere creative: organizzare dei concorsi a premi potrebbe essere una strategia».

La fabbrica dei sogn’attori di Katja Bertoli Gantioler, punta all’utilizzo dei linguaggi artistici per la crescita personale e lo sviluppo di comunità. Si tratta un metodo derivato dal coaching umanistico, che le permette di accompagnare persone bisognose di consulenza per prendere consapevolmente le scelte più importanti della propria vita lungo un percorso di autoconoscimento. «Tutto ha avuto inizio quando sono diventata mamma. Ero molto giovane e mi sentivo ancor meno pronta delle altre neomamme. Ma ad imparare in fretta e dare il mio meglio non ho voluto rinunciare. Così mi sono fatta qualche scrupolo in più, qualche domanda in più sull’educazione, ho scoperto le discipline legate alla metamedicina e alla crescita personale, me ne sono incuriosita e non ho più smesso di studiarle».

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