Il consiglio provinciale approva la riduzione della giunta a otto assessori

Il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato questa mattina, con 18 sì, 16 no e un’astensione, la riduzione della giunta provinciale da nove a otto assessori, proposta dal governatore Arno Kompatscher dopo la spaccatura con l’assessore e collega di partito Svp Thomas Widmann. Finisce così un lungo braccio di ferro iniziato un mese fa, quando Kompatscher aveva ritirato le competenze a Widmann causata dalla diffusione delle intercettazioni nel libro scandalo “Freunde im Edelweiss” sul caso Sad, la società che per molti anni ha gestito il trasporto pubblico locale.

Un’ora prima dell’inizio della votazione in aula, Widmann ha convocato una conferenza stampa dove ha precisato di non voler votare a favore della riduzione della giunta provinciale “perché politicamente è un grande errore”. Una decisione ribadita successivamente davanti ai colleghi del Consiglio: “Non comprendo come una giunta che ha lavorato così bene in un momento difficile, come quello della pandemia, ora venga amputata”. Secondo Widmann, lo strappo non ha quindi motivi politici, ma esclusivamente personali. Non si è fatta attendere la replica del presidente Arno Kompatscher che ha respinto qualsiasi accusa, sottolineando come sia sorta una visione fondamentalmente diversa della politica tra i due.”Questo importante passo è stato compiuto. Ora è il momento di continuare a lavorare con il massimo impegno per la Provincia”, ha proseguito il presidente.

L’assessore Thomas Widmann non è quindi più in carica. Tutti gli altri componenti della Giunta sono stati confermati e mantengono le rispettive competenze. Si tratta, oltre al presidente Arno Kompatscher, dei suoi vice, Waltraud Deeg, Giuliano Vettorato e Daniel Alfreider, nonché degli assessori Philipp Achammer, Massimo Bessone, Maria Hochgruber Kuenzer e Arnold Schuler.

Le opposizioni

Team K e Verdi hanno votato contro la nuova giunta sposando una linea comune. “La crisi di potere all’interno della SVP, la crisi di fiducia della popolazione nei confronti della SVP e di conseguenza purtroppo anche nei confronti della politica sono molto profonde. Stiamo vivendo una vera e propria crisi della democrazia. A fine maggio voteremo per un referendum sulla democrazia diretta, sappiamo già quale sarà l’impegno della SVP su questo fronte. E l’immagine che le cittadine e i cittadini hanno visto in queste settimane della democrazia rappresentativa è stata un’immagine davvero brutta. Una democrazia di prima classe dovrebbe essere caratterizzata da una cultura di tolleranza, da un confronto aperto e dall’assenza di influenze nascoste di potenti gruppi di interesse. Alla luce di quanto è successo nelle scorse settimane all’interno della maggioranza SVP-LegaSalvini-ForzaItalia non possiamo certo definirci una democrazia di prima classe”, tuonano i Verdi.

“Oggi la Svp ha dimostrato di non essere in grado di rinnovare il suo modo di intendere la politica, da comitato d’affari quale è diventato. Ci dovranno pensare i cittadini con il loro voto a dare la scossa necessaria per cambiare la politica in Alto Adige”, dice il Team K che torna sulla proposta, poi respinta, di assegnare l’assessorato alla sanità a Franz Ploner: “Tra i 35 consiglieri che siedono oggi in Consiglio provinciale nessuno ha la competenza, il curriculum professionale, la credibilità politica, etica e anche umana di Ploner. Peccato non aver avuto uno scatto di coraggio, peccato che anche il presidente Kompatscher – eletto a suon di promesse di rinnovamento della politica locale – non riesca nemmeno ora a superare la logica della tessera di partito, nell’interesse della popolazione”.

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