Fse, fondi poco sfruttati: il triste primato al contrario dell'Alto Adige

CNA-SHV esprime forte preoccupazione per lo scarso utilizzo delle risorse a disposizione del Fondo Sociale Europeo (Fse) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) in Provincia di Bolzano, messo in luce da una recente analisi del Sole 24 Ore.  Secondo il quotidiano economico, la Provincia autonoma di Bolzano è in coda alla graduatoria nazionale sia per l’utilizzo del Fse sia per il Fesr, in entrambi i casi ha un 61,82% di spese ancora da dichiarare entro il 31 dicembre di quest’anno, pari a 10,8 milioni di euro per ogni Fondo.

Regioni e Ministeri dovranno spendere 3,6 miliardi di fondi strutturali europei, assegnati con la programmazione 2014-2020 attraverso il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse). Per chi non ci riuscirà scatterà la tagliola del disimpegno automatico in base alla “regola N+3”: se entro tre anni dall’impegno di spesa indicato dalla Regione o dal Ministero che gestisce fondi strutturali non è stata presentata la domanda di pagamento alla Ue, Bruxelles “cancella” automaticamente la relativa quota di finanziamento.

«Questo modesto impiego delle risorse comunitarie in Alto Adige – sostiene Claudio Corrarati, presidente regionale della CNA-SHV – potrebbe essere ancora una conseguenza dei problemi sorti nel settennato 2007-2013 del Fse, per il quale risultano ancora 178 progetti aperti e quindi senza che i promotori abbiano ricevuto i versamenti. Ma non per questo motivo il sistema del nuovo settennato 2014-2020 deve procedere così a rilento da essere ultimi in Italia nell’utilizzo delle risorse. La Provincia deve attivare subito una campagna di sensibilizzazione che coinvolga le associazioni di categorie e le imprese».

Corrarati sottolinea che si sta correndo un grosso rischio: «In futuro i soldi per gli investimenti delle imprese arriveranno sempre di più dall’Europa e sempre di meno dai bilanci statali, regionali, provinciali e comunali. Nel caso del Fse parliamo di investimenti aziendali sulla formazione e la riqualificazione dei dipendenti, che significa maggior competitività aziendale. Le imprese non hanno più bisogno di questi soldi o sono frenate dall’esperienza passata o comunque da una gestione che risulta ancora oggi troppo burocratica? Qualunque sia il motivo dello scarso utilizzo dei fondi, la Provincia non può limitarsi a diramare un comunicato stampa per ricordare le scadenze di presentazione delle domande, ma deve attivare una campagna informativa ampia che raggiunga le associazioni di categoria e le aziende. Il sistema di gestione dei fondi rimane molto burocratico, ma dobbiamo imparare in fretta i meccanismi, altrimenti l’Unione europea taglierà gli stanziamenti per l’Alto Adige, privando l’intero territorio di importanti fonti di finanziamento per la competitività delle aziende».

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