#Fridaysforfuture, i giovani in piazza a Bolzano per il clima

Make clima great again. Politici, svegliatevi. Non rubate il nostro futuro. Perché non abbiamo un pianeta b (su cui scappare tutti). Così dicono a voce alta, nei loro striscioni e negli slogan urlati attraversando la città, gli studenti altoatesini che sono tornati a chiedere, per la seconda volta in un mese, interventi concreti contro il riscaldamento climatico. Per dare un futuro al pianeta stesso e alle nuove generazioni che lo abiteranno.

A parte un calo contenuto dei partecipanti (da 2.000 a 1.500 circa) e un cambio nell’organizzazione, i partecipanti credono nel successo dell’appuntamento numero due: «Siamo sempre in tantissimi» commenta Pearl Bianco, presidente del comitato che ha preso dalla Consulta degli studenti l’onere di continuare i #Fridaysforfuture a Bolzano, in concomitanza con altre 1.769 manifestazioni analoghe nel mondo. E anche se ora si discute su come portare avanti la protesta – c’è chi parla di una tappa a Roma, chi di piccoli eventi capillari nei centri della provincia – su una cosa tutti, in piazza Magnago, punto di arrivo del corteo partito dal tribunale, sono d’accordo: «Vogliamo che il nostro pianeta sia migliore, per noi e i nostri figli» dicono Samira e Anastasia, 15 anni, venute dal liceo Gandhi di Merano.

Ancora una giornata di sole, ancora una protesta consapevole, pacifica, festante – e giovanile – nelle vie del capoluogo. Introdotti dalle auto di polizia e carabinieri, sotto il coordinamento per la viabilità del comandante dei vigili urbani Sergio Ronchetti, gli studenti sfilano da corso Libertà, passando per il ponte Talvera, alla piazza che ospita la sede della Provincia. Sono le istituzioni locali il primo bersaglio della manifestazione, ma si sale su fino ai potenti della Terra, fino agli Stati Uniti di Trump che non credono al riscaldamento globale, fino alle multinazionali.

 «Dopo la prima manifestazione abbiamo acquisito visibilità» dice Diego Laratta, uno dei ragazzi che guidano l’incedere del corteo lungo piazza Vittoria, ponte Talvera e poi il centro. Bolzanino, iscritto a Giurisprudenza a Trento, è venuto per questa seconda giornata. Tutto è nato dal gesto di Greta Thunberg, ora candidata al Nobel per la pace, che ha poi ispirato gli scioperi giovanili per il clima. «L’iniziativa di Greta – continua – ha fatto scoccare la scintilla, ci ha aiutato a prendere coscienza. Ora vedremo come continuare: ci sono voci di una protesta a Roma, anche se finora il comitato non ha aderito». Attraverso piazza Walther si giunge alla meta di piazza Magnago. Gli studenti vocianti riempiono (quasi) il grande slargo, fanno ondeggiare i cartelli colorati e si siedono per ascoltare gli interventi dal megafono. «Siamo una piccola città, ma ma vogliamo dare un segnale» dice Manfredi Minniti, che fa parte della Consulta. «Questo tema è fondamentale, riguarda il nostro futuro». «Noi vogliamo il nostro futuro», la frase divenuta il mantra del corteo “verde”, viene ripetuta dalla folla e riecheggia tra i seri palazzi provinciali.

Le disquisizioni fra i leader della protesta non rovinano l’atmosfera. È vero che c’è stata una flessione nell’affluenza. Ci sono viste le scuole tedesche, e gli studenti dei licei Pascoli e Torricelli. Meno, sembra, quelli del Galilei. «È evidente che non si può chiedere uno sforzo continuo a chi viene dalle valli» commenta Paolo Sticcotti, presidente della Consulta provinciale degli alunni di lingua italiana. «Naturale quindi che si perdesse qualcosa». Sotto traccia c’è il discorso sul cambio nell’organizzazione. Chi preferiva la Consulta dice che questa garantiva una maggiore trasversalità politica, visto che nel primo venerdì si era visto anche chi simpatizza ade sempio per la Lega. Il comitato invece avrebbe più rappresentanti in linea con la politica di Pd e Verdi.

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 Taglia corto Pearl Bianco, alunna del liceo Vogelweide e presidente del comitato: «Io non sono sicura che si sia un calo, siamo tantissimi». L’importante, prosegue, è far arrivare dritto il messaggio a coloro che prendono le decisioni globali: «Diciamo politici svegliatevi perché non bastano le piccole cose, servono soluzioni attuate dall’alto. Devono agire coloro che governano il mondo, i politici e le multinazionali a loro vicini. Ma anche il Parlamento Ue può fare molto». E la Provincia di Bolzano? «Deve fare la sua parte, attuando tutto il programma per il clima del 2011».

Stefano Voltolini

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