Vigneti altoatesini colpiti dalla flavescenza dorata: avviato il monitoraggio

Da anni si riscontra che le foglie di alcune viti assumono una colorazione giallastra o rossastra e i loro margini si arrotolano verso il basso. Molto spesso si tratta della malattia incurabile denominata flavescenza dorata. Il numero delle viti colpite aumenta di anno in anno in maniera esponenziale, la malattia si diffonde da sud verso nord distruggendo interi vigneti e causando gravi danni economici. L’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler mette in guardia: “La malattia delle viti trasmessa dalla cicalina americana rappresenta una grave minaccia per l’industria vinicola dell’Alto Adige. Per affrontare al meglio questa sfida, e impedire danni su larga scala, sono necessarie attività di ricerca e di relativa consulenza in merito al controllo della malattia”. Un intervento è in ogni caso necessario. Per questo motivo, già in passato, il Consorzio Vini Alto Adige ha avviato un monitoraggio che sarà ripetuto anche quest’anno e che, a causa della serietà della situazione, verrà anche ampliato. “Dal 16 agosto al 30 settembre, alcuni collaboratori adeguatamente formati percorreranno i filari, marcheranno le viti sintomatiche con un nastro giallo-nero e, per la prima volta, grazie a un’applicazione sviluppata specificamente per questo scopo, informeranno l’agricoltore, il Servizio Fitosanitario, il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura e la rispettiva cantina di competenza in merito alla particella colpita”, spiega Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige. “Inizieremo il monitoraggio in Bassa Atesina e in Oltradige, le zone maggiormente colpite. Verranno controllate tutte le vigne con Chardonnay e Pinot Grigio, perché questi due vitigni sono quelli che, finora, hanno registrato il maggior numero di infestazioni. La lista delle priorità comprende anche tutte le zone che hanno raggiunto il secondo e terzo anno dalla piantumazione. Successivamente si procederà secondo lo stesso schema anche nelle altre zone di produzione vinicola dell’Alto Adige”, spiega Hansjörg Hafner, responsabile del settore Viticoltura presso il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige, riassumendo la procedura del monitoraggio.

Flavescence dorèe – la flavescenza dorata

La flavescenza dorata è una malattia non curabile della vite diffusa in tutto il mondo. Il primo caso sospetto in Alto Adige è stato registrato nel 2016; da allora il numero di infestazioni è in costante aumento. Fino al 2020 sono stati segnalati casi in tutti i comuni della Bassa Atesina e dell’Oltradige, e sono state identificate intere zone infette. Nel frattempo, la malattia si è diffusa da sud a nord in pressoché tutte le zone vinicole della provincia. L’agente patogeno della flavescenza dorata è il batterio privo di parete cellulare Flavescence dorèe-Phytoplasma (FDp). Il vettore principale è la cicalina americana della vite, una varietà di cicala della vite introdottasi in Europa circa settant’anni fa che trascorre tutto il proprio ciclo vitale sulla vite, trasmettendo la malattia da tralcio a tralcio, da vigneto a vigneto, causando così il verificarsi di veri e propri focolai epidemici. I grappoli prodotti dalle viti infette sono amari e acerbi, e le viti stesse finiscono per morire.

Fondamentale è la responsabilità individuale degli agricoltori

“Relativamente alla flavescenza dorata esiste un obbligo di segnalazione e di estirpazione. Secondo il Regolamento UE, inoltre, i vigneti incolti devono essere estirpati”, sottolinea il presidente dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi Leo Tiefenthaler, che sollecita i viticoltori ad affrontare la questione con la massima serietà: “Possiamo sconfiggere questa malattia solo agendo tutti insieme, altrimenti sarà lei a vincere”. L’opera di contrasto deve avvenire su quattro livelli: da un lato con la prevenzione, cioè mettendo a dimora solo piante sane. In secondo luogo, le viti devono essere controllate per cercare i segni di eventuali infestazioni. Se durante questa verifica si dovessero riscontrare dei casi, la vite malata deve essere estirpata con tutta la radice. E, quarto punto, bisogna prendere provvedimenti contro il vettore, cioè la cicalina americana. Stefano Endrizzi, responsabile del Servizio Fitosanitario della Provincia Autonoma di Bolzano, chiarisce la procedura: “L’estirpazione completa delle viti colpite deve avvenire entro quindici giorni. Sollecitiamo tutti a procedere senza indugi; in caso contrario sono previste sanzioni. Anche in merito alla lotta alla cicalina sono state elaborate delle linee guida per ciascuna zona vinicola dell’Alto Adige: in tutti i vigneti dei territori comunali di Salorno, Magrè, Cortina, Cortaccia, Termeno, Egna, Montagna, Vadena, Ora, Appiano, Caldaro, Bolzano e Chiusa devono essere eseguiti due (tre in caso di coltivazione biologica) trattamenti contro lo Scaphoideus titanus. Nelle altre zone di coltivazione della vite il trattamento è fortemente raccomandato”.

Nonostante tutti i possibili provvedimenti, si pensa che non sia possibile sradicare totalmente la flavescenza dorata; si spera però di poterla contenere entro limiti accettabili. “Questo ha un’enorme importanza per la viticoltura dell’Alto Adige”, aggiunge Kofler che conclude ricordando come la malattia delle piante, sebbene costituisca un grave pericolo per le viti, non comporti fortunatamente alcun rischio per la popolazione.

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