Eurac Research, ecco lo studio sulla fauna ittica della regione alpina

La qualità dell’acqua nei bacini locali è migliorata notevolmente negli ultimi decenni. Sostanze chimiche come il nitrato, l’alluminio, il rame e l’ammoniaca sono molto al di sotto dei limiti di legge. Lo dimostra un nuovo studio esteso a tutto il territorio del Tirolo e Alto Adige. Ci sono tuttavia altri fattori che influenzano l’abbondanza e la diversità dei nostri pesci. Ad esempio, le strutture edilizie, gli impianti di depurazione, la qualità dell’area prossima alle acque e come viene utilizzata, la presenza di uccelli che si cibano di pesci. Per la prima volta questi e altri fattori sono stati presi in considerazione e combinati in uno studio su larga scala che riguarda la popolazione ittica alpina in tutto l’Alto Adige, il Tirolo del Nord e il Tirolo orientale. I primi risultati del progetto ALFFA — una collaborazione guidata da Eurac Research tra l’Università di Innsbruck e l’Agenzia Demanio provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano — sono stati presentati dal team di ricerca il 24 febbraio in un incontro presso lo Zoo Alpino di Innsbruck.

In 81 siti di campionamento in Alto Adige, Tirolo del Nord e Tirolo orientale i ricercatori hanno individuato un totale di 26 diverse specie di pesci: le più comuni sono la trota fario, lo scazzone e la trota iridea. Ottenere un inventario su vasta scala dei pesci nella regione alpina non era l’unico obiettivo dei ricercatori: nel progetto ALFFA, per la prima volta, esperti di varie discipline — ecologi del paesaggio, limnologi, chimici, ornitologi e ittiologi — hanno lavorato insieme per capire in che modo la fauna ittica sia influenzata da fattori come la configurazione e la composizione dell’ambiente vicino ai fiumi, la chimica dell’acqua, gli interferenti endocrini, i piccoli invertebrati di cui si cibano i pesci, gli uccelli e le attività di pesca.

I primi risultati mostrano che abbondanza e varietà di pesci sono maggiori in acque ad altitudini inferiori rispetto alle acque di alta montagna. Positivo sugli stock ittici è l’effetto delle acque che non sono influenzate dall’uomo, ad esempio attraverso impianti di depurazione e strutture edilizie che comportano la frammentazione dei fiumi. Per quanto riguarda gli uccelli che si cibano di pesci — airone cenerino, cormorano e smergo maggiore— la popolazione ittica ne può essere influenzata in singoli luoghi, come ad esempio a Lana dove un albero è punto usuale di riposo per gli uccelli in prossimità dell’immissione del torrente Valsura nel fiume Adige. Su scala più ampia, tuttavia, l’influenza degli uccelli sulle popolazioni di pesci può essere decisamente di lieve entità.

Qual è la conclusione preliminare del team di ricerca? Se si verificano diversi fattori di stress, come condizioni idrologiche turbate da centrali idroelettriche o da barriere come strutture idrauliche protettive, pesanti costruzioni, mancanza di microorganismi e quindi una scarsa disponibilità di cibo, una frequente attività di pesca e un alto numero di uccelli che si cibano di pesce, si può identificare un deterioramento della quantità e della diversità dei pesci. Individualmente, tuttavia, questi fattori non sembrano avere un impatto negativo sulle popolazioni ittiche.

“È la prima volta che uno studio prende in considerazione così tanti fattori e copre un’area così ampia. Abbiamo fatto una prima valutazione e siamo solo all’inizio dei risultati che ci aspettiamo. Per ora quello che abbiamo sono istantanee della situazione attuale, dati che ci fanno porre ulteriori domande di ricerca che andremo a esaminare nei prossimi mesi”, riassume il responsabile dello studio, l’ecologo del paesaggio Erich Tasser del centro di ricerca Eurac Research di Bolzano.

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