Convenzione sull'Autonomia, ai Colloqui tanta partecipazione ma pochi italiani

La Convenzione sull’Autonomia fa discutere. In senso positivo, però: perché idee, proposte e confronto sono stati al centro dei Colloqui che si sono conclusi venerdì 6 maggio con la partecipazione di oltre 60 fra organizzazioni e associazioni. Ma c’è un problema: la scarsa partecipazione dal lato italiano.  “Immaginare l’Alto Adige”: è questo il motto della Convenzione sull’Autonomia, che ha il compito di elaborare entro un anno proposte per il rinnovo dello Statuto di Autonomia. Accanto alla Convenzione dei 33 e al Forum dei 100, la scorsa settimana la parola è stata data alla società civile organizzata: più di 60 organizzazioni e associazioni si erano iscritte ai Colloqui sulla Convenzione ospitati da martedì a venerdì a Palazzo Widmann. Vi hanno preso parte rappresentanti di diverse compagnie di Schützen e il Südtiroler Schützenbund, ma anche rappresentanti di associazioni giovanili, organizzazioni di formazione, sindacati, unioni sociali, unisoni sportive, la Caritas parrocchiale di Terlano e organizzazioni più piccole. “Peccato solo”, così don Paolo Renner, che ha partecipato in rappresentanza del gruppo Manifest/o 2019, “che soltanto poche organizzazioni italiane abbiano preso parte ai Colloqui sulla Convenzione sull’Autonomia: è un’opportunità che anche la popolazione di lingua italiana dovrebbe fare propria”.

Nei 4 giorni di Colloqui, i partecipanti hanno potuto discutere, nell’ambito di workshop moderati, su 4 diversi blocchi tematici: “Il modello altoatesino”, con i gruppi di lavoro su Autonomia integrale e autodeterminazione, Ruolo dell’Alto Adige nell’Euregio e in Europa e Rapporti con la Regione, lo Stato italiano e l’Austria; “La società altoatesina”, articolato inFamiglia, giovani e questioni sociali, Economia regionale e Integrazione e inclusione; “Politiche e processi politici”, strutturato nei gruppi Educazione e scuola, Multilinguismo nella società, nell’amministrazione pubblica e in politica e Partecipazione popolare: democrazia diretta e partecipativa; e infine “La tutela delle minoranze”, con i gruppi di lavoro suProporzionale, dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico e toponomastica, Gruppo linguistico ladino e Ruolo dei nuovi cittadini.

Come dovrà articolarsi la nostra società? Come possiamo contribuire come associazioni? Queste le domande determinanti nei 4 giorni di Colloqui sulla Convenzione sull’Autonomia. Diverse le posizioni in merito: se in uno dei workshop si sosteneva la necessità di aprirsi all’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino e all’Europa e di allontanarsi dalle società parallele, in un altro workshop si discuteva sul fatto che il diritto all’autodeterminazione dovrebbe essere ancorato nel preambolo e nello Statuto stesso.

Tutti i risultati dei Colloqui e i documenti con le prese di posizione selle associazioni partecipanti saranno pubblicati nelle prossime settimane sulla website http://www.convenzione.bz.it, e trasmessi alla Convenzione dei 33 e al Forum dei 100. Questi risultati, insieme a quelli delle manifestazioni open space,costituiscono la base per i lavori sullo Statuto di Autonomia. Il prossimo incontro della Convenzione dei 33 è in programma il 21 maggio all’EURAC, quello del Forum dei 100 il 18 giugno nella stessa sede.

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